Chiedono l'abolizione dell'osservatorio dei rifiuti deciso dalla vecchia amministrazione comunale nel 2010 perché costituito «con linganno e senza alcuna valenza giuridica, un modo per accontentare le associazioni ambientaliste», nonché un nuovo contratto di servizio conforme alle leggi in materia e che stravolga in positivo la gestione dei rifiuti in città. Il Consiglio comunale nei giorni scorsi ha votato due proposte che vanno nella stessa direzione
La proposta di Rifiuti Zero al sindaco Bianco «Via osservatorio comunale, nuovo corso»
«Chiediamo l’annullamento dell’osservatorio sui rifiuti costituito dall’allora sindaco di Catania Raffaele Stancanelli con linganno e senza alcuna valenza giuridica, nonché di avviare un nuovo corso e per questo mettiamo a disposizione le nostre competenze. Partiamo da zero, altro che Rifiuti Zero e questo può essere per la nostra città una grande rivincita».
E’ quanto chiedono i componenti dell’associazione Rifiuti zero all’amministrazione comunale etnea guidata da Enzo Bianco, alla luce dell’inchiesta della magistratura in merito a una gara d’appalto che sarebbe stata strutturata ad hoc per poter essere vinta dalla ditta che ha in carica il servizio, la Ipi Oikos, e dopo l’approvazione in consiglio della nuova tariffa per i rifiiuti. Durante la stessa seduta, in realtà, proprio a causa delle indagini in corso, insieme alla Tares semplificata, sono state votate due proposte che mirano alla stipula di un nuovo contratto di servizio. La prima, presentata dal consigliere di Grande Catania Carmelo Coppolino, impegna lamministrazione alla raccolta dei rifiuti porta a porta, a migliorare le tariffe con sgravi per le fasce più deboli e ad elaborare in tempi brevi un nuovo bando di gara. La seconda, presentata da Agatino Lanzafame, del gruppo Con Bianco per Catania, completa la precedente a cui aggiunge la volontà di intensificare i controlli.
Un nuovo contratto di servizio, che da Riufiti Zero, si augurano almeno questa volta, «rispetti i criteri di legge». In quello attuale, infatti, alcune normative sembrerebbero non essere prese in considerazione. Oggetto di un esposto al Tar tre anni fa da parte dell’associazione ambientalista, non solo è considerato «troppo sbilanciato nel favorire la ditta che si sarebbe aggiudicata la gara», lamentano gli ambientalisti, ma non rispetterebbe i termini di legge in materia di rifiuti. Prevede infatti «una raccolta differenziata pari al massimo solo al 38 per cento dei rifiuti solidi urbani; nessun meccanismo di efficace sanzione per il mancato raggiungimento dei livelli di raccolta differenziata previsti nel capitolato speciale dappalto; nessun tipo di raccolta domiciliare integrata», si legge sul ricorso del 2010.
Ma non solo di un nuovo regolamento sentono l’esigenza i componenti dell’associazione ambientalista. Vogliono infatti che l’osservatorio comunale per i rifiuti, di cui fanno pure parte, venga cancellato. Costituito nel 2010 dalla vecchia amministrazione, solo dopo che l’associazione ha presentato l’esposto al Tar e solo «a patto che quellesposto venisse ritirato», sostengono, «dopo due anni quello strumento, che in teoria doveva essere un volano per il rilancio, – continuano – si è rivelato per quello che in molti temevano: un modo per addomesticare le associazioni ambientaliste». Chiedono quindi di avviare un nuovo corso e mettono «a disposizione le competenze per fornire i suggerimenti necessari ad uscire da questo triste momento».