L'associazione bancaria italiana replica al presidente di confindustria sicilia, antonello montante, che ha annunciato l'intenzione dell'associazione che giuda, di affiancare le imprese che si sentono vessate dal sistema del credito e che ricorerrano alle vie legali.
La replica dell’Abi a Montante: “Le banche non si sono tirate indietro”
L’Associazione bancaria italiana replica al Presidente di Confindustria Sicilia, Antonello Montante, che ha annunciato l’intenzione dell’associazione che giuda, di affiancare le imprese che si sentono vessate dal sistema del credito e che ricorerrano alle vie legali.
Il presidente dell’Abi Sicilia, Giovanni Chelo, esprime “sorpresa e dispiacere da tutta la comunita’ bancaria che opera in Sicilia e che quotidianamente lavora fianco a fianco degli imprenditori in una comunione di intenti rappresentata dalla consapevolezza che la banca ha un interesse primario a che l’impresa che finanzia resti sul mercato”.
“E’ quindi impensabile – si legge in una lettera inviata dal presidente Chelo a Confindustria Sicilia – che, avendo i requisiti per l’accesso al credito, le banche ‘rifiutino’ di erogarlo: e’ il nostro mestiere. I dati dimostrano che non ci siamo tirati indietro: lo stock di finanziamenti in Sicilia (66 miliardi di euro) seguita ad essere superiore ai depositi (55 miliardi).
E questo a caro prezzo per le banche,- dice l’Abi- visto che le sofferenze sono cresciute a dismisura, passando dai 2 miliardi di fine 2008 ai 9 miliardi di inizio 2014, con una incidenza delle sofferenze sugli impieghi che in Sicilia e’ nettamente superiore al valore medio italiano (13,4% rispetto all’8,5%). Per far tutto cio’ le banche in Sicilia hanno sviluppato una sensibilita’ ed una attenzione, mi permetto di dire, superiore a quella di altre zone del Paese: qui, a differenza di altre aree, dobbiamo confrontarci anche con problematiche connesse alla illegalita’ rispetto alle quali ci sentiamo di essere in prima linea”.