L’Mpa verso la sconfitta elettorale

L’assise del Movimento per l’autonomia, andata in scena ieri, non ha riservato particolari sorprese. Il fondatore e leader di questo partito, il presidente della Regione Raffaele Lombardo, annuncia che farà un passo indietro. E questo è nell’ordine delle cose, considerata la delicata situazione giudiziaria in cui è coinvolto. Anche la designazione di Massimo Russo a possibile candidato alla presidenza della Regione (ma appoggiato da chi?) rientra in un copione piuttosto scontato.

A quattro mesi dal voto per l’elezione del nuovo presidente della Regione e per il rinnovo di Sala d’Ercole i giochi sono ancora aperti. Ma in questi giochi non sarà facile, per l’Mpa, ritagliarsi uno spazio politico di azione. Anzi.

Il vero problema di questo partito non è la vicenda giudiziaria di Lombardo, che comunque è grave e non va sottovalutata. La questione vera è la scarsa presa che questo schieramento politico esercita nella società siciliana. Al di là della propaganda, spesso molto fastidiosa, perché quasi sempre lontana dalla realtà, l’Mpa è destinato a pagare un prezzo elettorale a nostro avviso molto alto. Per almeno due motivi.

In primo luogo perché alcuni dirigenti di primo piano di questo partito sono andati via. La perdita più pesante, in termini elettorali, è quella di Lino Leanza, che a Catania e dintorni gode di grande seguito popolare. Senza il recupero di Leanza, l’Mpa rischia di fare un tonfo nel collegio di Catania.

Un altro ‘pezzo’ di partito che è volto via è quello capitanato da Carmelo Lo Monte del Messinese. Altri voti in meno.

Quello che, però, farà perdere i consensi all’Mpa è l’effetto negativo provocato dal sostanziale fallimento dell’azione di governo. Al di là, lo ripetiamo, della propaganda, nel ‘carniere’ di questa esperienza governativa c’è ben poco.

La sanità pubblica siciliana è allo sbando totale. Massimo Russo, presentato nel 2008 come un ‘tecnico’, ha amministrato molto male questo settore. In pratica, ha messo in atto una riforma, peraltro piuttosto sbrindellata, contro la classe medica. I primi a pagarne le conseguenze sono proprio gli operatori della sanità pubblica – i medici ospedalieri in testa – condannati a lavorare in strutture sempre meno qualitative. E questo grazie non soltanto ai ‘tagli’, che sono stati pesanti, ma anche a causa di scelte strategiche che si sono rivelate sbagliate.

Ridurre le prestazioni della sanità pubblica senza – contestualmente – realizzare i presidi di medicina del territorio è stato un drammatico errore. Un’opzioone che ha reso la vita difficile – come già ricordato – a chi opera nelle strutture sanitarie pubbliche. Scaricando sugli utenti il peso di una sanità meno efficiente. E costringendo i medici impegnati nel pubblico a ‘rifugiarsi’ nella ‘medicina difensiva’ proprio pr evitare di pagare soggettivamente il peso di scelte amministrative dissennate adottate dal Governo regionale.

Questa scelta di politica sanitaria, se portava avanti subito dopo l’insediamento del Governo e migliorata negli anni successivi, avrebbe potuto sortire effetti, al limite, razionali. Il proboema della sanità pubblica di Massimo Russo è che il settore è peggiorato di mese in mese, fino ad arrivare alla situazione critica di oggi. Al di là, lo ripetiamo, della retorica e della propaganda, l’elettorato queste cose le capisce meglio di quanto la politica immagini. E ha già dato un primo responso proprio a Massimo Russo, ‘regalando’ un flop alla lista che l’assessore alla Salute ha presentato alle elezioni comunali di Palermo.

Anche negli altri settori della vita pubblica siciliana il Governo Lombardo registra un fallimento dietro l’altro. La gestione idrica è nelle salde mani dei privati che ‘tiranneggiano’ i cittadini dell’Isola con ‘bollette’ sempre più salate. La gestione dei rifiuti è un delirio, tra debiti stratosferici e immondizia non raccolta per le strade.

