Michele Giacalone è stato arrestato a maggio dai carabinieri, nell'ambito dell'operazione antimafia Visir. Gli inquirenti lo considerano referente imprenditoriale della famiglia guidato da Vito Vincenzo Rallo. Tra i tentativi di imporre il pizzo anche quello a Francesco Billeci, presidente di un'associazione antiracket a Partinico
Marsala, sequestro all’imprenditore Giacalone Ospitava summit di mafia e gestiva estorsioni
Beni per un valore di oltre un milione di euro sono stati sequestrati, dai carabinieri del Ros e dai loro colleghi del comando provinciale di Trapani, all’imprenditore marsalese Michele Giacalone. L’uomo era stato arrestato, a maggio, nell’ambito dell’operazione antimafia Visir. L’inchiesta smantellò la rete dei fiancheggiatori del boss latitante Matteo Messina Denaro. Quattrodici furono gli arresti, eseguiti dai militari dell’Arma coordinati dalla Procura distrettuale antimafia di Palermo. La scure si è abbattuta sulla famiglia marsalese di cui gli investigatori hanno delineato assetti e gerarchie. Tra i fermati, Vito Vincenzo Rallo, indicato come il capomafia di Marsala.
Il sequestro dei beni riconducibili a Giacalone è stato richiesto dalla Procura distrettuale antimafia di Palermo, diretta da Francesco Lo Voi. L’imprenditore, che era già stato sottoposto a fermo nel 2007 con l’accusa di essere uno dei favoreggiatori della latitanza del boss Antonino Rallo, sarebbe stato il referente imprenditoriale della famiglia, mettendo a disposizione del clan Rallo gli immobili della sua società per alcuni summit di mafia e contribuendo al sostentamento degli affiliati. Giacalone, inoltre, avrebbe assunto il ruolo di responsabile della raccolta dei profitti derivanti da estorsioni ai danni di altri imprenditori del settore edile.
Nell’ambito dell’operazione Visir gli inquirenti hanno riscontrato il tentativo di estorsione della cosca ai danni dell’imprenditore di Partinico Francesco Billeci, presidente dell’associazione antiracket locale che lo ha denunciato. A Billeci era stato chiesto di assumere alcune persone di Marsala e di rifornirsi in alcuni impianti specifici. L’appalto riguardava i lavori di rifacimento di piazza Matteotti a Marsala. All’alba di ieri i carabinieri gli hanno sequestrato un bene immobile, disponibilità finanziarie, tre mezzi d’opera, una società e relativi beni strumentali, per un valore complessivo di circa un milione e 200mila euro.