Un'operazione della polizia di Stato, su disposizione della procura di Catania, ha portato all'esecuzione di 17 misure cautelari nei confronti dei nuovi presunti capi della famiglia dei Carcagnusi. Tutti i reati commessi sarebbero aggravati dall'aver agito al fine di agevolare l'organizzazione mafiosa. Guarda il video
Mafia, decapitato il vertice del clan Mazzei Tra le accuse estorsione, furti e ricettazione
Su disposizione della procura distrettuale antimafia di Catania, gli uomini della polizia hanno eseguito 17 misure cautelari nei confronti di altrettante persone ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, furto, ricettazione e altri reati. Tutti aggravati dall’aver commesso i fatti avvalendosi delle condizioni previste dall’articolo 416 bis del codice penale, al fine di agevolare l’attività dell’organizzazione mafiosa.
La misura cautelare, eseguita dagli agenti della
squadra mobile di Catania, ha colpito la famiglia Mazzei, detta dei Carcagnusi, inserita in Cosa nostra e legata ai corleonesi. L’operazione ha consentito così di decapitare i vertici della cosca, retta in precedenza da Sebastiano Mazzei, conosciuto negli ambienti criminali come Nucciu ‘u carcagnusu, figlio del boss detenuto Santo Mazzei. Arrestato nell’aprile 2015 nel territorio di Ragalna, alle pendici dell’Etna, il pregiudicato, classe 1972, si era reso irreperibile nel 2014, dopo l’operazione antimafia Scarface.