Mentre i rosanero sono in crisi, al Barbera vince l’Antimafia. Nell’indifferenza dell’US Città di Palermo

di Gabriele Bonafede

Negli stessi minuti in cui il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini, ufficializzava,  ieri mattina, l’esonero del tecnico Rino Gattuso, allo Stadio Renzo Barbera si è giocato un triangolare nel segno dello Sport quello vero: lo Sport con la S maiuscola, portatore di veri valori e non giocato al solo fine del business, del guadagno e dell’”immagine”.

Le squadre che si sono incontrate ieri mattina sul prestigioso terreno, di solito calcato da fior di professionisti e ricchi giovinotti troppo spesso idolatrati, non hanno necessariamente espresso un grande tasso tecnico . Ma hanno espresso uno Sport dal senso e dalle qualità morali molto più alti: il ricordo degli eroi dell’antimafia, in questo caso i giudici Terranova e Saetta.

Alla fine, è stata la “Sezione Sportiva Antimafia” a conquistare il primo posto del Triangolare di calcio, disputato allo Stadio comunale “Renzo Barbera” di Palermo in occasione del “Memorial Giudici Terranova e Saetta”, dei quali ieri ricorreva rispettivamente il 34° e il 25° anniversario della loro uccisione dall’efferato e criminale piombo mafioso.

Lo Stadio Renzo Barbera, gremito di tifosi in Palermo-Catania del 2006. Foto tratta da Wikipedia

A “combattere” pacificamente, sempre col sorriso sulle labbra, senza prevalere l’uno sull’altro se non sportivamente, e soprattutto senza i veleni dell’agonismo-business del calcio ufficiale italiano, sono state le rappresentative dell’Assemblea Regionale siciliana, dell’Ordine dei Giornalisti e della stessa “Sezione Sportiva antimafia”, tutte insieme desiderose di celebrare attraverso lo sport una giornata speciale come quella di ieri.

Non ci sono stati giocatori con fratture al piede ignorati e lasciati in campo dall’arbitro, cosa incredibilmente successa in Torino – Milan di qualche giorno fa. Non ci sono state moviole pazzesche in TV con lunghi e imbarazzanti commenti su “rigore-o-non-rigore” a tenere banco nei media nazionali, pubblici e privati. Non ci sono stati urli razzisti e comportamenti sbalorditivi pur di guadagnare un punto in classifica e un’immagine di gol che vale soldi, molti soldi. In campo, nello stesso prato in cui veniva osannato Miccoli, c’erano solo dei dilettanti a praticare sport per un impegno civile.

Miccoli si asciuga le lacrime. Foto tratta da www.calcio.fanpage.it

Purtroppo, la società Palermo-calcio non ha dato alcun risalto alla notizia nel proprio sito, pur avendo le partite del triangolare nel campo in cui gioca le sue partite ufficiali. Campo e Stadio (intestato a un grande gentlman della storia del calcio come Renzo Barbera) che sono di proprietà del Comune, ma che nell’immaginario collettivo della città sono indissolubilmente legati ai colori rosa.

Forse troppo presa da vicende tecniche, ahimè dolorose, la US Città di Palermo ha perso un’altra occasione per avvicinarsi alla città di Palermo, della quale porta anche il nome.

Certo, non si possono seguire tutte le manifestazioni culturali e sociali. Non si può sempre avere attenzione alle tante realtà e manifestazioni Antimafia che, per fortuna, fioriscono anche in maniera spontanea e spesso solo celebrativa.

Ma è anche vero, soprattutto in un momento difficile nel rapporto tra US Città di Palermo e città di Palermo, compresi i tifosi, che era una bella occasione per dare un segnale di patrocinio per iniziative legate all’impegno civile nello sport:  cosa della quale tenere conto, soprattutto a Palermo, e soprattutto dopo le iperboliche e ancor più dolorose vicende estive legate al noto caso-Miccoli.

Peccato. Un’occasione veramente persa. Sarà per un’altra volta.

Gabriele Bonafede

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