Tanto tuonò che piovve. Dopo 49 partite consecutive la Juventus ha dovuto ammainare bandiera bianca proprio quando aveva di fronte la rivale principale per lo scudetto -l’Inter – la squadra che più di tutte è stata sua “nemica” nel corso di questi ultimi 15 anni. Sconfitta ancora più bruciante se si pensa che è arrivata nel proprio stadio dove mai nessuno si era permesso tanto ardire. (sotto, a sinistra, foto tratta da sportemotori.blogosfere.it)
Eppure la partita era iniziata sotto i migliori auspici; non erano passati neanche 20 secondi e la Juve era già in vantaggio: scatto in profondità di Asamoah, palla messa in mezzo e gol facile facile di Vidal con una difesa interista del tutto addormentata. Naturalmente il ghanese era in fuorigioco al momento di ricevere palla e se poi la partita non avesse preso tutta un’altra piega avremmo assistito ad interrogazioni parlamentari, altro che spread.
Ma Tagliavento andava presto in bambola, ancora una volta aiutato dal suo collaboratore di linea che, unico in tutto l’universo mondo, non si avvedeva di un fallo di Lichtsteiner meritevole del cartellio giallo e della conseguente espulsione.
In mezzo, la Juve aveva avuto l’occasione di chiudere la partita, soprattutto sull’asse Pirlo-Marchisio col secondo che sprecava tirando addosso ad un disperato Handanovic. La mossa tattica di Stramaccioni – Milito, Palacio e Cassano, con i primi due ad attaccare immediatamente Pirlo in fase di impostazione – non sembrava funzionare e l’Inter riusciva ad impensierire Buffon solo grazie ad una punizione di Cassano fuori di poco.
Anzi, era la Juventus ad andare ancora vicino al raddoppio ancora con Vidal. Al ritorno in campo la partita cambiava, a giudizio di Milito perché l’Inter aveva saputo del gol irregolare, ma forse perché la Juve pativa l’infortunio di Vucinic e non riusciva più a rendersi pericolosa.
Più tranquilla, l’Inter cominciava prima a pareggiare i conti con gli errori arbitrali sfruttando la cattiva coscienza di Tagliavento con interventi così pesanti da rasentare l’intimidazione. Poi Marchisio completava il suo brutto rientro tirando la maglia in area a Milito. E poi, un minuto dopo l’uscita di Cassano, era lo stesso Principe a riprendere una ribattuta di Buffon sul tiro del neo-arrivato Guarin. (a destra, foto tratta da sport.it)
La Juventus è apparsa stordita e del tutto incapace di trovare il bandolo della matassa e l’ingresso di Mudingay ha contribuito a tenerla ben lontana da Handanovic. Partita chiusa al 90° grazie ad un passaggio filtrante dell’ottimo Nagatomo che trovava Palacio del tutto solo davanti a Buffon.
L’Inter si porta così ad una sola lunghezza dalla Juventus e con un morale a mille che proverà a sfruttare fin da domenica prossima a Bergamo.
Oggi per il Napoli ci sarà la possibilità di avvicinare il duo di testa ma rimane la sensazione di un campionato abbastanza mediocre.
Juventus – Inter 1-3
1° Vidal; 58° (rig) e 74° Milito; 89° Palacio
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