La Sea Watch ringrazia Siracusa per la solidarietà Una delegazione chiede di salire a bordo della nave

«Grazie per la solidarietà». Quattro parole scritte a lettere maiuscole rosse e nere su un pezzo di stoffa legato sul fianco della Sea Watch che dà verso la costa siracusana, nella rada di Santa Panagia dove questa mattina si sono radunati molti cittadini e membri di associazioni a sostegno dei 47 migranti a bordo della nave della ong oramai da otto giorni. Un migliaio di persone con striscioni, palloncini colorati e slogan urlati con i megafoni seguendo l’hasthag #lasciamoliscendere

Tra i manifestanti anche i ragazzi che studiano all’istituto nazionale del dramma antico di Siracusa e che hanno intonato tre canti. «Uno è un inno alla primavera di origine rumena, poi abbiamo cantato una ninna nanna ebraica e, infine, anche un canto gioioso in francese che risale al medioevo», spiega a MeridioNews Valentina Lo Manto, una delle cinquanta giovani che frequentano l’Inda, non solo da Siracusa ma da tutta Italia. «Abbiamo voluto dare conforto e solidarietà ai migranti nel modo che ci viene meglio – dice ancora Valentina – perché siamo convinti che le varie arti possano contribuire concretamente a sensibilizzare e cambiare le cose».

La risposta della ong non si è fatta attendere. «Siamo grati alla città di Siracusa e ai suoi cittadini per questo grande segno di solidarietà – ha detto il presidente di Sea Watch, Jonh Bayer – Ringraziamo anche Palermo, Napoli, Barcellona, Berlino e tutte le altre città che si sono dichiarate porti aperti. Questa è l’Europa in cui vogliamo vivere, un’Europa solidale». Da qualche giorno la nave è ferma a poco più di un miglio dalla costa siciliana e dalla ong chiedono «solo la fine di questa odissea perché a bordo ci sono persone le cui condizioni fisiche e psicologiche sono in gioco e che hanno bisogno di aiuto immediato». 

Da più parti arrivano sollecitazioni per lo sbarco di tutti i naufraghi, a partire dai 13 minori. E c’è anche una delegazione che chiede di potere salire a bordo dell’imbarcazione per verificare la situazione sanitaria della nave e le condizioni psico-fisiche delle persone. «Sono in attesa di una risposta – ha dichiarato la deputata di Forza Italia Stefania Prestigiacomo, che questa mattina ha chiesto alle autorità di essere accompagnata sulla Sea Watch Voglio verificare di persona le condizioni in cui versano i migranti a bordo». L’esponente azzurra ha anche fatto sapere di avere provato invano a mettersi in contatto con il ministro dell’Interno Matteo Salvini. «Dopo numerosi tentativi sono riuscita a parlare solo con il suo capo di gabinetto chiedendo delucidazioni e invitandolo a fare in modo che almeno i minori fossero sbarcati e portati in un luogo sicuro».

A chiedere ufficialmente alla capitaneria di porto di potere salire a bordo della Sea Watch è stato anche il parlamentare nazionale Nicola Fratoianni. «Sto aspettando una risposta dal comandante che mi ha spiegato che, in questo momento, c’è un aspetto sanitario da tenere in considerazione. Ho ribadito – aggiunge il segretario di Sinistra italiana che era presente questa mattina alla manifestazione a Siracusa – che mi assumo io tutte le responsabilità, ma devo accertarmi delle condizioni delle persone a bordo». Il comandante della capitaneria di porto ha fatto sapere di avere bisogno, a sua volta, delle autorizzazioni da parte del comando generale. «Se sarà autorizzato – conclude Fratoianni – proverò a portare con me una delegazione». 

La procura di Siracusa, intanto, sta seguendo la vicenda ma al momento non sembrano esserci elementi per alcun intervento esterno a bordo nemmeno da parte della magistratura. «Non ci risulta – spiega il procuratore Fabio Scavone – che il comandante della nave abbia risposto alle richieste di aiuto fornite della guardia costiera su emergenze sanitarie o mediche a bordo, né di avere bisogno di cibo e viveri o altri mezzi di sostentamento. Ha soltanto chiesto di potere approdare nel porto di Siracusa e gli è stato risposto negativamente». 

A valutare l’ipotesi di salire a bordo della nave della ong, ma con intenti di natura diversa, è anche il vicepremier Salvini – che il tribunale di Catania vuole processare per la vicenda della nave Diciotti. «Per acquisire tutti gli elementi utili per indagare per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina le persone che aiutano nei fatti gli scafisti», precisa il ministro che ribadisce che «non cambio idea. C’è una nave con bandiera olandese, con un equipaggio tedesco che è stato per giorni in acque libiche, tunisine e maltesi, non vedo cosa c’entri con l’Italia. Non c’è un solo motivo al mondo per cui gli immigrati clandestini, tutti maschi debbano sbarcare in Italia». 


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