«Se Montante dice il vero, Musumeci non può restare un minuto di più alla guida della Regione». A dirlo è il presidente della commissione regionale Antimafia Claudio Fava, dopo avere appreso dei possibili contatti tra l’ex capo di Confindustria, condannato in primo grado a 14 anni perché ritenuto al vertice di un’associazione a delinquere dedita alla corruzione e allo spionaggio, e il governatore. La notizia è stata riportata questa mattina dai quotidiani La Sicilia e La Repubblica e fa riferimento ai contenuti di alcuni verbali in cui gli inquirenti hanno raccolto le parole di Montante.
L’ex paladino dell’Antimafia, tutt’ora al centro di altre indagini, ha detto di avere avuto un rapporto stretto con il governatore fino a poco prima del proprio arresto, avvenuto a maggio del 2018, e quindi ben oltre il momento in cui Musumeci è stato eletto a palazzo d’Orleans. Montante ha affermato di avere più volte parlato con Musumeci che lo avrebbe cercato anche per ricevere consigli. La ricostruzione contrasterebbe con quanto dichiarato dallo stesso governatore davanti alla commissione regionale Antimafia. «Dai verbali d’interrogatorio si apprende che il presidente della Regione lo avrebbe (a Montante, ndr) utilizzato come suo spin doctor per le politiche industriali della Regione, nonostante Antonello Montante all’epoca fosse indagato da più di due anni per concorso in associazione mafiosa», denuncia Fava.
«Ciò che appare ancor più grave è che il presidente Musumeci, audito in Commissione antimafia il 29 novembre 2018 – ha aggiunto Fava – ha più volte ripetuto che gli unici suoi incontri con Montante erano quei tre riportati nell’agenda dell’imprenditore, e dunque risalivano tutti al 2015. “Dal 2015 non ho più avuto, nè telefonicamente nè personalmente, rapporti con il dottor Montante”», ha ricordato il deputato regionale riportando la dichiarazione di Musumeci.
Per il presidente della commissione regionale Antimafia la chiarezza va fatta subito. «Se Montante s’è inventato tutto, comprese le molte partite a bocce e i molti pranzi insieme, Musumeci avrebbe dovuto denunciarlo immediatamente per calunnia invece di tacere, come fa da quando s’è appreso sulla stampa di questa testimonianza – ha incalzato Fava -. Se Montante dice il vero, Musumeci non può restare un minuto di più alla guida della Regione: al di là dell’inopportunità di scegliersi, nei suoi primi mesi di governo, un indagato per mafia come consigliere economico, resterebbe il fatto gravissimo di aver ripetutamente e consapevolmente mentito – ha concluso Fava – a una commissione del Parlamento siciliano».
A condividere la posizione di Fava è anche Nicola Morra, presidente della commissione nazionale Antimafia. «Giustamente Fava ha avanzato la richiesta di dimissioni dello stesso Musumeci. Mi sembra logicamente inoppugnabile il ragionamento. Più si scava, e più il caso Montante fa emergere collusioni e complicità imbarazzanti per tanti uomini di potere», ha scritto il parlamentare nazionale ex Movimento 5 stelle su Facebook.
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