L’ex capitano del Palermo ha annunciato oggi il suo ritiro dopo una breve esperienza nel campionato maltese. Arrivato in Sicilia nel 2007, passa in rosanero sei stagioni, realizzando 81 gol in 179 gare ufficiali
L’addio di Fabrizio Miccoli al calcio L’idolo della curva tra luci e ombre
Fabrizio Miccoli si ritira. Capitano e numero 10 del Palermo per sei stagioni consecutive, dal 2007 al 2013, il Romario del Salento è stato sempre idolatrato dalla curva sin dal momento del suo arrivo. E lui ha sempre ripagato i tifosi con prestazioni degne di nota e tante gioie regalate al pubblico palermitano. Diventando il miglior marcatore di tutti i tempi con la maglia rosanero. Fino al termine della sua avventura in Sicilia, avvenuta sicuramente nel peggiore dei modi. Prima lo scandalo delle molteplici schede sim in suo possesso, poi i presunti rapporti con un boss e le intercettazioni con quest’ultimo in cui si rendeva protagonista di ingiurie nei confronti del compianto giudice Giovanni Falcone. Offese dopo le quali sono arrivate lacrime pubbliche e una lettera aperta indirizzata, idealmente, allo stesso magistrato. Un’esperienza, quella di Palermo, che sicuramente avrebbe meritato un finale diverso. Senza dubbio migliore.
La carriera calcistica di Miccoli inizia a 10 anni, quando comincia la trafila nelle giovanili del Milan. L’esperienza in rossonero dura appena 24 mesi, poi torna nella sua Lecce e si mette in mostra con la maglia del Casarano. Nel ’98 passa alla Ternana, dove le buone prestazioni gli valgono, quattro anni dopo, la chiamata della Juventus. In bianconero resta fino al 2007 – con una breve parentesi alla Fiorentina nel 2004/05 – ma nella Vecchia Signora passa veramente poco tempo. Viene infatti, anche per alcuni dissidi con la dirigenza dell’epoca, quasi sempre girato in prestito: prima al Perugia e poi al Benfica, dove passa due stagioni. Nell’estate del 2007 viene acquistato dal Palermo per poco più di quattro milioni di euro. Un colpaccio che entusiasma i tifosi e galvanizza l’intero ambiente. E il talento pugliese, in rosanero, vive senza dubbio il momento migliore della sua carriera.
Nella sua prima stagione in Sicilia si rende protagonista di gol pesantissimi, come quelli contro Milan e Catania, arrivati praticamente poco prima del triplice fischio finale. Nel 2008/09 conquista anche la fascia di capitano segnando 14 gol, record da lui battuto nella stagione successiva, quando le reti messe a segno sono sono ben 19. Infortunatosi nelle ultime giornate di campionato, Miccoli comincia il campionato successivo in leggero ritardo e la sua annata è costellata da qualche infortunio. Realizza comunque nove reti. Nella stagione 2011/12 i gol segnati dal numero dieci sono 16 in 28 presenze, mentre l’anno successivo, culminato con la retrocessione in serie B, le reti messe a segno sono solo otto. Per Miccoli è anche l’ultima stagione a Palermo: dopo lo scandalo intercettazioni, il giocatore si svincola dal Palermo e passa al Lecce, squadra per la quale lui ha sempre tifato. La sua esperienza biennale con i giallorossi non è delle migliori: i salentini sono impegnati nel campionato di Lega Pro, ma l’attaccante è falcidiato da diversi infortuni. Lo scorso 24 giugno firma un contratto annuale con il Birkirkara, squadra maltese con la quale colleziona nove reti in 16 presenze. Fino al ritiro, avvenuto oggi.
Il suo palmarès parla anche di dieci presenze e due reti con la Nazionale italiana, tutte arrivate tra il 2003 e il 2004. A Palermo, in tanti avrebbero voluto rivederlo con la maglia azzurra, ma le scelte dei vari commissari tecnici, in tal senso, hanno sempre lasciato i tifosi con l’amaro in bocca. Di lui si sono dette tantissime cose, belle e anche brutte. In un’intervista del 2009, Amauri lo definì «il calciatore più forte con il quale avesse mai giocato». Anche il campione più recente sfornato dai rosanero, Paulo Dybala, si complimentò con il salentino. «Da lui – disse l’argentino – ho imparato tanto. Una delle prime volte che l’ho visto mi sorprese: prese il pallone, lo calciò e fece canestro da 40 metri. Rimasi impressionato». Ancora oggi, passeggiando nei pressi dello stadio in occasione delle partite del Palermo, può capitare di vedere diversi tifosi che indossano magliettine rosanero col numero 10. Ovviamente, con il nome di Miccoli impresso