Con i fondi del Pon Legalità 2014-2020 gli immobili che sono stati simbolo del potere criminale saranno restituiti alla collettività in varie forme. «Diventeranno segno di riscatto sociale e rinascita culturale», dice a MeridioNews la referente di Libera a Siracusa
La nuova vita di diciotto beni tolti alla mafia in Sicilia Centri antiviolenza, accademia sartoriale e orti sociali
Case rifugio per donne vittime di violenza, centri inclusione socio-lavorativa per giovani, strutture di accoglienza per soggetti a rischio devianza o sottoposti a procedimenti penali, un progetto di agricoltura sociale e anche un’accademia sartoriale. In questo verranno trasformati i beni tolti alla criminalità organizzata in 18 Comuni siciliani che sono stati ammessi, dal ministero dell’Interno, ai finanziamenti previsti dal Pon Legalità 2014-2020 che prevede lo stanziamento di risorse per l’inclusione sociale. Da Catania a Palermo, da Agrigento a Messina e da Trapani a Siracusa, sono diversi i territori che potranno usufruire dei fondi per restituire alla collettività i beni sottratti alla criminalità organizzata.
«Abbiamo la consapevolezza che spesso i beni confiscati arrivano agli enti locali in condizioni non buone – commenta a MeridioNews Lauretta Rinauro, referente provinciale di Libera a Siracusa – ma ciò non deve fermare l’impegno di tutti, enti pubblici e soggetti del terzo settore, per indebolire le mafie attraverso il riuso di questi beni che devono diventare simbolo di riscatto sociale, rinascita culturale ed educativa. Nella nostra regione – aggiunge Rinauro – c’è tanto da fare soprattutto in un momento come questo in cui il riutilizzo degli averi che sono stati in mano alle mafie è rimesso in discussione anche da interventi legislativi». Il riferimento è alla possibilità che gli immobili vengano venduti ai privati, come previsto dal codice antimafia.
Adesso, in Sicilia, c’è la possibilità di trasformare un bene simbolo del potere criminale in patrimonio comune. Primo classificato nella graduatoria regionale è il Comune di Aci Sant’Antonio (Catania) con il progetto Maggiu sicilianu, che prevede la realizzazione di una casa rifugio per le donne vittime di violenza e riceverà un finanziamento di 1.318.750 euro. Circa 20mila euro in più sono andati al Comune di Caltagirone (Catania) per il progetto Testimoni di terre liberate con cui verrà recuperata e rifunzionalizzata la Masseria Bongiovanni. Sul podio anche il Comune di Bolognetta (Palermo) che con 1.499.522,69 euro ha proposto il Museo del gusto, tramite lavori di recupero funzionale di parte del piano terra e del primo piano del palazzo Monachelli da destinare a centro di formazione e inclusione socio-lavorativa per giovani a rischio di devianza o sottoposti a procedimenti penali.
A Partinico (Palermo) vanno poco più di 910mila euro da destinare al progetto QuaLiFiCo. I locali rimessi a nuovo verranno utilizzati per attività con finalità sociali, in particolare per la promozione delle donne in diversi ambiti. Con un finanziamento di 230mila euro il Comune di Aci Catena (Catania) realizzerà i lavori di manutenzione per la rifunzionalizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata in via Mazzaglia. Un milione e mezzo va al Comune di Catania per il progetto D.I.Gnità, mentre ammont a poco più di un milione il finanziamento per il Comune di Borgetto (Palermo) per il progetto di riqualificazione e di riconversione del bene confiscato di via Montegrappa da destinare a centro per donne vittime di violenza.
È di 836.561,80 euro la cifra per il Comune di Siracusa che ha presentato il progetto Le tele di Aracne che prevede la realizzazione di una accademia sartoriale nello stabile, in via Bainsazza nel quartiere della Borgata. Il bene è stato assegnato all’ente nell’agosto del 2015. «Si tratta di una rigenerazione urbana e sociale», spiega a MeridioNews il sindaco Francesco Italia. Un po’ più della metà del finanziamento verrà utilizzato per ristrutturare l’immobile che, allo stato attuale, è quasi totalmente distrutto. I lavori di ristrutturazione dovrebbero partire già tra settembre e ottobre per concludersi, al massimo, nell’arco di due anni. «Rimesso in piedi, il bene verrà trasformato in un laboratorio sartoriale artigianale – precisa il primo cittadino – che vedrà come destinatari principali minorenni detenuti e giovani a rischio di dispersione scolastica. Stilisti e sarti si occuperanno della parte tecnica, mentre un team di esperti seguirà i ragazzi anche nel percorso psicologico».
Al comune di Palermo i 985.416,26 euro dovranno servire per realizzare un centro formativo di accoglienza e aggregazione per soggetti a rischio devianza. Riscattiamoci è il titolo del progetto per cui al Comune di Alcamo (Trapani) è stato concesso un finanziamento di 800mila euro da investire sul bene confiscato in via Federico II. La struttura è destinata a diventare un centro per l’assistenza di minori. Oltre un milione al Comune di Vicari (Palermo) per ristrutturare e adeguare l’immobile Fondo ex Dolce. Iside è il progetto che verrà svolto a San Cipirello (Palermo) e per il quale è stato concesso un finanziamento di un milione e 152mila euro. I fondi verranno utilizzati per trasformare la struttura in un centro contro la violenza sulle donne.
Al Comune di Carini (Palermo) per un intervento di recupero e rifunzionalizzazione di un bene in via Europa arriverà un milione e 490mila euro. Il progetto dal titolo La finestra della legalità prevede la creazione di un centro per donne vittime di violenza. Poco più di 70mila euro sono andati al Comune di Menfi (Agrigento) per il progetto Giglio di mare. È di un milione e mezzo il finanziamento per il progetto Ri.prov@ del comune di Vittoria (Ragusa) con cui verrà realizzato nell’immobile di contrada Alcerito un centro di accoglienza per giovani a rischio devianza e di ragazzi usciti dai circuiti penali. La parte esterna verrà utilizzata per un impianto di serre e per la produzione di ortaggi nell’ottica di un progetto di agricoltura sociale.
Al Comune di Roccalumera (Messina) sono andati 170mila euro da destinare al progetto Leg@l-Lab. Un milione e 284mila euro è il finanziamento per il Comune di Capo d’Orlando (Messina) per la rifunzionalizzazione dell’immobile di via Consolare antica da adibire a un centro per le donne vittime di violenza. Una struttura e un centro servizi per soggetti vulnerabili a rischio devianza sorgerà invece nel bene confiscato in via Empedocle ad Aci Castello (Catania), Comune a cui sono andati 770.592 euro.