Le mani su fondo Luparello

La Regione siciliana rispolvera un progetto ‘intelligente’ e ‘innovativo’: massacrare uno degli ultimi ‘polmoni verdi’ di Palermo, nel solco della ‘cementificazione’ cara ai Lima e ai Ciancimino. E’ questo, in soldoni, il progetto di un nuovo quanto improbabile centro direzionale della Regione. Un’opera faraonica pensata solo per mettere in circolo un giro vorticoso di soldi pubblici. Un fiume di denaro da spartire tra progettisti, consulenti, ‘appaltisti’ e via continuando. Basti pensare – per dirne una – che la strada per collegare l’opera agli svincoli autostradali (autostrada Palermo-Trapani-Mazara del Vallo e Palermo-Catania-Messina) costerebbe più della stessa opera. Un’esagerazione? No, la verità nuda e cruda. Il centro direzionale costerebbe circa 200 milioni di euro. Mentre le strade di collegamento alle autostrade costerebbero 800 milioni di euro. Appalti (e, soprattutto, soldi) per tutti, insomma.
Per non parlare del tremendo impatto ambientale, visto che le strade per collegare il centro direzionale con le autostrade dovrebbero passare sulle ‘teste’ (cioè a due passi) dalle abitazioni di migliaia di palermitani. Gente che si ritroverebbe con le polveri dei pneomatici sotto casa. Uno ‘spasso’ per i polmoni e, di conseguenza, per la salute (va da sé che migliaia di cittadini palermitani, una volta informati di quest’ultima follia della Regione, si rivolgerebbero subito alla Giustizia).
La zona dove dovrebbe vedere la luce il centro direzionale è quella dove oggi ha sede l’Istituto Zootecnico, proprio sotto Baida. E’ qui, in questa grande contrada denominata ‘Luparello’, che dovrebbe sorgere questa nuova mega opera pubblica. Un’idea che la Regione siciliana, in verità, insegue vanamente da tempo.
Storicamente, tutti quelli che hanno provato a realizzare a Palermo il centro direzionale hanno fatto una fine ingloriosa. Tanto che si pensava che a nessuno venisse in testa di riesumare l’affare. Invece c’è chi ci ha pensato. Il nuovo e ‘geniale’ progetto scaturisce dalla mente fervida di un nostro governante. Il suo nome è Gaetano Armao, avvocato, docente universitario di materie giuridiche e, da qualche tempo, anche assessore regionale (in questo momento si occupa di economia e bilancio).
Riusciranno gli attuali governanti siciliani a distruggere questo grande spazio verde? Fondo Luparello, lo ricordiamo, è un parco storico ed archeologico di epoca borbonica che si distende per circa 61 ettari. Una grande area verde che andrebbe tutelata. Un luogo visitato annualmente da migliaia di studenti.
L’assessore Armao ha dichiarato tempo fa al quotidiano la Repubblica: “Quest’area è la sede ideale per ospitare gli assessorati della Regione. L’intenzione è quella di legare l’opera alla realizzazione della bretella pedemontana”.  La zona, però, è a rischio idrologico e, ad oggi, è inaccessibile ai mezzi urbani. La realizzazione del progetto, secondo molti osservatori, potrebbe provocare un vero e proprio disastro ambientale. Le strade asfaltate prenderebbero il posto del verde. Le automobili di tutti i dipendenti che si recherebbero a lavoro nel nuovo centro direzionale finirebbero col rendere invivibile tutta la zona. Il caos sarebbe assicurato.
Circa un anno fa i protagonisti del forum delle associazioni (Amici dei musei, Associazioni dimore storiche, Fai, Italia nostra, Amisa e Salvare Palermo), insieme con i rappresentanti del Wwf, di Legambiente e al consigliere comunale di Sel, Nadia Spallitta, hanno  stilato un atto ufficiale presentato al Comune. Un documento che propone la trasformazione di fondo Luparello in un parco storico sottoposto a vincolo paesaggistico.
In verità ,stando alle carte, il centro direzionale regionale dovrebbe essere collocato in un altro terreno palermitano: fondo Uditore, conosciuto anche come fondo Gelsomino. Proprio quei 70 mila metri quadrati di terreno che l’assessore Armao, qualche giorno fa, ha consegnato simbolicamente al Corpo forestale e che, grazie ad una delibera di giunta regionale, dovrebbe diventare parco urbano della ‘Memoria e della Legalità’. Poi, ovviamente, nel nome della ‘Memoria’ (di Lima e Ciancimino?) e della ‘Legalità’ (fatta di parole?) il governo della Regione vorrebbe a ‘chiudere’ l’operazione centro direzionale a fondo Luparello a colpi di appalti da centinaia di milioni di euro. O magari, molto più plausibilmente, avviare la progettazione di massima che, su un progetto di circa un miliardo di euro, risulterebbe un bel ‘boccone’ per i professionisti chiamati (come? a ‘umma ‘umma o con un bando pubblico?) a redigerlo.
“Forse Armao non sa – dice il presidente della commissione Urbanistica del Comune di Palermo Nadia Spallitta, esponente di spicco di Sinistra ecologia e libertà – che se, il Comune non approva una variante urbanista per fondo Uditore, il terreno non potrà mai diventare parco pubblico. Siamo ben felici dell’interessamento dell’assessore regionale all’Economia, ma vorrei ricordare che la battaglia per fondo Uditore dura da circa un anno e mezzo e che, oltre ad essere state depositate 7 mila firme,  esiste una delibera in giunta comunale dimenticata da tutto il consiglio. Se l’assessore Armao ha questa sensibilità per il rispetto del territorio, sono contenta come palermitana e come cittadina impegnata in politica. Lo invito a fare una battaglia insieme a noi per la salvaguardia di fondo Luparello e di tutto il territorio palermitano”.
Perché l’assessore Armao si fa carico di una battaglia sociale per restituire un parco urbano a Palermo? Guarda caso, proprio questo parco insiste sui terreni che erano destinati ad ospitare il futuro quanto improbabile centro direzionale regionale.
Il Presidente dalla commissione Urbanistica di Palermo definisce “assurdo” il progetto della Regione per fondo Luparello. E spiega: “Il progetto è un invito all’uso dell’automobile. Non esiste, infatti, nessun sistema di comunicazione di massa a servizio di questo territorio, per cui dovrebbe crearsi un nuovo percorso stradale per accedere agli uffici”. Quindi la stoccata finale, pesante come un macigno: “La Regione – sottolinea Nadia Spallita – dopo aver dismesso un immenso patrimonio immobiliare ed essere stata costretta ad affittare gli uffici venduti, oggi vorrebbe costruire questo enorme polo, pur disponendo di un vasto patrimonio di immobili confiscati o dismessi, o caserme…”.
Sulla vicenda Fondo Luparello interviene anche  Angelo Palmieri del Wwf: “Noi siamo contro il consumo del suolo. Fondo Luparello è una zona alluvionale, paludosa. E’ inadatto dal punto di vista idrologico alla costruzione di qualsiasi imponente struttura. L’assessore Armao non sarà informato, forse, delle condizioni del suolo di Fondo Luparello. Trovo inspiegabile la costruzione di un centro direzionale regionale. A Palermo, lungo l’asse che va da via Libertà alla Stazione centrale, sono presenti numerosi assessorati regionali. Perché non continuare a distribuirli lungo questo asse?”.


