Melilli, presidente del Consiglio attacca migranti «Se stanno a mare li lasciamo, devono morire»

«Ce lo facciamo un giro in barca a vela domani? E se becchiamo degli immigrati a mare che facciamo? Li lasciamo là, devono morire!». Queste sono parole pronunciate da Salvatore Sbona, il presidente del consiglio del Comune di Melilli ed esponente del Partito democratico, in un video di oltre quattro minuti che ha postato sul suo stesso profilo Facebook. «La mia era una battuta ironica che ho fatto con un po’ di satira – dichiara Sbona a Meridionews – io non sono razzista, sono anche cattolico».

Nel territorio di Melilli, in particolare nella frazione di Città Giardino, che è una zona residenziale di villette a schiera a ridosso dell’area industriale dove vivono circa 2.500 persone, dovrebbe sorgere un centro di accoglienza per richiedenti asilo capace di ospitare 550 migranti e di dare lavoro a oltre 160 persone.

È della scorsa settimana la seduta del consiglio comunale aperta dove gli abitanti di Città Giardino, che convivono già con un centro di accoglienza che ospita circa 250 migranti, hanno espresso il loro parere nettamente negativo. «Io non sono per buttarli a mare – commenta il presidente del consiglio comunale che poco dopo essere stato contattato da Meridionews ha provveduto a eliminare il post con il video dal suo profilo Facebookma quello degli immigrati per noi, a Città Giardino, è diventato un problema e cresce nel paese il rancore nei loro confronti. Non per essere razzisti – aggiunge – ma non ne possiamo accogliere altri perché questi centri di accoglienza stanno dentro il centro abitato e non sono delle carceri, quindi gli ospiti non restano bloccati lì ma sono liberi di uscire e, purtroppo, non sono ben controllati quindi sporcano e disturbano e la situazione è diventata insopportabile per i residenti».

Nel video, si vede e si sente anche un amico del presidente del consiglio melillese che parla di «campi di concentramento come ipotetica soluzione per eliminare i migranti». «Anche questa è cruda ironia – risponde Sbona – come a dire “li mettiamo tutti ai confini della Sicilia e poi appena li vediamo a mare gli spariamo con dei fucili’, ma chiaramente questa cosa non si può fare. Era solo una battuta per dire che il drammatico problema degli immigrati non si può risolvere in questi modi». Anche il figlio di appena sei anni del presidente del consiglio viene ripreso mentre risponde alla domanda iniziale del padre «lanciamogli un salvagente».

Indignato il portavoce dell’Ars per il Movimento 5 stelle, Giancarlo Cancelleri, che scrive sul social network di aver appreso del video proprio mentre «in aula si discute la legge che disciplina l’elezione dei consiglieri comunali. Speriamo – continua Cancelleri – che qualcuno intervenga e faccia rinsavire il suddetto personaggio, ricordandogli che un presidente del consiglio rappresenta la dignità non solo di tutto il consiglio comunale ma soprattutto dell’intera comunità della città di Melilli che, con queste parole, ne escono completamente disonorati».

Per il presidente del consiglio comunale una soluzione seria sarebbe «innanzitutto una equa distribuzione su tutto il territorio nazionale, poi rimpatriare immediatamente gli immigrati clandestini che non hanno diritti e, invece – conclude Sbona – dare protezione a chi scappa da situazioni di guerra e da Paesi in cui non vengono assicurate le libertà civili e individuali».


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Le parole di Salvatore Sbona sono state immortalate in un video, che ha poi rimosso dal proprio profilo Facebook. La polemica, però, prosegue con il deputato del M5s, Giancarlo Cancelleri, che auspica «che qualcuno lo faccia rinsavire». Il diretto interessato però si difende: «Ho fatto satira, sono cattolico»

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