Cronaca

Mare sporco lungo la costa ionica. Decine le segnalazioni. «Parametri di controllo sono nei limiti di legge»

Reflui fognari, spazzatura e strisce di schiuma bianca. Da un lato il mare sporco e dall’altro turisti e bagnanti costretti a fare i bagni con il contagocce. Un problema che si ripropone ormai da diversi anni lungo la costa ionica catanese, in particolare tra Fiumefreddo di Sicilia, Fondachello e Mascali, e che assume un’eco ancora maggiore se la situazione viene immortalata con decine di foto e video che finiscono sui social network. «Dietro c’è l’immobilismo e il menefreghismo di chi amministra – dice una cittadina, Roberta Tartoni, a MeridioNews -. Per non parlare della spazzatura non raccolta che rimane in strada. Non resta che emigrare verso posti più civili e ben amministrati». Segnalazioni e lamentele passano anche dai gruppi Facebook. «Il mare di Fondachello è una vera discarica», commenta Alfio all’interno del gruppo Mascali Problemi Soluzioni e Informazione. «Andare al mare è diventato impossibile, non si riesce più a fare un bagno a causa dell’acqua sporca. Per me che ho un figlio di cinque anni è uno strazio negargli nove volte su dieci di entrare in acqua», aggiunge Simone.

Lamentele che destano anche preoccupazione per la salute, come nel caso di Denise: «Il mio ragazzo ha preso una brutta infezione provocata dall’acqua inquinata con febbre alta a 40, vomito e mal di testa. Gli hanno detto che deve stare 15 giorni lontano da tutti perché è anche trasmissibile». Anche Romina racconta un episodio simile che sarebbe accaduto alla figlia: «Qualche mesetto fa mia figlia è stata ricoverata per un’infezione che ha preso al mare, 15 giorni in ospedale. Ora ho il terrore di ritornare».

Tutte le aree indicate, stando a quanto si legge all’interno del portale acque del Ministero della Salute, risultano tuttavia accessibili alla balneazione. Tanto che per i sindaci Angelo Torrisi (Fiumefreddo di Sicilia) e Luigi Messina (Mascali) non sussistono motivi per disporre un divieto di balneazione. «Secondo l’Asp, le acque sono balneabili a seguito degli ultimi rilievi fatti – spiega Torrisi a MeridioNews – Vero è che in superficie arriva questa ondata di sporcizia in una situazione che si ripete da anni. Ma dal punto di vista tecnico noi non c’entriamo, facciamo parte di un depuratore consortile con sede nella frazione Sant’Anna (nel Comune di Mascali) che viene controllato e che risulta in ottime condizioni».

Sulla stessa linea anche il primo cittadino di Mascali che aggiunge al nostro giornale: «Il nostro depuratore consortile – uno dei pochi in Sicilia finanziati – funziona e le analisi rientrano nei parametri. Abbiamo 40 milioni che andranno in appalto proprio per realizzarne l’ampliamento, a differenza di altri che non si sono mai interessati al depuratore. Noi, invece, che ci siamo interessati ne paghiamo i danni per colpa di altri. Le ultime analisi delle acque sono datate 22 giugno. Il parametro escherichia coli, il più pericoloso, è ampiamente nei limiti di legge: 55 su 5000», aggiunge il sindaco di Mascali fornendo la documentazione (Scarica le analisi di controlloScarica le analisi di controllo Arpa).

Sotto la lente d’ingrandimento non c’è solo il depuratore di Sant’Anna ma anche il funzionamento di quelli nel territorio di Calatabiano, Acireale e Giardini Naxos. Quest’ultimo impianto, che serve Taormina, Giardini Naxos, Letojanni e Castelmola, nel 2021 è stato sequestrato da guardia di finanza e polizia. Allora era emersa una grave contaminazione ambientale, riconducibile a malfunzionamento e cattivo stato di manutenzione e gestione di varie sezioni di trattamento delle acque reflue. Stesso destino che, nel 2016, era toccato proprio al depuratore di Sant’Anna dopo un’inchiesta della procura di Catania in cui emersero presunte irregolarità durate almeno dieci anni. «La situazione è più complessa di quello che sembra e non riguarda solo i depuratori – spiega a MeridioNews Anna Noessing, presidente del circolo Legambiente Taormina Giardini Naxos Alcantara – Noi abbiamo fatto diversi sopralluoghi e la parte del depuratore che scarica nel fiume Alcantara, sotto autorizzazione, è depurata e trattata con il cloro. Questo è emerso nell’ultimo sopralluogo. Tuttavia – aggiunge – abbiamo sempre fatto delle analisi alla foce con Goletta Verde e lì l’acqua è inquinata perché si tratta di un fiume di 50 chilometri con diversi scarichi abusivi».

Chiara Gangemi

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