Il viceministro bubbico dispone il trasferimento degli immigrati di lampedusa e toglie il compagno di partito chaouki dall'obbligo autoimposto di trascorre le feste nel centro di accoglienza. Tutto risolto o una farsa?
Lampedusa, sgomberato il centro di accoglienza. Chaouki è libero, gli immigrati no.
IL VICEMINISTRO BUBBICO DISPONE IL TRASFERIMENTO DEGLI IMMIGRATI DI LAMPEDUSA E TOGLIE IL COMPAGNO DI PARTITO CHAOUKI DALL’OBBLIGO AUTOIMPOSTO DI TRASCORRE LE FESTE NEL CENTRO DI ACCOGLIENZA. TUTTO RISOLTO O UNA FARSA?
di Mauro Seminara
Il Viceministro dell’Interno Filippo Bubbico, del Partito Democratico, vanta le capacità e la solerzia con cui il governo italiano ha affrontato la situazione a Lampedusa. Nei giorni di “autoreclusione” del deputato Chaouki nel centro di accoglienza dello scandalo, quello di Lampedusa, ha costantemente interloquito con il Viceministro per trovare una soluzione al caso. Soluzione trovata, il soggiorno del deputato Pd può terminare, anzi, no. L’intenzione era quella di sgomberare del tutto il Cspa di Lampedusa ma, malgrado i due voli charter con cui sono stati trasferiti 198 immigrati, nella fatiscente struttura restano 17 persone. Sono tutti superstiti di naufragi, sette di loro sono sopravvissuti al naufragio del 3 ottobre. Non avevano tenuto conto della autorizzazione della Procura di Agrigento necessaria per poter trasferire i testimoni utili alla autorità giudiziaria. Nella speranza di riuscire a poter dire “abbiamo risolto il problema”, deputato e viceministro hanno anche vagliato l’idea di un soggiorno in hotel a Lampedusa.
Comunque il problema, per il governo italiano, è così risolto. Gli immigrati che hanno subito il trattamento degradante sperimentato anche dall’onorevole Khalid Chaouki, adesso verranno accolti nelle “gratificanti e confortevoli” strutture che il Ministero dell’Interno offre. A disposizione ci sono le più svariate offerte, dal Centro per Richiedenti Asilo di Mineo, – un ghetto in cui poter dimenticare qualche migliaio di persone – al centro di accoglienza di Crotone, dove trovano posto appena 1.600 persone rinchiuse da mesi in un piccolo campo di concentramento. Probabilmente più dignitose di Lampedusa dove ormai la sentenza sulla “inumanità” è stata pronunciata. Il giudizio però è stato solo pronunciato. Se oggi verrà del tutto sgomberato il Cspa di Lampedusa – e l’On. Chaouki potrà tornare felice e soddisfatto a casa – l’ente gestore incriminato non avrà più nulla da gestire. Non ci è dato sapere se con “rescissione” il ministro Alfano intendesse questo. Certo è che alla conferenza stampa tenutasi ieri a Palermo, in occasione della presentazione del nuovo amministratore delegato di Nuova Lampedusa Accoglienza, Legacoop ha precisato di non aver ancora ricevuto alcuna comunicazione in merito alla rescissione di contratto annunciata a gran voce da Alfano. Rescissione dubbia a questo punto, a meno che il governo non voglia rischiare di dover risarcire la non ancora silurata cooperativa.
Come in una partita a scacchi, l’ente gestore su cui erano state scaricate tutte le colpe sta movendo i propri pezzi. L’avvocato Roberto Di Maria, titolare di cattedra presso la facoltà di giurisprudenza dell’università di Palermo, è adesso il nuovo amministratore delegato della società consortile che gestisce il Cspa di Lampedusa. Alla prima mossa segue la predisposizione delle successive. Tra queste anche un ampio e documentato faldone con tutte le richieste e i solleciti che l’ente gestore inviava alla Prefettura di Agrigento per richiedere urgenti interventi strutturali nel centro di accoglienza. Richieste e solleciti che sono rimasti lettera morta. Nessuna risposta, neanche all’ultima, quella dei primi di ottobre. La Nuova Lampedusa Accoglienza aveva in quella data esposto dettagliatamente le gravi carenze della struttura proprio in merito al trattamento anti acariasi. A firma dell’allora amministratore delegato Cono Galipò, l’ente gestore richiedeva l’intervento o l’autorizzazione a procedere con propri mezzi alla realizzazione di un ambiente in cui poter somministrare il trattamento anti scabbia e isolare gli affetti da acariasi. Anche qui nessuna risposta, poi, due mesi e quattro giorni dopo un video girato all’interno della struttura e lanciato dal Tg2 mette alla gogna l’ente gestore.
A voler cogliere il lato umoristico e grottesco della vicenda, è sufficiente ascoltare con la dovuta attenzione tre voci. La prima è sicuramente quella del ministro Angelino Alfano che dice di aver esautorato il rapporto con la Nuova Lampedusa Accoglienza edi avere in mente la Croce Rossa quale successore nella gestione del Cspa di Lampedusa. La seconda voce è quella di Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana, e dice di non aver ricevuto nessuna proposta ufficiale aggiungendo che se il governo non gestisce quella struttura in modo decente, con gli interventi strutturali necessari e la dovuta regolare tempestività nei trasferimenti che evitino il sovraffollamento, Croce Rossa non potrebbe fare meglio di Lampedusa Accoglienza. La terza voce è quella di Giuliano Poletti, presidente di Legacoop (con cui Lampedusa Accoglienza è consorziata), e dice che il Ministero non ha probabilmente alcun elemento per ottenere la rescissione dell’appalto e che sono invece loro a stare valutando un abbandono della gestione di centri per immigrati se i presupposti per una buona gestione non vengono messi in atto dal governo. Quindi, il governo accusa, licenzia e propone senza avere diritto d’accusa, senza poter licenziare e senza che le proposte vengano accolte dal destinatario. L’importante è solo che aver trasferito duecento immigrati che dovevano essere stati trasferiti già da parecchio tempo per il governo italiano sia un evento di esser fieri. E se l’onorevole Khalid Chaouki domani si autorecludesse in un altro centro, e poi un altro e poi un altro ancora?