di Gabriele Bonafede
A volte si dice trattato come un cane. Eppure il cane è il miglior amico delluomo. Quando luomo è un uomo. Ma quando invece luomo è un animale, allora il cane non è più un amico, ma può essere loggetto di stupide e inutili torture. Così un cane non è più un essere vivente, un amico, e cioè ciò per cui è nato e vive, anche quando è randagio e non ha un uomo damare e dal quale essere amato.
Vicino Palermo, a Bagheria, in siciliano Baària, ci sono tanti cani randagi, come in molte città del Sud. È anche questo uno dei segnali degli effetti della politica economica del massacro sociale posta in essere dallEuromerkel, lEuropa della Merkel. UnEuropa guidata dallidea che chi è più forte vince e chi è più debole soccombe: vecchia, pericolosissima idea che troppe volte ha fatto capolino nella storia del nostro continente.
Non ci sono soldi per occuparsi dei cani, né soldi pubblici, né soldi privati. Così i cani abbandonati, i cani randagi aumentano. Aumentano come aumentano le persone abbandonate, le situazioni di marginalità, risultato ovvio delle politiche economiche anti-solidali, quelle dellognun per sé e Dio per tutti, propagandate ed attuate dallEuropa di oggi a scala continentale.
E le persone abbandonate sono preda della disperazione, dei profittatori, degli strozzini, dei mafiosi, dei politici senza scrupoli, dei Cetto Laqualunque di turno. Esattamente come i cani abbandonati sono preda dellidiota e del sadico di turno, specchio di un degrado che va ben oltre, purtroppo, il comportamento civile nei confronti degli animali.
Il cane di Bagheria ha avuto il collo intrappolato in un tubo flessibile. Ed è stato soprannominato cane-giraffa. Per venti giorni. Per venti giorni ha sofferto la tortura dellessere intrappolato in cose esterne, innaturali, dolorose, inutili, mortificanti, vergognose che altri hanno pensato per lui. Incravattato in un lungo e innaturale collare di materia plastica, dal quale era impossibile uscire senza laiuto delluomo.
Dopo venti giorni, grazie alla mobilitazione del social network, sono intervenuti finalmente polizia municipale e Asva, lAssociazione Siciliana Volontari Animalisti.
Venti giorni per un cane rappresentano quattro mesi e mezzo per un uomo, secondo la nota equazione: un anno di vita di un cane equivale più o meno a sette anni di vita di un uomo.
Simbolica, evocativa, triste, e per fortuna a lieto fine la storia del cane-giraffa siciliano.
Speriamo che sia a lieto fine anche la storia delluomo-giraffa siciliano, intrappolato nella cravatta di plastica di turno, nella Giara di turno, nella politica economica decisa altrove, di turno anche quella. E mai decisa dai siciliani, sempre imposta da qualche altro potente.
Ha collaborato all’articolo Maurizio Zoppi.
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