«L’insegnante Laura Bonadefe non può mettere piede in un’aula scolastica». È il risultato raggiunto durante l’incontro di questa mattina tra il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara e l’assessore regionale all’Istruzione Mimmo Turano sul caso della maestra Laura Bonafede sospesa dall’istituto Capuana-Pardo di Castelvetrano (in provincia di Trapani) perché indagata come una delle fiancheggiatrici di Matteo Messina Denaro. Il provvedimento per la docente, in accordo anche con il direttore dell’ufficio scolastico regionale Giuseppe Pierro, è stato prolungato e a suo carico è stata avviata anche un’azione disciplinare. «Io e il ministro – sottolinea Turano – conveniamo sulla necessità di una linea rigida e univoca rispetto alla necessità di proseguire a tempo indeterminato la sospensione dell’insegnante Bonafede dal servizio e la sua tanto opportuna, quanto indispensabile, lontananza sine die da un’aula scolastica, dove notoriamente si coltivano fin dall’infanzia valori di etica, rispetto e legalità».
Un provvedimento che è stato pienamente condiviso anche dal presidente della Regione Renato Schifani: «Non possono esserci situazioni ambigue e, per di più, all’interno di un istituto scolastico. I bambini, durante la loro crescita, hanno bisogno di esempi positivi e, certamente, il comportamento dell’insegnante non è tale. Bene ha fatto anche l’assessore Turano a condannare l’atteggiamento equivoco, sollecitando provvedimenti rigorosi». Nei giorni scorsi a sollevare la questione è stato anche il presidente della commissione regionale antimafia Antonello Cracolici. «I maestri devono essere al di sopra di ogni sospetto e Laura Bonafede non può educare i ragazzi. Una persona con quel pedigree non può entrare in una classe e parlare di educazione e legalità».
Laura Bonafede è la figlia del boss di Campobello di Mazara Leonardo Bonafede e la cugina di Emanuele Bonafede (l’uomo che è stato arrestato per favoreggiamento insieme alla moglie Lorena Lanceri, che Messina Denaro chiamava Diletta) e dei due Andrea Bonafede, il geometra che ha prestato l’identità al boss e l’altro che si è impegnato per fargli avere le ricette del medico Alfonso Tumbarello. Stando a quanto emerso, la maestra avrebbe incontrato l’ormai ex superlatitante fino a due giorni prima della cattura avvenuta il 16 gennaio nella clinica privata La Maddalena di Palermo. Tra l’ex prima rossa di Cosa nostra e la docente Bonafede è stata ricostruita anche una fitta corrispondenza di lettere e pizzini.
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