Matteo Renzi alla ricerca di soldi e di popolarità colpisce le banche. E se poi queste penalizzano i lavoratori?

SBAGLIATO TASSARE IL SISTEMA BANCARIO ITALIANO GIA’ IN CRISI ANCHE PER GLI STRESS TEST. IL TIMORE E’ CHE A PAGARE IL CONTO DI NUOVE TASSE POTREBBERO ESSERE I DIPENDENTI

di Carmelo Raffa 

Tra le misure del Documento di Economia e Finanza, il Governo presieduto da Matteo Renzi indica anche un intervento retroattivo che, come scrive Il Fatto Quotidiano, rappresenta sicura popolarità, in quanto colpisce le Banche ed in particolare quelle che possiedono quote consistenti di azioni della Banca d’Italia.

Se a ciò si aggiungono gli altri provvedimenti penalizzanti adottati, tra i quali l’aliquota Ires che a dicembre è stata portata dal 27,5 al 36%, si evince chiaramente che nel settore del credito c’è poco da stare allegri.

Le Banche da alcuni anni ridimensionano sempre più la forza lavoro e recentemente hanno preannunciato per i prossimi anni esuberi per altri 40.000 unità lavorative.

I sindacati, con in testa la FABI che rappresenta la maggioranza dei lavoratori bancari, stanno contrastando questo disegno indicando alle Banche soluzioni adeguate per un nuovo modello di Banca che offra alla clientela più servizi ed eviti di incidere negativamente sulla forza lavoro.

Ora il Governo si lascia andare ad improvvisazioni populiste dando addosso all’untore? E’ una scelta sbagliata che ha il fermo no del Sindacato dei Bancari. Infatti è chiara la presa di posizione di Lando Maria Sileoni, segretario nazionale della FABI: “La decisione annunciata dal Governo di aumentare la tassazione sulle plusvalenze delle quote di BankItalia possedute dalle banche crea non pochi problemi al settore del credito. Siamo convinti che spostare risorse economiche sui redditi bassi in un Paese con disoccupazione a oltre il 12% per aumentare i consumi sia la strada giusta, ma nel contempo siamo preoccupati che una tale soluzione possa mettere ancora di più in difficoltà il settore con conseguenze che ricadrebbero inevitabilmente sui lavoratori bancari; ancora di più alla luce del rinnovo del contratto nazionale che entra in una fase decisiva”.

Insomma, sembra dire il numero della FABI, il Governo penalizza le Banche con il rischio, non esattamente campato in aria, che queste ultime, a propria volta, scarichino tutto sui lavoratori!

“Inoltre – prosegue Sileoni – la proposta del Governo potrebbe generare effetti penalizzanti per l’intero sistema economico italiano: incertezza degli investitori internazionali sullo Stato di diritto nel nostro Paese, aumento della sfiducia dei mercati rispetto alla competitività del sistema bancario italiano già messa a dura prova dagli stress test in atto, difficoltà degli istituti di credito interessati a trovare le risorse necessarie agli aumenti di capitale. Il giudizio negativo sul sistema bancario italiano metterebbe a repentaglio la ripresa dell’economia reale e il rafforzamento delle banche”.

“Pertanto – conclude Lando Maria Sileoni – auspichiamo un ripensamento da parte del Governo affinché s’impegni a ricercare soluzioni diverse”.

Matteo Renzi ed il suo Governo riflettano bene sulla portata dei vari provvedimenti che, se superficialmente approvati, porterebbero pochi soldi nelle ‘casse’ dello Stato, ma ulteriori danni sul fronte occupazionale.

Una seria politica fiscale ed anche popolare e non populista sarebbe quella di intercettare e colpire i patrimoni illeciti.

 

 


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