Mettersi in discussione, realizzarsi e ricominciare da capo: un percorso compiuto già in due occasioni e che sta per cominciare una terza volta.
Luca Naso, 39 anni di Caltagirone e catanese d’adozione, ha già vissuto tante esistenze diverse, tutte unite dallo stesso filo conduttore: quello di rincorrere e dare corpo ai propri sogni, a prescindere dalle difficoltà e dagli ostacoli che si incontrano lungo il percorso.
È stato così per la sua carriera da
astrofisico che, dopo l’università di Catania e un dottorato di ricerca a Trieste, lo ha visto lavorare come ricercatore a Padova, Varsavia e Oxford, fino a giungere a Pechino. Dopo il biennio cinese, ecco il ritorno in Sicilia: un percorso inverso a quello di tanti suoi coetanei, dettato dalla volontà di rincorrere il sogno di diventare un esperto di big data e tecnologie digitali. Il lavoro all’ombra del Vulcano è soddisfacente: la sua terza passione, la corsa, ha iniziato però a bussare prepotentemente alla porta, conducendolo alla decisione di abbandonare tutto per dedicarsi a un amore coltivato sin dal 2009. È così che nasce la volontà di unire idealmente la penisola con l’originale idea del Giro dello Stivale.
Un Paese, venti regioni, 8300 chilometri da percorrere in due tappe da 15 chilometri al giorno, per sei giorni alla settimana. Una corsa che partirà giorno 1 gennaio 2020, per concludersi il 31 dicembre. «
Correre il rischio di sognare», ha scritto Luca all’interno del sito. Un concetto che specifica meglio a MeridioNews: «Questa idea è nata come quei sogni che si fanno di notte. La passione per la corsa reclama sempre più spazio dentro di me e si è concretizzata nella realizzazione di questa iniziativa. Tutto è venuto in maniera naturale – ammette Luca Naso – ed è partito dal mio amore per il running».
«Il concetto alla base della mia impresa è che non dobbiamo cedere agli alibi. Il nostro cervello – ricorda l’intervistato con precisione scientifica – si blocca davanti alle difficoltà, trovando scuse sempre diverse. Il non avere tempo, il non ritenere una cosa importante e il pensare che non ti cambi la vita sono solamente scuse. La paura di sbagliare, del fallimento e dell’ignoto sono le reali problematiche che ci bloccano nell’inseguire i nostri sogni. Voglio creare un modello che possa fungere da ispirazione generale, in modo tale che ciascuno, per il proprio obiettivo, possa trovare la forza di andare avanti. Siamo troppo spesso vittima dell’inerzia – ammette il runner – che ci tiene incatenati alla sedia».
Passando al lato pratico, relativo alla realizzazione di una impresa come quella di correre lungo i confini fisici e politici dell’Italia per un anno intero, Luca Naso ha adottato un approccio
step by step. «Applicherò – puntualizza – una gestione diffusa e condivisa. Chiunque si iscrive alla mailing list presente sul sito ha la possibilità di darmi un supporto, in termini di servizi (alloggio, vitto, trasporto bagagli, etc.)». I riscontri, a tre settimane dalla partenza, sono buoni: «Sto parlando con tante associazioni e persone comuni, è bello vedere l’entusiasmo che sta trovando la mia idea. Così facendo voglio creare una rete che mi aiuti lungo il percorso».
Ci sono già stati più di
150 iscritti in pochi giorni: un elemento che ha permesso di creare un piccolo team di appassionati e volontari con cui ha cominciato a gestire la comunicazione. «E’ fisicamente impossibile pianificare tutto e per scelta non avverrà. E’ bello che questa impresa si sviluppi e si evolva nel tempo». I momenti difficili, ovviamente, ci saranno: «Il lato fisico e mentale andrà gestito al meglio: anche la solitudine potrà essere uno strumento importante per crescere». Le proprie radici, ovviamente, correranno sempre con lui: «Ho sempre portato la Sicilia con me, sarà così anche in questa occasione. Questo giro dello stivale – conclude Luca Naso – è anche un modo di unire simbolicamente, dal basso, il nostro meraviglioso paese».
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