La replica: «Diamo fastidio»

Al centro delle polemiche di queste elezioni universitarie 2010, “Università libera ed eccellente” è la lista numero uno candidata a tutti gli organi superiori d’Ateneo e ai consigli di Facoltà. Nata da poche settimane – se n’è sentito parlare solo a partire da pochi giorni prima della scadenza per la presentazione delle liste – è già nell’occhio del ciclone per il continuo circolare di voci, trasversali a molti gruppi politici, sui suoi presunti collegamenti occulti con il Magnifico Antonino Recca. Step1 intervista Giuseppe Saccullo, coordinatore del gruppo, che dichiara: «Non siamo la lista del Rettore, ma abbiamo accolto il suo appello per un’Università libera dai condizionamenti dei partiti politici».
 
Come mai avete deciso di presentare la lista una settimana prima della scadenza dei termini? Sono in molti a criticare questa scelta.
«Perché avevamo già le idee chiare in merito alle candidature, al programma, a come impostare la campagna elettorale. Abbiamo voluto dare un segnale molto forte. Non c’erano beghe interne su chi candidare, abbiamo scelto le persone più idonee all’interno delle varie facoltà e degli organi superiori. Ognuno sta facendo la propria corsa e più bravi saranno eletti. Non ci saranno forme esagerate di competizione. Coloro i quali saranno eletti si sentiranno rappresentati da tutti e rappresenteranno tutti, al di fuori dei meccanismi politici. I nostri sono ragazzi che si occuperanno esclusivamente dei problemi delle loro facoltà e dell’università».
 
Però, nessuno aveva mai sentito parlare prima di “Università Libera ed Eccellente”.
«Ci rendiamo conto che è stata una sorpresa per tutti. L’elettorato universitario si aspettava le solite liste, legate ciascuna alla propria coalizione, partito o associazione. Non venivamo considerati nel panorama politico universitario perché nessuno avrebbe potuto mai pensare che gruppi di associazioni potessero trovarsi coinvolti in un progetto di liberazione dell’università dai partiti politici. Questo è il nostro obiettivo primario».
 
Come rispondete alle accuse di chi vi dice di avere dei collegamenti con il Magnifico, o, addirittura, di essere “la lista del Rettore”? Un esempio tra tanti il post pubblicato dal coordinatore del Circolo Universitario del Pd, Jacopo Torrisi, su Facebook, in cui denuncia la presenza di voci ambigue e fatti poco chiari riguardanti la vostra lista.
«Questa non è la lista del Rettore così come strumentalmente si dice. Università Libera ed Eccellente risponde all’appello del Magnifico in sofferenza rispetto a quello che sono state le pressioni eccessive che l’università ha subito negli ultimi tempi. Il Rettore ha denunciato l’eccessiva pressione della politica, e noi abbiamo accolto questo segnale. Ci siamo accorti che, anche nel territorio, la politica non dà risposte. Ad esempio, a livello regionale, noi assistiamo alla paralisi completa, a trasversalismi mai visti in Sicilia. Questi stessi trasversalismi stanno tentando di condizionare l’università. Abbiamo fondato questa lista proprio contro il condizionamento dei partiti all’interno dell’università».
 
Sempre dall’appello lanciato da Torrisi su Facebook, queste voci comprenderebbero anche l’ipotesi di presunte pressioni esercitate sugli studenti, da docenti interni all’Ateneo catanese, per spingerli a candidarsi. Come replicate?
«Denunce del genere si sono sempre sentite prima elezioni universitarie. Ci sono sempre stati docenti vicini ai partiti e i candidati delle associazioni politiche di colori opposti hanno sempre denunciato le pressioni dei professori. Garantisco che nessuno ha fatto alcuna pressione nei confronti degli studenti a favore della nostra lista. Docenti, personale Tecnico-amministrativo e quanti lavorano all’interno dell’università sono liberi di esprimere le loro opinioni, perché altrimenti non c’è libertà».
 
Perché non avete mai risposto pubblicamente a queste accuse? Nemmeno per smentire categoricamente.
«Non abbiamo ritenuto necessario rispondere a queste accuse strumentali ed infondate proprio perché sono talmente infondate da rendersi ridicole. Sarebbe come andare ad inseguire gli spettri. Sono accuse rivolte per cercare di affossare quello che invece è un principio sano, una richiesta di autonomia e libertà all’interno dell’università».
 
