È il miglior marcatore di tutti i tempi del Palermo con 81 reti, il goleador assoluto in serie A con 74 centri; dei rosanero è anche il giocatore con più presenze in massima serie, 165. Numeri che gli hanno consentito di ritagliarsi uno spazio intoccabile nel cuore dei tifosi rosanero e che difficilmente verranno sbiaditi dai nuovi guai giudiziari che lo vedono protagonista. Anche adesso che vive lontano dal capoluogo siciliano.
Miccoli oggi è il capitano del Lecce, la sua città natale. La curva nord del Palermo non ha dimenticato le sue prodezze. La sua esultanza mentre imita il gesto tipico di The Undertaker per anni ha reso felice ogni palermitano tifoso dei colori rosanero. Ma Palermo ha amato Miccoli anche fuori dal campo di gioco. Anche quando nell’ultima conferenza stampa lo ha visto chiedere scusa in lacrime.
Le intercettazioni che hanno svelato le relazioni pericolose tra l’ex capitano Miccoli e Mauro Lauricella, figlio di Antonino detto «U scintilluni», boss del mandamento cittadino della Kalsa (in manette dopo la latitanza iniziata nel 2005) oggi si concretizzano. La Dia di Palermo ha arrestato Mauro Lauricella e Gioacchino Alioto, accusati di estorsione aggravata nell’ambito dell’inchiesta in cui, per lo stesso reato, è indagato anche il calciatore del Lecce. Il giocatore avrebbe incaricato l’amico Mauro di recuperare alcuni crediti. Secondo il quotidiano online Lettera43.it nel Palermo calcio dell’era Miccoli, sembra esistesse una dolce vita palermitana fatta di rampolli emergenti delle cosche mafiose, che avevano stretto rapporti con alcuni campioni coinvolgendoli in party e feste sotto la protezione compiacente dei clan malavitosi. Proprio nel caso dell’ex capitano rosanero, il rapporto di amicizia tra il figlio del boss Lauricella e il bomber nasce a seguito del furto subito all’interno della sua villa di Monreale tra il 2009 e il 2010. In quel periodo il giocatore inizia a farsi vedere nei locali palermitani insieme al figlio dello ‘scintilluni’.
La loro amicizia è testimoniata anche dalle intercettazioni telefoniche che oggi sono al vaglio della procura di Palermo. L’interesse dei pm si è concentrato su alcuni dialoghi tra i due. In auto i due cantavano: «Quel fango di Falcone». E non è l’unico riferimento del bomber al magistrato ucciso nella strage di Capaci, insieme con la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta. In un altro dialogo, intercettato dagli investigatori, Miccoli e Lauricella danno appuntamento a un altro amico, dicendogli: «Vediamoci davanti all’albero di quel fango di Falcone».
Toni che stridono con quelli usati da Miccoli durante le partite del cuore, quando dedicava i suoi gol proprio a Falcone e Borsellino. Ma non è tutto, perché Miccoli si è ritrovato coinvolto in una nuova vicenda, questa volta per colpa di un altro giovane vicino alle famiglie mafiose palermitane, Giacomo Pampillonia. Che ha pubblicato su Facebook un’intera serie di fotografie che lo ritraggono in compagnia del giocatore e di Lauricella. Mercoledì 3 luglio 2013 Pampillonia è stato arrestato nel corso dell’operazione ribattezzata «Alexander» in cui sono state coinvolte altre 30 persone accusate di essersi accordate per la spartizione del mercato della droga nel capoluogo siciliano.
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