Parte da Palermo il lavoro della regista Di Giacomo che dopo un anno di riprese in chiese e comunità locali ha realizzato un lavoro che ritrae da un punto di vista laico una zona d'ombra della nostra società e racconta di un malessere diffuso. «Un film difficile, spero possa arrivare al pubblico la serietà con cui è stato realizzato»
Liberami, l’anteprima del docufilm sull’esorcismo «Non abbiamo visto paranormale, ma sofferenza»
La Sicilia assieme alla Lombardia sono tra le regioni più fornite di esorcisti, nell’Isola sono circa venti quelli che lavorano quasi senza sosta. Ed è proprio dalla Sicilia e da Palermo che parte il lavoro di indagine della regista Federica Di Giacomo che dopo un anno di riprese in alcune chiese e comunità locali ha realizzato il docufilm Liberami, l’unico film italiano a vincere, pochi giorni fa, al Festival di Venezia, nella sezione Orizzonti. Ieri l’anteprima nazionale a Palermo alla presenza della regista, del produttore Francesco Virga, di alcuni preti protagonisti del film e anche di alcuni personaggi chiave tra cui Padre Cataldo di 77 anni, presenti anche Alessandro Rais e l’assessore regionale al turismo Antony Barbagallo.
«È stato un film difficilissimo – spiega la regista -, tutto è nato da un articolo che ho letto su un corso di formazione per esorcisti che si teneva a Roma, questo mi ha incuriosito e ho cominciato a fare alcune ricerche. Così ho conosciuto padre Carmelo La Rosa, il primo sacerdote con cui ho parlato e grazie a lui abbiamo avuto i permessi per girare in chiesa. Questo è un film che si muove da un punto di vista laico, mai nessuno ci ha chiesto se fossimo credenti. Non è un film facilissimo ma spero possa arrivare al pubblico la serietà e l’onestà con cui lo abbiamo realizzato».
Un film documentario sul ritorno della pratica dell’esorcismo nella società contemporanea, un fenomeno sempre più in aumento. Il film, che ha imposto il cinema del reale al Festival di Venezia, è stato realizzato con il sostegno della Sicilia Film Commission. Gran parte del film è stata girata proprio a Palermo. «Non ho mai avuto paura, tranne quando fummo invitati al primo esorcismo, la notte prima non riuscii a dormire, io e il montatore eravamo terrorizzati – aggiunge Di Giacomo – ma poi, il paranormale lo abbiamo sentito poco, abbiamo visto invece tanta sofferenza. Nelle varie comunità che abbiamo incontrato gli esorcismi sono pratiche che fanno parte del quotidiano, c’è la signora con le buste della spesa, quindi ci siamo sentiti subito a nostro agio».
«Ho aiutato prima Federica ad avere il supporto della Regione, poi a poco a poco scoprendo il progetto, la serietà del lavoro di Federica, mi ha affascinato e ho deciso di contribuire – dice il produttore Francesco Virga – Non è un film facile perché guarda una zona d’ombra, oggi si tende più a rassicurare che a turbare il pubblico, e il film di Federica turba. Alla fine ci ha convinto tutti con la sua dedizione. È evidente che c’è del malessere diffuso, ognuno poi lo chiama come vuole e lei con il suo film prova a fare in modo che ogni persona che lo guarda si dia la propria risposta».