La gestione dei lavori pubblici è come se non ci fosse, perché le gare di appalti pubblici si sono ridotte al lumicino. In agricoltura, dopo tre anni di abbandono pressoché totale, si comincia a vedere qualche spiraglio di luce grazie alla presenza del nuovo assessore, Francesco Aiello. Ma il danno che è stato fatto è riversibile.

Fallimentare la gestione della pesca. Per non parlare dei fondi europei che, in buona parte, sono tutti ancora non spesi.

Impossibile non ricordare la folle gestione dei conti pubblici. Con una legge di bilancio -mai impugnata nella storia dell’Autonomia siciliana – che ha registrato oltre 80 articoli impugnati. Un disastro totale degno, in tutto e per tutto, di dilettanti allo sbaraglio.

Dei disastri provocati nella formazione professionale il nostro giornale riferisce quasi ogni giorno. In questo settore abbiamo assistito – e continuiamo ad assistere – all’apoteosi della cattiva amministrazione: bandi ‘bocciati’ ripetutammente dalla Corte dei Conti, con sullo sfondo il dubbio che tali scelte del Governo non siano state causali, ma finalizzate, almeno in parte, a far gestire i fondi siciliani a Roma (leggere ‘ascarismo’ di ritorno). L’assistenza tecnica affidata a società piemontesi (scelta, pare, imposta dal Pd: ltra forma di ‘ascarismo’, ma di ‘sinistra’). Poi oltre 8 mila persone in Cassa integrazione. Mentre l’Avviso 20 – 900 mlioni da spendere in tre anni – è ancora tutto da capire. Morale: fallimenti su fallimenti e ancora fallimenti.

L’unica, vera riforma del Governo Lombardo è l’abolizione dei Consorzi Asi e la creazione di un’unica struttura che dovrebbe occuparsi di ciò che resta delle industrie siciliane. Ebbene, l’unica riforma, voluta dall’assessore Marco Venturi e da Confindustria Sicilia, è stata, in un primo momento, ‘stoppata’ dallo stesso Governo Lombardo. Che ha dato il ‘placet’ solo dopo l’assicurazione che alcuni impianti clientelari non sarebbero stati intaccati.

E, a proposito di clientele, non va dimenticato il presidente Lombardo che, qualche giorno prima delle amministrative dell’8 e 9 maggio, continua ad ammiccare ai 50 mila precari. Senza rendersi conto che, ormai, in un sistema di ‘federalismo fiscale’ imposto dalle ristrettezze di bilancio, a pagare i precari non è più Roma, ma sono le famiglie e le imprese siciliane con nuove tasse e nuove imposte.

Insomma, questo Governo Lombardo non ne ha proprio indovinata una.

Questa cattiva amministrazione – è inutile girarci attorno – avrà un peso nell’atteggiamento degli elettori. Si potrebbe verificare quello che è avvenuto a Palermo, dove la gente ha manifestato un rifiuto verso i vecchi amministratori di centrodestra della città, autori di un disastro finanziario e sociale, e la speranza verso il Sindaco Leoluca Orlando.

Se alle elezioni di Palermo ha pesato il giudizio sulla cattiva amministrazione della città, c’è da attendersi che lo steso giudizio verrà espresso verso un governo regionale che ha solo provocato guasti economici, sociali, politici e anche istituzionali.

A nostro avviso, l’Mpa avrà seri problemi a raggiungere il 5 per cento dei consensi, indispensabile, con l’attuale legge elettorale, per avere propri rappresentanti all’Ars. Diciamo questo perché nessuna forza politica avrà convenienza nell’allearsi con questo partito. Lo stesso Pd siciliano, che per quattro anni ha governato con Lombardo, sta provando a tirarsi fuori (non prima di prendersi gli ultimi scampoli clientelari e consociativi di una stagione disastrosa).

L’Mpa avrà difficoltà a trovare sponde nel centrosinistra. E avrà le stesse difficoltà a trovarle nel centrodestra che, peraltro, a parte quache sfumatura, è stato all’opposizione rispetto alla gestione Lombardo. In politica, quando si profilano le elezioni, si segue una regola: non mettersi mai accanto ai probabili perdenti.

Al massimo, i partiti proveranno a strappare ‘pezzi’ dell’Mpa (altri dirigenti in fuga), avendo comunque cura di ‘nasconderli’ bene, per evitare che gli elettori abbiano sentore di ‘riciclaggio’.

 

 


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