Messina Denaro e la sua «luce», insegnante di matematica. Tra complicità e gelosie: «Le hai regalato una Louis Vuitton. Fuck»

Amante, postina, staffetta. Tre ruoli per tratteggiare il profilo di Floriana Calcagno, l’insegnante 50enne di Matematica che Matteo Messina Denaro nascondeva nei suoi appunti dietro l’alias «luce». La donna è soltanto l’ultima amica alla corte del latitante, ricercato numero uno per quasi 30 anni da centinaia di investigatori e magistrati. Ieri la donna è stata arrestata con l’accusa di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena. Una figura chiave nella rete di protezione del boss, almeno secondo i magistrati della procura di Palermo. Coperture alternate da una vita normale tra gite fuori porta, cene al ristorante a base di pesce e addirittura un periodo di villeggiatura che il boss latitante, nell’estate 2022, avrebbe trascorso insieme alla donna lungo il litorale di contrada Tre fontane. Il 21 gennaio 2023, cinque giorni dopo l’arresto del boss, la donna racconta ai magistrati di avere avuto una relazione con quell’uomo, conosciuto al supermercato. Una cosa fugace, durante una crisi coniugale, con un uomo che si sarebbe presentato come il dottor Francesco Salsi.

Pizzini, riprese video e appunti del capomafia racconterebbero però una storia diversa, fatta di una lunga e assoluta complicità in un rapporto di conoscenza ben radicato. L’insegnante di Mazara del Vallo veniva indicata dal capomafia con una serie di pseudonimi per celarne la vera identità. Da «sbrighisi» ad «acchina» passando per «handicap» e «handicappata». Altro nome in codice utilizzato è stato «luce». Parola che compare diverse volte sulle pagine di un calendarietto rosa con disegni per bambini. Del rapporto tra Messina Denaro e Calcagno si parlava spesso anche nello scambio di missive tra l’allora latitante e Laura Bonafede, la maestra elementare di Campobello di Mazara che avrebbe favorito l’irreperibilità del capomafia e con il quale intratteneva una relazione sentimentale. Le indagini hanno rivelato che la sua gelosia nei confronti di Calcagno avrebbe fornito elementi utili agli inquirenti per ricostruire la rete di protezione. Fondamentale, secondo la ricostruzione negli atti dell’inchiesta, è una lettera del 30 dicembre 2022. In quel messaggio, Bonafede racconta a Messina Denaro di avere visto uscire Calcagno, indicata con lo pseudonimo «handicap», da un luogo, chiamato «la zona chiave».

«Alle 11.40 circa ho visto handicap – scrive Bonafede – che usciva dalla zona chiave. Dritta come un palo e con la Louis Vuitton sicuramente regalata da te. Regali borse come un distintivo? Fuck». La «zona chiave» altro non sarebbe che l’ultimo covo bunker del latitante, in via CB numero 31 a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani. Altri indizi sul rapporto e la frequentazione tra Calcagno e Messina Denaro vengono estrapolati da un calendario rosa tascabile in cui il latitante spesso appuntava la parola «luce». Il 23 luglio, per esempio, la parole viene riportata a penna. Quello stesso giorno, i tabulati di Messina Denaro e di Calcagno accertano che entrambi si trovavano a Mazara del Vallo. A ulteriore riscontro di questo c’è il passaggio delle rispettive auto. La Fiat 500x della donna e l’Alfa Romeo Giulietta utilizzata dal boss. Stesso retroscena qualche settimana prima, il 6 luglio. Sul calendario è appuntata, ancora una volta, la parola «luce» e i due si sarebbero incontrati sempre nel territorio di Mazara del Vallo e in contrada Tre Fontane, dove Calcagno aveva la residenza estiva.

Due giorni dopo, l’8 luglio, l’insegnante viene monitorata mentre raggiunge il covo in via CB 31. In quella occasione, Messina Denaro sul calendario appunta le parole «finalmente luce». La donna quando entra nel covo ha una busta rossa in mano. Quando uscirà il sacchetto che regge c’è ancora, ma è stato svuotato. Subito dopo, si reca in contrada Tre Fontane, percorrendo la stessa strada che poco dopo affronterà lo stesso Messina Denaro a bordo della sua Alfa Romeo Giulietta. Il contenuto di quella busta rossa è un mistero, ma di certo c’è il dettaglio che si trattava di qualcosa di atteso, almeno stando a quanto riportato nel calendario tascabile dal boss. Calcagno però non si sarebbe limitata a usare la sua auto come staffetta. In altre occasioni, Messina Denaro sarebbe addirittura andato a prenderla a scuola a Mazara del Vallo al termine dell’orario di lavoro per poi dirigersi a pranzo insieme a ristorante.

Calcagno non è soltanto un’insegnante. La donna è moglie di Paolo De Santo, sottoposto a fermo nel 2019, ed è nipote la del boss Francesco Luppino, che di Matteo Messina Denaro è stato un fedelissimo proprio a Campobello di Mazara. In questa storia, per gli inquirenti, bisogna però andare indietro fino al 2015. In un interrogatorio dell’imprenditore Giuseppe Grigoli, re dei supermercati considerato il riferimento in ambito economico del boss, l’uomo dava delle indicazioni sulla raccomandazione nei confronti di una ragazza. Quella donna sarebbe stata proprio Floriana Calcagno. A segnalarla all’epoca all’imprenditore sarebbe stato, per conto di Messina Denaro, Filippo Guttadauro, cognato del capomafia di Castelvetrano. Specificando come la donna fosse anche la nipote di Luppino. «Mi chiese di assumere una ragazza di Campobello di Mazara, che non assunsi direttamente ma iniziò a lavorare presso lo studio del consulente Lombardo», raccontò Grigoli.


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