I giovani siciliani senza lavoro sono quasi il 50 per cento del totale e nei primi sei mesi 2015 sono state autorizzate otto milioni di ore di cassa integrazione. Sono i dati della sede isolana dell'Istituto nazionale di previdenza sociale. «Le altre regioni danno segni di ripresa, noi siamo in stagnazione»
L’economia sommersa in Sicilia secondo l’Inps Tra disoccupazione e «preoccupante lavoro nero»
In Sicilia aumentano i contenziosi nei confronti dell’Inps, i dati della disoccupazione giovanile sfiorano il 50 per cento, nei primi sei mesi del 2015 sono state autorizzate quasi otto milioni di ore di cassa integrazione. Sono dati sconfortanti quelli snocciolati oggi da Franco Gioia, presidente di Inps Sicilia, e dalla direttrice Maria Sciarrino. Nel corso di una conferenza stampa, i vertici dell’Istituto di previdenza sociale nell’Isola hanno fatto il punto della situazione. Facendo emergere i tanti lati oscuri dell’economia siciliana. A partire dal lavoro nero. «Operiamo in una condizione di estrema difficoltà – spiega Gioia – dovuta alla permanenza della crisi economica che si registra in Sicilia. In un momento in cui le altre regioni cominciano ad avvertire qualche segnale di ripresa, noi siamo in profonda stagnazione. Possiamo dirci fortunati se il tasso di crescita a fine anno sarà zero, visto che è stato in segno negativo. Stiamo subendo tutti queste politiche di austerità. Se poi pensiamo a tutti i balzelli di tasse sempre più pesanti, i consumi si ridimensionano sempre più».
«Se al Nord si registra un numero maggiore di contratti – dice Franco Gioia – in Sicilia non accade. Non siamo in presenza di una crescita economica. È vero, ci sono state novemila assunzioni, ma si tratta di precari che usano l’opportunità di tre anni di decontribuzione». «Se un’azienda non produce a cosa serve la decontribuzione? – spiega ancora il presidente di Inps Sicilia – Le attuali ricette che arrivano da tutte le parti, certo non incoraggiano. È vero che ci sono regioni più virtuose nel Mezzogiorno, dove si registra un tasso di crescita che non si registra in Sicilia». E per quanto riguarda la cassa integrazione, ecco i numeri: nel periodo gennaio-maggio 2013 sono state autorizzate 16 milioni 341 ore di cig, nello stesso periodo del 2014 sono state 10 milioni 751. Nei primi cinque mesi di quest’anno scendono a sette milioni e 747 ore. «Si passa dalla disoccupazione al nulla. Mica ci sono aziende che assumono». «L’azienda che è subentrata alla Fiat di Termini Imerese – aggiunge – ha chiesto la cassa integrazione. Ci possono essere aziende che sono in una fase in cui si pensa che si possano riprendere». E sul Jobs act il presidente di Inps Sicilia dice: «Tra i dati del Jobs act e i dati forniti dalla Cig c’è una corrispondenza».
Occhi puntati soprattutto sulla vigilanza: «C’è un decreto nazionale – sostiene Gioia – che vuole mettere ordine nei controlli, mettendo insieme tutta la vigilanza formata da Inps, Inail, Gdf e ispettorato. In maniera tale che si possano coordinare». «In Sicilia il lavoro nero è preoccupante – prosegue – non solo nell’agricoltura, ma anche nel turismo. Negli alberghi, ad esempio, accade di tutto e di più. L’obiettivo dell’Inps non è scovare il lavoro nero, ma trovare chi non versa i contributi». E si rivolge al Governo della Regione: «Deve assumersi la responsabilità della vigilanza».
«Con i nuovi vertici dell’istituto si è deciso di puntare sulla trasparenza – interviene Maria Sciarrino – In questi giorni abbiamo inviato 18mila estratti conto ai dipendenti pubblici. Abbiamo lavorato molto. L’idea è quella che l’Istituto si apra maggiormente ai contribuenti. Qui devono sentirsi a casa. Non è più tollerabile un regime sanzionatorio. Ma quello non è un problema regionale o nazionale che riguarda l’Inps, bensì è il governo che dovrebbe farsi carico del cambiamento. Occorre uno sforzo per un’apertura maggiore da parte di tutti».