Descrivere quello che non va bene capovolgendo il punto di vista. Così i marciapiedi dissestati diventano dei mosaici, le erbacce un giardino zen e le buche sono una maniera per esercitarsi nel moonwalk. È l'idea alla base di una web serie realizzata da Documenta Otp. Protagonista una originale prof inglese
Learn english in town, serie per raccontare la città «Non accusiamo, attiriamo l’attenzione con ironia»
Mostrare cosa non va a Catania capovolgendo in maniera ironica il punto di vista. Le buche? Utili per esercitarsi nel moonwalk. I marciapiedi dissestati? «Dei mosaici romani». Le erbacce? «Un giardino zen». È l’idea alla base della web serie Learn english in town, lezioni a metà tra la lingua e l’educazione civica realizzate da Alessandro Aiello e Giuseppe Di Maio, componenti dell’associazione Documenta Otp. «Il nostro intento non è accusare il comportamento sbagliato, ma attirare l’attenzione utilizzando l’ironia», racconta Aiello. «L’atteggiamento di denuncia esclude molte persone, alla fine a parlare sono sempre gli stessi». «Quello che facciamo è ridicolizzare non le persone, ma i loro comportamenti sbagliati», fa eco Di Maio. «Per raccontare la città abbiamo deciso di cambiare la prospettiva con la quale la vediamo – dice Alessandro Aiello – Era un’idea che avevo in mente da tempo e finalmente abbiamo trovato la formula: le lezioni, il format della web serie e Jane».
Learning English in Town from documenta/O.T.P. on Vimeo.
Protagonista della serie è Jane J. «Sono originaria di Londra, ma vivo da otto anni qui», racconta con un inconfondibile accento. «È difficile fare un paragone con l’Inghilterra – sorride – A Catania ci sono molti problemi, ma è una città molto viva». Il primo viaggio della donna – che gestisce un negozio di abiti e accessori in via Umberto e insegna inglese – risale a 25 anni fa. «Sono venuta in vacanza con mio marito, lui è siciliano, e sono rimasta a bocca aperta per l’architettura e tutte le opere d’arte – ricorda – Ma quando abiti qui allora sì che si notano gli altri problemi».
Aiello e Di Maio hanno già realizzato i primi cinque episodi di Learn english in town e sono alla ricerca di finanziatori e inserzionisti. «Ogni puntata è tematica, affronta un problema alla volta», spiegano. Dietro ognuna c’è un grande lavoro di scrittura. «Con Jane studiamo gli elementi, per trovare l’elemento positivo della questione». Il passo successivo è studiare di chi sia la responsabilità: «Sociologicamente cerchiamo di capire chi provoca il problema, se è la città o i cittadini», continua Alessandro Aiello. «La città è mal progettata è scollata da chi la vive – interviene Giuseppe Di Maio – E i residenti non fanno altro che aggravare la situazione».
Alla base del lavoro dei due videomaker c’è la Teoria dei vetri rotti. «Le persone tendono a distruggere quello che percepiscono già rovinato», riassume Aiello. L’obiettivo dei componenti di Documenta Otp è produrre nuovi episodi, coinvolgendo altri protagonisti. «Sarebbe interessante affiancare a Jane dei veri studenti – ipotizza Di Maio – I più giovani guardano inevitabilmente con occhi diversi la città. Potrebbero darci nuovi spunti e prospettive».