La regione si ferma in attesa di trovare il modo di assicurare la poltrona a strasburgo al senatore. Mentre confindustria sicilia finge di litigare col governo, ma mantiene le poltrone e si sbarazza di un personaggio scomodo
La politica senza politica di Crocetta, Lumia & Montante e il tentativo di ‘silurare’ l’assessore Marino
LA REGIONE SI FERMA IN ATTESA DI TROVARE IL MODO DI ASSICURARE LA POLTRONA A STRASBURGO AL SENATORE. MENTRE CONFINDUSTRIA SICILIA FINGE DI LITIGARE COL GOVERNO, MA MANTIENE LE POLTRONE E SI SBARAZZA DI UN PERSONAGGIO SCOMODO
In questa storia del rimpasto della Giunta regionale di Rosario Crocetta c’è un dato che emerge in tutta la sua drammaticità: la distanza, ormai siderale, tra la politica siciliana e i bisogni reali dei siciliani. Non ci sembra retorico affermare che che politica e società siciliana procedono su binari diversi.
Sono passati quasi due mesi dal disastro di una Finanziaria regionale scritta con i piedi. Interi settori dell’Amministrazione regionale sono senza risorse finanziarie. Quasi tutto quello che dipende dalla Regione è in sofferenza. Le uniche imprese della nostra Isola che funzionano sono quelle che non hanno a che fare con le Pubbliche Amministrazioni a tutti i livelli.
Molti uffici dell’Amministrazione regionale, di fatto, non funzionano. I Comuni sono in buona parte senza soldi. Le Province sono commissariate. La Sicilia è ancora in piedi perché, per fortuna, alcune attività non dipendono dalla Regione, dai Comuni, dalle Province e dagli enti e dalle società riconducibili a questi tre soggetti pubblici.
Detto questo, la situazione resta drammatica per migliaia e migliaia di persone. Davanti a tutto questo assistiamo a un Parlamento siciliano che, in oltre due mesi, ha approvato una legge inutile – la cosiddetta ‘riforma’ delle Province – che di fatto ha commissariato per un altro anno le stesse Amministrazioni provinciali. E, ieri, la legge sull’amianto. Poi, il vuoto.
Rispetto alle emergenze sociali ed economiche tutto è bloccato. Da mesi di discute del rimpasto della Giunta Crocetta. Ora sembra che sia arrivata la stretta finale. Nel tavolo delle trattative, oltre alla sostituzione di alcuni assessori, ci sono le candidature alle elezioni europee nella lista del PD, le nomine dei direttori generali della sanità e altre poltrone.
Vecchia politica da manuale Cencelli spacciata per nuova.
La trattativa non potrà sciogliere tutti i nodi perché il senatore Giuseppe Lumia, alleato di Crocetta, non vuole solo la candidatura: pretende, non si capisce sulla base di quali razionali certezze, l’elezione al Parlamento europeo. Come se i dirigenti di questo Partito avessero il potere di convincere gli elettori a votare per un candidato.
La verità è che il Porcellum ha male abituato i politici del nostro Paese: siccome alla Camera e al Senato vanno i ‘nominati’ – che bene o male sanno prima se calcheranno o meno le scene di Montecitorio e Palazzo Madama – pensano ormai che tutte e elezioni debbano garantirgli prima, in un modo o nell’altro, l’elezione.
Di fatto, la collocazione del senatore Lumia – che la base del PD non vuole più eleggere dopo ben sei mandati parlamentari – blocca tutta la politica regionale.
Nello squallore politico di queste ore c’è anche la sceneggiata dl ‘Partito’ di Confindustria Sicilia. Nei giorni scorsi il suo ‘capo’, Antonello Montante, ha finto una lite con il governatore Crocetta.
Con la compiacenza di chi sta facendo credere questa balla, Confindustria Sicilia carica sulle spalle di Crocetta la responsabilità di sbattere fuori dalla Giunta l’assessore Nicolò Marino, reo di avere più volte messo in discussione i corposi interessi in materia di rifiuti del vice presidente di questa organizzazione-Partito, Giuseppe Catanzaro.
Così, mentre i giornali scrivono che Montante sarebbe in rotta con il Governo della Regione, Linda Vanchieri, espressione di Confindustria Sicilia, resta alla guida dell’assessorato regionale alle Attività produttive, così come Alfonso Cicero – altro personaggio espressione del gruppo di potere Montante-Lumia – resterà al vertice dell’Irsap in barba a una legge che verrà aggirata, così come, fino ad oggi, il Governo regionale ha aggirato il Decreto legislativo n. 39.
Strano modo – quello di Confindustria Sicilia – di essere in rotta di collisione con un Governo all’interno del quale mantiene tutte le poltrone! Facendo anche in modo che l’unico assessore che non si è piegato ai voleri di questi prepotenti venga messo fuori dal Governo.
Siamo, come si può notare, all’apoteosi dell’ipocrisia. I farisei non avrebbero potuto fare di più e di meglio.