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La regione siciliana rispolvera un progetto 'intelligente' e 'innovativo': massacrare uno degli ultimi 'polmoni verdi' di palermo, nel solco della 'cementificazione' cara ai lima e ai ciancimino. E' questo, in soldoni, il progetto di un nuovo quanto improbabile centro direzionale della regione. Un’opera faraonica pensata solo per mettere in circolo un giro vorticoso di soldi pubblici. Un fiume di denaro da spartire tra progettisti, consulenti, ‘appaltisti’ e via continuando. Basti pensare - per dirne una - che la strada per collegare l'opera agli svincoli autostradali (autostrada palermo-trapani-mazara del vallo e palermo-catania-messina) costerebbe più della stessa opera. Un’esagerazione? no, la verità nuda e cruda. Il centro direzionale costerebbe circa 200 milioni di euro. Mentre le strade di collegamento alle autostrade costerebbero 800 milioni di euro. Appalti (e, soprattutto, soldi) per tutti, insomma.

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La regione siciliana rispolvera un progetto 'intelligente' e 'innovativo': massacrare uno degli ultimi 'polmoni verdi' di palermo, nel solco della 'cementificazione' cara ai lima e ai ciancimino. E' questo, in soldoni, il progetto di un nuovo quanto improbabile centro direzionale della regione. Un’opera faraonica pensata solo per mettere in circolo un giro vorticoso di soldi pubblici. Un fiume di denaro da spartire tra progettisti, consulenti, ‘appaltisti’ e via continuando. Basti pensare - per dirne una - che la strada per collegare l'opera agli svincoli autostradali (autostrada palermo-trapani-mazara del vallo e palermo-catania-messina) costerebbe più della stessa opera. Un’esagerazione? no, la verità nuda e cruda. Il centro direzionale costerebbe circa 200 milioni di euro. Mentre le strade di collegamento alle autostrade costerebbero 800 milioni di euro. Appalti (e, soprattutto, soldi) per tutti, insomma.

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