Non sono dei nostri? e allora sono fascisti. Questa l'analisi spicciola con cui una certa sinistra borghese e salottiera sta cercando di screditare la protesta popolare che sta infiammando l'italia, fornendo, di fatto, un assist al governo letta che è appunto espressione di questa pseudo sinistra, asservita ai diktat della finanza europea.
L’Italia si ferma/I Comitati di appoggio alla Resistenza contro lo snobbismo di certa Sinistra…
Non sono dei nostri? E allora sono fascisti. Questa l’analisi spicciola con cui una certa Sinistra borghese e salottiera sta cercando di screditare la protesta popolare che sta infiammando l’Italia, fornendo, di fatto, un assist al Governo Letta che è appunto espressione di questa pseudo sinistra, asservita ai diktat della finanza europea.
Non a caso, dalle parti della Sinistra vera, arrivano segnali diversi. Leggiamo ad esempio, cosa pensa il Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza Comunista, un movimento di ispirazione leninista:
“I comunisti, tutti quelli che hanno “la falce e il martello nel cuore”, devono “partecipare con spirito scientifico e da comunisti ai presidi, ai blocchi, alle manifestazioni” promosse dai Forconi. “Sappiamo gia’ che ci sono tante cose che non condividiamo e che non ci vanno a genio; non sappiamo quello che possiamo scoprire e su cui possiamo lavorare.
L’analisi di classe spesso e’ intesa, nel campo di quella sinistra che non ha superato la dipendenza dalla concezione e dalla nefasta opera dei riformisti e della sinistra borghese, con un semplicistico ‘sono dei nostri? No! E allora sono fascisti!‘. Ma questa, compagni, non e’ nemmeno un’analisi. E altrettanto riduttiva, e nefasta, oggi come ieri, e’ l”analisi di classe’ di quelli che ‘sono operai, lavoratori dipendenti? No! Allora sono di destra!”
Protagonisti delle mobilitazioni di questi giorni, secondo i Carc, sono “settori delle classi popolari non proletarie, sottoposte dalla crisi a un processo di proletarizzazione, diventate, a partire dal governo Monti, bersaglio diretto dell’opera di rapina e spoliazione condotta dal governo per conto e favore del grande capitale italiano e internazionale e che, in misura crescente, non riescono a vivere come nel passato”.
Settori che, proseguono i Carc, “per loro natura seguono l’orientamento della classe, fra le due principali (classe operaia e borghesia imperialista) che piu’ dell’altra se ne pone alla testa”. Per i Carc “la crisi generale del capitalismo spinge tutti i settori delle masse popolari a mobilitarsi. Quelle mobilitazioni saranno via via piu’ estese, capillari, contraddittorie e disordinate. Anziche’ condannarle, ai comunisti spetta il compito di rafforzarle, allargarle, coordinarle e orientarle affinche’ si incanalino nella mobilitazione rivoluzionaria e precludano la via alla mobilitazione reazionaria, fino a trasformare il movimento spontaneo, disordinato e contraddittorio delle masse popolari in movimento cosciente e organizzato, che avanza sulla via della costruzione della societa’ nuova”.
“Chi ha paura delle contraddizioni, chi si rifugia nel senso di appartenenza , chi e’ spaventato dal disordine che ogni mobilitazione di massa porta con se’, chi sogna una ‘rivoluzione civile’, non va da nessuna parte”, concludono i Carc.
Non manca una citazione di Lenin: “La rivoluzione socialista in Europa non puo’ essere altro che l’esplosione della lotta di massa di tutti gli oppressi e di tutti i malcontenti”.
L’Italia si ferma/Ingroia: “Valide le ragioni della protesta, ipocriti gli antifascisti da salotto”