Il 26 marzo la palestra comunale di via Verginelle a Catania, chiusa dal dicembre scorso per inagibilità, è stata occupata dai militanti del Cpo, che stanno a poco a poco facendo ripartire tutte le attività che si svolgevano nella sede di via Plebiscito, sgomberata più di un anno e mezzo fa
La rinascita dellExperia
Gli zainetti colorati sono già sul tavolo di una delle stanze della palestra di via Verginelle che lentamente comincia a riprendere vita. I bambini sono venuti per fare doposcuola con dei ragazzi che, a loro volta, dovrebbero prepararsi per gli esami universitari, ma che sacrificano volentieri il loro tempo libero per una causa che ritengono di vitale importanza: il bene del quartiere. Sono i ragazzi del collettivo Experia che, il 26 marzo, hanno occupato la Palestra Comunale di via Verginelle, riprendendosi gli spazi che gli erano stati tolti un anno e mezzo fa con la chiusura del Centro Popolare Occupato di via Plebiscito.
La palestra comunale di via Verginelle, un ampio edificio a due piani, si è trovata al centro di un contenzioso tra il Comune di Catania e il Consorzio Sportivo Mongibello che aveva in gestione la struttura fino allo scorso dicembre, quando è stata chiusa per inagibilità. In uno dei locali più ampi si nota come, a seguito di infiltrazioni di acqua, sia crollata una parte dell’intonaco del soffitto che lascia così scoperte le travi di ferro. Il Consorzio Mongibello, che aveva allora in gestione la struttura ha ricevuto dal Comune una diffida, nonostante si fosse dichiarato disponibile a eseguire i lavori di manutenzione. Il risultato del contenzioso? La chiusura dell’edificio. E qui arrivano i ragazzi dell’Experia che, scandendo il loro slogan, “Qui siamo e qui restiamo”, hanno preso possesso dell’edificio in cui stanno a poco a poco riprendendo le attività “al servizio dei cittadini”. Luigi Marino, rappresentante del comitato gestione dell’Experia, afferma: «C’erano delle attività ben definite fino a novembre e la possibilità di rimettere in sesto la struttura, ma l’Amministrazione ha mostrato una totale mancanza di volontà. Crediamo che il Comune stia prendendo tempo per sviluppare altri progetti di tipo privato». E aggiunge: «Tuttavia, se il Consorzio Mongibello riprenderà in gestione l’edificio, noi non ci opporremo».
Il 30 ottobre 2009 veniva sgomberato e chiuso il Centro Popolare Experia, un edificio abbandonato che veniva sfruttato come punto di riferimento per gli abitanti del quartiere, specialmente quelli di condizioni più disagiate. Un anno e mezzo dopo l’edificio sgomberato si presenta ancora chiuso, abbandonato. Le promesse fatte dall’Amministrazione sono rimaste incompiute. E così, i militanti dell’Experia hanno deciso di occupare un altro luogo, le cui porte erano state sprangate, ancora, dal Comune.
«La gente del quartiere, appena ha saputo della nuova occupazione, è accorsa subito», spiega Fabio Lolicato, uno dei giovani attivisti dell’Experia. È soprattutto il servizio di doposcuola che sembra riscuotere più successo, in quanto dà la possibilità a famiglie con poche risorse economiche di aiutare i figli nello studio e di contrastare, di conseguenza, gli alti tassi di dispersione scolastica di uno dei quartieri più poveri di Catania.
Ma il doposcuola non è l’unico servizio. Lolicato ci mostra tutti gli ambienti dell’edificio che saranno destinati ad attività sportive, tra le quali judo, box, ginnastica ritmica. Una delle stanze dovrebbe diventare un aula studio per universitari e, forse, in un altro dei locali della struttura, si allestirà anche una cucina popolare. Gli attrezzi accatastati della vecchia palestra sono stati ripuliti e riabilitati e molti degli ambienti sono già puliti e popolati di ragazzi e bambini.
«Vogliamo offrire un punto di riferimento al quartiere» continua Lolicato, spiegando la motivazione alla base dell’atto di protesta: «Togliere i ragazzi dalla strada e ristabilire il contatto con la gente offrendo loro una serie di servizi, tra cui lo sportello legale e di consulenza sul lavoro, per aiutare, ad esempio, i giovani che non sanno come stilare un curriculum vitae e che per questo non possono accedere nemmeno ai lavori più umili».
Video di Sonia Giardina