Lombardo e i disastri dell’alta burocrazia

E’ normale che un Governo regionale dimissionario nomini un dirigente generale? Secondo noi, no. Ed è normale che l’assessore al ramo – in questo caso, il ramo sono le Attività produttive e l’assessore è Marco Venturi – e la Giunta designi un altro nome? Nemmeno questo, a nostro avviso, è politicamente ‘normale’.

Ma dell presidente della Regione, Raffaele Lombardo – per fortuna dimissionario – non ci stupisce più nulla. Chi scrive segue le vicende della Regione dalla seconda metà degli anni ’70 del secolo scorso. In tanti anni non abbiamo mai visto le istituzioni autonomiste piegate a un livello così basso. 

Con Lombardo presidente ne stiamo vedendo di tutti i colori. Fino all’ultimo. La nomina di Francesco Nicosia a dirigente generale del dipartimento Attività produttive è una follia politica e amministrativa allo stato puro. Noi, lo ripetiamo, non siamo stupiti di Lombardo: siamo stupiti nel vedere il dottore Nicosia accettare una nomina così irrituale e completamente fuori dalla logica politica.

Certo, il potere attira. Però c’è un limite che non dovrebbe essere mai superato. E questo limite si sintetizza in una sola parola: decenza. 

Il presidente Lombardo dice che la nomina del dirigente generale del dipartimento Attività produttive è stata richiesta dall’assessore Venturi. Solo che lui, Lombardo, ha cambiato la persona: al posto del dirigente segnalato dall’assessore Venturi ha messo Francesco Nicosia, capo di gabinetto dell’assessore Gaetano Armao.

Lo stesso Lombardo spiega che la nomina di un dirigente generale sfugge alla cosiddetta legge regionale blocca-nomine. Non le pansa così il parlamentare regionale del Pd, Pino Apprendi. Che precisa: “Il Presidente Raffaele Lombardo continua a non rispettare la legge ‘blocca nomine. La nomina del direttore generale dell’assessorato alle Attività Produttive è una nomina illegittima. Viene disattesa la legge che ha votato il Parlamento Siciliano per motivi esclusivamente clientelari, in barba ad ogni principio di eticità. Lombardo da ex Presidente deve fermarsi”.

A nostro avviso il problema è politico. Può un presidente della Regione dimissionario nominare un nuovo dirigente generale? Secondo noi, no. E il dottore Nicosia, che è persona per bene, farebbe bene a rifiutare l’incarico.

Il Governo Lombardo, in questi quattro anni, ha prodotto danni che sono sotto gli occhi di tutti i siciliani. Non ha risolto i problemi della gestione idrica, ha lasciato incancrenire la questione dei rifiuti, ha creato problemi enormi agli Enti locali dell’Isola, non è riuscito a spendere i fondi europei, ha incasinato fino all’inverosimile i conti della Regione, ha bloccato quasi tutti i lavori pubblici, ha abbandonato l’agricoltura, ha fallito nel rilancio – rimasto un sogno – della produzione di auto a Termini Imerese, ha reso sempre più aggrovigliata la pubblica amministrazione regionale per tenere tutto in pugno con la gestione delle autorizzazioni, ha buttato in mezzo alla strada circa 10 mila operatori della formazione professionale siciliana, ha fatto crescere a dismisura la grande distribuzione organizzata che ormai ‘strozza’ i consumatori siciliani (molte città della Sicilia, negli ultimi anni, registrano, nei supermercati, i prezzi più alti d’Italia) e via continuando.

Molti di questi effetti negativi sono stati provocati non da scelte del Governo, ma da assenza pressoché totale di governo. Occupandosi prevalentemente – se non soltanto – di gestione del potere, il Governo Lombardo ha lasciato la Sicilia nella mani di speculatori e furbi di ogni genere. Un disastro mai visto in oltre sessant’anni di Autonomia.

Il disastro non ha risparmiato l’alta burocrazia, che l’attuale Governo ha ‘appaltato’ a potentati politici e di altro genere. Già la legge regionale numero 10 del 2000 recepiva le discutibili riforme nazionali in materia di pubblica amministrazione. Con Lombardo alla presidenza della Regione l’alta dirigenza è stata trasformata in un ‘suk’: una sorta di mercato della politica e degli affari. Negli ultimi tre anni si è persa del tutto l’unicità nella gestione della pubblica amministrazione.

La gestione politica di una Regione e, in generale, di una qualunque amministrazione pubblica può essere tirata di qua e di là dalla stessa politica. Ma l’alta burocrazia non può seguire sempre e comunque il tira e molla della politica: al contrario, deve seguire le leggi e non deve mai perdere di vista l’interesse pubblico, ovvero il buon andamento della pubblica amministrazione.

Con Lombardo sono saltate tutte le regole dell’alta burocrazia. Sembra incredibile, ma la sensazione è che sia venuto meno il principio di responsabilità verso la collettività. 

Gli alti burocrati hanno una responsabilità diverse alla politica: debbono assicurare la tenuta della ‘macchina’: se perdono di vista questo obiettivo – ed è quello che sembra stia succedendo – ne va di mezzo l’esistenza stessa della ‘macchina’.

 

 


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