Troppa piaggeria nei confrotni dei liberatori usa. Persa un occasione per parlare del ruolo degli stati uniti nella nostra isola dal 1943 al muos di niscemi
Lo sbarco americano in Sicilia: che delusione il convegno di Palermo!
TROPPA PIAGGERIA NEI CONFROTNI DEI LIBERATORI USA. PERSA UN OCCASIONE PER PARLARE DEL RUOLO DEGLI STATI UNITI NELLA NOSTRA ISOLA DAL 1943 AL MUOS DI NISCEMI
Per quanto visto e udito nel corso del convegno sullo sbarco degli americani in Sicilia, celebrato qualche giorno fa a Palermo, non si può alla fine non essere d’accordo con quanto scritto da Riccardo Gueci. Un convegno deludente che non ha fatto altro che ammannire all’auditorio acriticamente cose trite e ritrite, senza peraltro approfondire (ed è quello che, per amor di verità, dovrebbero riproporsi di fare i veri storici anziché ridursi al ruolo di semplici cronisti) le conseguenze che, dal luglio nel 1943 ad oggi, è costato al nostro Paese enormi prezzi e sacrifici da pagare: vedi lincredibile vicenda del Muos di Niscemi e presidi e altre basi militari sui nostri territori, a cominciare da Sigonella con i droni.
Un vassallaggio nei riguardi degli Usa che paghiamo ancora oggi. Un convegno che sarebbe stato, in questo senso, una buona occasione per approfondire cause e conseguenze dello sbarco degli alleati in Sicilia. Ma così non è stato. Un altra occasione mancata.
La saccenteria dei relatori, nell’esaltazione e nella piaggeria nei confronti dei “liberatori” ha steso un pietoso velo su quello che l’auditorio avrebbe voluto sentirsi raccontare. Ossia le conseguenze e gli enormi prezzi, con pesanti “interessi”, pagati sino ai nostri giorni dalla Sicilia e dall’Italia ai “liberatori”.
Ma da che mondo è mondo, poiché la storia la scrivono sempre i vincitori, è “opportuno” che gli storici di maniera si adeguino sempre ai potenti? Per che cosa, poi? Per venirci a raccontare tutto questo, che già abbondantemente sapevamo. Vien da chiedere a Francesco Forgione, direttore della Fondazione Federico II, organizzatrice dell’evento: era opportuno, con evidenti e rilevanti costi – che fanno a cazzotti con la tanta invocata spending review – disturbare tanti professori e studiosi (più di venti) provenienti da più parti d’Europa e d’Italia?
Pur non entrando approfonditamente nel merito degli opinabili costi del convegno, possiamo, in conclusione dire, d’accordo con Riccardo Gueci, che da più parti tra i presenti, la delusione è stata avvertita come la grande protagonista di queste due giornate.