Quando l’allarme ha suonato e ha avvisato che c’era stata un’intrusione, i ragazzi dei Briganti rugby di Librino non si sono preoccupati subito. Era successo altre volte che accadesse, e finora si era sempre trattato di qualche randagio che era riuscito a entrare nella struttura ma non sapeva più come uscirne. Però, comunque, sono andati a controllare, l’indomani mattina. Tutto in regola, a una prima occhiata. È stato necessario aspettare qualche giorno: un giovane del quartiere, passando sul retro del campo (dove c’è la nuova pista ciclabile), si è accorto che dall’edificio era stato divelto un pannello di legno. Così ha chiamato i responsabili della squadra che da anni insegna il rugby ai giovanissimi del quartiere. E stamattina è avvenuta la scoperta: qualcuno era riuscito a entrare, probabilmente con una scala, passando attraverso quel pannello staccato.
Da una prima ricognizione, sembra che non sia stato rubato nulla di particolare valore: due amplificatori, gli spiccioli di una raccolta fondi e del materiale elettrico usato dagli attivisti per le piccole riparazioni all’interno della club house. «Non sappiamo dire di preciso quando sia avvenuto il furto – spiega a MeridioNews Giuseppe Patanè, responsabile del progetto di mini rugby con i bambini più piccoli – Noi non entravamo da poco prima del lockdown, quando sono stati interrotti gli allenamenti». Poco più di un mese, dunque. «Non possiamo dire se abbiano fatto tutto quando è scattato l’allarme o se, invece, proprio quello li abbia messi in fuga e siano tornati a finire il lavoro in un’altra occasione», continua.
I quadri elettrici che alimentano le telecamere di videosorveglianza sono stati divelti, ma gli attivisti stanno studiando le immagini riprese, per comprendere se siano stati registrati elementi utili alle indagini delle forze dell’ordine. La denuncia dovrebbe essere formalizzata nelle prossime ore. «L’inventario di quello che è stato rubato è sommario – prosegue Patanè – quando riusciremo a controllare meglio, saremo in grado di dire con certezza se si siano limitati a quello o se sia stato rubato anche altro di cui ancora non ci siamo accorti. È una brutta sensazione».
A gennaio 2018, un incendio doloso aveva distrutto la sede delle attività della squadra in via del Giaggiolo. Da quel momento in poi, era partita una gara di solidarietà che aveva portato dopo pochi mesi all’inaugurazione di una nuova club house. Stavolta intitolata a Pippo Peppe, il nomignolo con il quale era noto Giuseppe Mastroeni. Giocatore dei Briganti, musicista e ingegnere informatico portato via da una malattia a marzo 2016. Perché l’incendio fosse acqua passata e i lavori terminassero ci è voluto, però, un anno intero. E così solo da gennaio 2019 la vita della squadra era tornata alla normalità, nonostante le difficoltà dovute al cantiere avviato per rifare il campo di rugby ma rimasto per mesi interi bloccato. Poi ripartito e adesso fermo di nuovo a causa del Covid-19.
«Dentro alla club house abbiamo trovato la scala attaccata al muro, forse usata per scappare dopo il furto – conclude Giuseppe Patanè – Purtroppo in questo momento andare al campo è particolarmente complicato: visto che non ci si può spostare, io stesso che sono di Acireale ho difficoltà a muovermi verso Librino». L’obiettivo, però, è sistemare tutto in fretta, quando sarà possibile. E, come prima azione, ripristinare l’impianto di videosorveglianza per sentirsi più sicuri.
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