Si definisce un «artista di strada» e la fama delle sue realizzazioni va oltre i confini del capoluogo milanese dove vive e lavora. Giunto alle falde dell'Etna per partecipare ad un incontro sull'arte di strada al teatro Coppola, ha compiuto «quattro o cinque piccoli interventi». Tra questi l'immancabile pinguino smilzo, suo marchio di lavoro. L'artista ha sperimentato la conoscenza di un ambiente artistico «giovane e frizzante», seppur all'interno di uno scenario di decoro urbano a volte abbandonato a se stesso. Guarda le foto
La street art di Pao in giro per la città L’artista: «Catania tra miseria e nobiltà»
«Catania è una città particolare, artisticamente divisa tra miseria e nobiltà». A fornire il paragone cinematografico è Pao, street artist milanese di fama nazionale, il cui passaggio nel capoluogo etneo non è rimasto nell’anonimato. Un soggiorno breve, avvenuto in occasione di un appuntamento sull’arte urbana al teatro Coppola organizzato dall’associazione Res publica temporanea e da altri collettivi e gruppi di street art, grazie al quale l’artista ha disseminato «quattro o cinque piccoli interventi in zone un po’ nascoste e un po’ abbandonate». La conseguenza è stata la comparsa in alcuni punti della città catanese delle sue opere e dell’immancabile marchio di lavoro che si porta dietro da quattordici anni, il pinguino smilzo. «Spesso la gente mi chiede perché ho scelto proprio quello come simbolo ma non so mai cosa rispondere – scherza – Un giorno è spuntato, mi ha chiesto di essere disegnato e così è nata un’intera famiglia di pinguini sparsi un po’ ovunque».
Pao ha trentacinque anni, si definisce un «artista di strada» perché in strada ha imparato a disegnare e lì continua a farlo tutt’oggi. Vive a Milano e nel capoluogo lombardo ha da poco aperto anche uno studio artistico dove disegna da solo pur collaborando di volta in volta con alcune compagnie. La sua fama supera i confini dell’hinterland milanese. A Catania si è trattenuto per pochi giorni notando «una grande presenza di bellissimi palazzi anche antichi purtroppo abbandonati a loro stessi come se fossero stati buttati lì dove sono per caso». Un giudizio più lusinghiero va però all’ambiente del writing e della street art che si muove sulla scena etnea «molto attiva e frizzante, anche grazie ad incontri di scambio di idee in merito e alla presenza di artisti molto giovani che stimolano la crescita sul campo».
Via Dusmet, largo XVII Agosto (Civita), via Landolina, via Renato Imbriani, via Cancelliere, via Giuseppe De Felice e campo San Teodoro Liberato (la sede dei Briganti, a Librino) gli indirizzi catanesi delle realizzazioni di Pao. «Solitamente agisco sul decoro urbano di città che conosco bene, cercando gli angoli più brutti o più nascosti – continua -E i miei colleghi catanesi mi hanno aiutato molto, portandomi in giro per posti anche degradati e facendomi conoscere quanto più potevano».
Un artista indipendente, che dipinge per strada ma che non disdegna il dialogo con le istituzioni nel comune progetto di migliorare e di colorare l’arredamento delle città. «A Mantova, Torino e Milano ho collaborato con le amministrazioni pubbliche e con alcune scuole d’arte per mettere un po’ di colore in giro, nonostante – sottolinea – la lotta ferrata contro graffiti e graffitari in alcune città è spietata». A Catania non ha avuto problemi da parte delle forze di ordine pubblico ammettendo che «comunque ho lavorato in zone poco trafficate e se mi avessero colto in flagrante non penso che sarebbero stati contenti».
[Foto di teatro Coppola]