Secondo voi, perché sono state fatte queste denunce e si sono diffuse queste voci?
«Io mi sono fatto un’opinione. Noi con questa lista stiamo, in un certo senso, disarticolando il sistema in cui ciascun partito o potente di turno aveva il suo presidio all’interno dell’università. Noi stiamo cercando di sensibilizzare la coscienza dell’elettore. Vorremmo fare capire, agli studenti, ma anche ai candidati in altre liste, che il ruolo di rappresentante deve essere finalizzato al bene della facoltà e dell’università. Questo messaggio disarticola la tenaglia dei partiti. Ecco perché si ribellano, ci strumentalizzano e ci attaccano: questo segnale forte che noi stiamo dando va nella direzione dell’allontanamento delle forze politiche e quindi nella perdita di pressione di potere. Noi non siamo contro i partiti, ci tengo a precisarlo. I partiti sono degli interlocutori istituzionali con cui bisogna collaborare, ma non possono trattare l’università come se fosse un luogo di sottogoverno. È un’istituzione da salvaguardare e difendere».
 
Come avete fatto a diffondervi e a presentare la vostra lista, appena nata, in tutte la facoltà e in tutti gli organi superiori d’Ateneo in così poco tempo? Avevate già un network o un’associazione?
«Sì. Si sono formate più associazioni che sono state contattate in merito al progetto, lo hanno condiviso e lo hanno sposato. I più si chiedono come mai siamo così presenti. I ragazzi hanno voluto aderire a questo progetto, non siamo stati noi ad andarli a cercare. Molte delle associazioni piccole o grandi che già orbitavano nel panorama universitario hanno creato un distacco dai partiti perché si sono accorti che la politica dei partiti è fallimentare e hanno deciso di spendersi per l’idea di un’università libera ed eccellente, e perché da questa idea ci possono essere dei benefici anche per il territorio».
 
Su cosa si fonda il vostro programma? Avete un particolare orientamento?
«È quello che si chiedono tutti. Non è un progetto politico, a noi non interessa l’orientamento dei nostri membri e dei nostri elettori. Il progetto di questa lista si chiama “Università libera ed eccellente” e riguarda l’Ateneo. Ciascuno con la propria ideologia, al di là della politica. Però, all’interno dell’università il nostro intento è unitario: libera dai partiti, dalle tenaglie, dalle pressioni dei potenti di turno che la vuole condizionare. Vogliamo che gli studenti abbiamo un rapporto chiaro, leale e costruttivo con i docenti e la rappresentanza deve essere messa in condizione di potersi esprimere al meglio».
 
Cosa pensate dell’attuale gestione dell’Università di Catania da parte dell’attuale Rettore?
«Non abbiamo problemi di bilancio. E questo, oggi, non è facile. C’è stata una gestione attenta e rigorosa e solo un’istituzione con i bilanci a posto può essere propulsione per l’economia e il territorio. L’università costituisce un elemento di progresso e sviluppo all’interno della Regione. Il nostro Ateneo è motivo di vanto e di orgoglio, grazie anche alla caparbietà del Rettore Recca. Qui veramente noi lo vogliamo difendere a spada tratta. Solo tenendo fuori dall’università certe logiche clientelari che vanno al di là di quelli che sono gli obiettivi, si mantiene stabile il bilancio».
 
La vostra idea sul decentramento?
«Il decentramento, a nostro modo di vedere, è stato un errore perché non si è tenuto conto di quelli che erano i costi e le previsioni di difficoltà di bilancio future. Abbiamo assistito a scene di strumentalizzazione sul territorio contro la chiusura della sedi decentrate, a volte dovuta a causa di  gravi problemi economici e quindi bisognava razionalizzare. Coloro i quali alla Camera hanno votato i tagli all’università, sul territorio strumentalizzano le chiusure. Sarebbe stato tutto molto più semplice se non avessero votato i tagli e ci fossero stati i finanziamenti per poter ancora mantenere i decentramenti».
 
Ma ormai i tagli sono realtà. A farne le spese, sembra probabile, sarà Lingue a Catania.
«La vicenda di Lingue è molto delicata, e anche qui c’è stata una forte strumentalizzazione da chi ha voluto usare gli studenti per coprire le proprie mancanze e mi riferisco al preside e a qualche docente, che adesso fanno i paladini. Ma andassero a vedere i bilanci gli studenti, perché nessuno ha mai detto che domani gli studenti di Lingue debbano andare a Ragusa. Intanto, gli iscritti completeranno gli studi a Catania. Tenteremo in tutti i modi di salvare la Facoltà a Catania, ma se questo non sarà possibile, i corsi di laurea in Lingue ci saranno e gli studenti potranno studiare e laurearsi senza che ci sia questo enorme centro di disastro e di spese che è stata la Facoltà».


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