Come sempre, il Catania doveva vincere la sua partita in trasferta. Come sempre, non l'ha vinta e nulla ha fatto per riuscirci. Un pareggio che non serve, quello maturato sabato pomeriggio. E che riflette in fondo l'andamento di un'intera stagione trascorsa ad aspettare che qualcosa cambiasse. Non solo in campo
L’inutile zero a zero di Paganese-Catania Un risultato che dura da un’intera stagione
E niente, buon per noi che alla sfigatissima Paganese non importava un fico secco di vincere contro il Catania, bastandole il più squallido zero a zero per ottenere il suo modestissimo obiettivo di stagione: che poi era quello di rimanere in Lega Pro, e cioè esattamente lo stesso che il Catania faticosamente insegue da mesi e che non sa ancora se riuscirà a centrare. Buon per noi, davvero, che la squadra che giocava in casa in questa penultima partita del campionato (l’ennesima gara che i rossazzurri affrontavano con la certezza – purtroppo puramente retorica – di giocare per un unico risultato), buon per noi che la squadra di casa s’è arroccata a difendere il suo pareggio con una condotta prudente e a tratti ostruzionistica che sarebbe stata comprensibile se dall’altra parte ci fosse stata la Juventus o il Real Madrid, ma che è apparsa francamente eccessiva di fronte a un avversario inoffensivo come il nostro Catania.
Pure, i giocatori di casa non hanno esitato un momento a calciare in fallo laterale o direttamente in tribuna palloni che potevano magari giocare con più coraggio, se avessero avuto una qualche intenzione d’offenderci. Il nostro portiere, in più occasioni, è stato costretto a far da raccattapalle per recuperare la sfera che i ragazzini a bordo campo, fosse stato per loro, avrebbero dimenticato per ore sotto qualche cartellone pubblicitario. E a pochi minuti dalla fine è pure capitato che uno spettatore, fortuitamente raggiunto dal pallone spazzato sugli spalti da non so bene chi, se lo sia abbracciato con l’evidente intenzione di portarselo a casa, usarlo per giocarci con i suoi figli e soprattutto lasciar passare senza preoccupazioni qualche altra decina di quei secondi che separavano la sua squadra dal fischio finale.
Meno male, sì, che la Paganese l’ha presa così. E dire che il dio del calcio, per quel che può importare agli dei un Paganese-Catania, non era sembrato per l’occasione indisponibile ad aiutare i rossazzurri. E aveva dato prova delle sue buone intenzioni dapprima decimando preventivamente la formazione di casa, scesa in campo senza una sfilza di giocatori importanti di cui non farò il nome, sia perché non importerebbe a nessuno, sia perché sinceramente non ne conosco nemmeno uno. Poi, facendo infortunare dopo appena un quarto d’ora un attaccante assai pericoloso, uno da quindici gol in ventiquattro partite, di nome Caccavale; e soprattutto regalando a Plasmati una di quelle occasioni che non capitano spesso nella vita di un’attaccante. Un’occasione fabbricata dalle mani di un ragazzino di diciassette anni, Davide Borsellini, schierato per l’occasione a difendere la porta della Paganese, che alla fine del primo tempo è ruzzolato a terra per agguantare la palla, se l’è vista rimbalzare tra erba e faccia, ne ha perso il controllo e l’ha involontariamente depositata sul piede di Plasmati, cui non sarebbe stato difficile centrare una porta così ingenuamente lasciata indifesa. Senonché l’esperto Gianvito è riuscito ad andare a prendere proprio il palo, sprecando l’occasione di dare al destino quella zampata che avrebbe potuto cambiarlo. E rassegnandosi poi, come tutti i suoi compagni, al lento decorso della partita verso uno zero a zero tanto inutile quanto annunciato.
Una rassegnazione che è, in fondo, la fotografia di ciò che sta accadendo quest’anno. Un anno che ci ha visti spettatori sempre meno illusi di una vicenda sportiva incapace di produrre un acuto, una svolta, uno scatto di orgoglio. E ugualmente spettatori, ma ancor meno speranzosi, di una vicenda societaria consumata nella vana attesa di un qualche passaggio di mano che consegnasse definitivamente al passato chi ha ridotto il Catania allo stato in cui si trova oggi. Un inutile zero a zero, quello sul campo della Paganese, che insomma riflette l’altrettanto inutile zero a zero che continua a registrarsi sul campo delle sempre più ipotetiche trattative di cessione della società. Cessione senza la quale non si riesce a immaginare che futuro possa esserci, date le vicende economiche e giudiziarie che interessano il suo proprietario.
E niente, l’attesa sportiva durerà certamente per un’altra settimana, in cui al Catania non potrà bastare pensare a vincere la sua partita, dipendendo ormai il suo destino dai risultati delle squadre che in classifica lo sopravanzano di qualche punto. Ed è ormai altamente probabile che si protragga ancora, fino allo spareggio per provare ad evitare la serie D. Non è che ci sia bisogno di tutti questi commenti.