La demolizione del Costa Concordia? A Smirne, in Turchia. Altro che Palermo…

LA NOTIZIA LA DA’ QUESTA MATTINA IL CORRIERE DELLA SERA

Addio alla Concordia? Non sarà il Cantiere navale di Palermo a occuparsi dello smantellamento della Costa Concordia, la nave da crociera naufragata l’anno scorso davanti all’isola toscana del Giglio. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera nel numero oggi in edicola, in un articolo a firma Sergio Rizzo, il relitto sarà demolito, addirittura, in un porto stranieri, a Izmir, l’antica Smirne, in Turchia.

Una decisione che segna la sconfitta di Palermo, ma anche degli altri porti italiani che si contendevano il mega appalto da più di 300 milioni di euro. Una sconfitta, di più, un sonoro schiaffone per il sistema Italia che, secondo quanto scrive Rizzo, non avrebbe Cantieri navali e infrastrutture portuali in grado di accogliere il “cadavere” della Concordia e demolirlo.

Per il Cantiere navale di Palermo, in cronica crisi, l’arrivo della Concordia significherebbe una consistente boccata d’ossigeno per le tante maestranze, comprese quelle dell’indotto, in Cassa integrazione. Se la notizia sarà confermata, sarebbe un vero e proprio pernacchione a quanti, nel giorno del raddrizzamento del relitto parlarono di grande dimostrazione delle capacità tecniche italiane. Per un risultato ottenuto, peraltro, grazie all’intervento di imprese specializzate straniere.

Scrive Rizzo: “Da metafora della superficialità e della vigliaccheria quando si è piegata su un fianco davanti all’isola del Giglio, a orgoglioso simbolo di riscatto quando è stata risollevata con uno sforza prodigioso, la Costa Concordia rischia di trasformarsi ora nell’emblema delle divisioni campaniliste e della inaffidabilità made in Italy”.

Già dieci giorni fa, era stata pubblicata la notizia che la Costa ha affittato per tre mesi, a 30 milioni di euro, la Dockwise Vanguard, la più grande nave semi-sommergibile al mondo, per la rimozione del relitto della Concordia dal Giglio. Che avverrà quando la nave potrà galleggiare,”nel 2014″.

Il “mezzo”, olandese,ha un ponte di coperta aperto di 275mt per 70mt.

Rizzo scrive che, ancora, non è stata presa una decisione ufficiale, ma è un fatto noto che per Palermo la battaglia per superare la concorrenza e aggiudicarsi l’affidamento dei lavori era in salita. La Regione Toscana sta facendo di tutto per portare a Piombino la carcassa della Concordia, contando sulla contiguità territoriale, invocata anche dalle norme europee per questo genere di lavori.

La Concordia è considerata un “rifiuto” speciale e pericoloso. C’è il piccolo dettaglio che il porto di piombino è troppo piccolo per accogliere navi di questa stazza. Sono stati stanziati oltre 114 milioni per i lavori di adeguamento di infrastrutture e fondali, ma siamo ancora al livello di progetti, spiega Rizzo. Ed è difficile che siano portati a termine tutti i lavori entro la primavera del 2014, quando la nave lascerà il suo letto di morte, al Giglio.

Si erano fatti avanti anche Civitavecchia, Napoli e Castellammare di Stabia, ma tutti con poca credibilità. Restava Palermo che, secondo l’opinione generale avrebbe strutture, spazi e maestranze in grado di eseguire il compito di fare a pezzi il relitto. Ma, secondo Rizzo, anche l’ipotesi di Palermo sarebbe stata scartata, perchè “ha un bacino di carenaggio troppo piccolo”.

Eppure, proprio da Palermo sono partiti gli undici cassoni metallici utilizzati per raddrizzare lo scafo della Concordia. Cosa sta facendo il governo della Regione siciliana per portare la Concordia a Palermo? Lo scorso settembre, il Movimento 5 Stelle ha presentato una mozione per impegnare il governo Crocetta a intervenire sul quello nazionale per ottenere questo importante risultato. Sempre a settembre, nella riunione al ministero dello Sviluppo economico per il rilancio dei cantieri palermitani attraverso nuovi investimenti di Fincantieri, nonostante il rappresentante del dicastero avesse spiegato che i tempi per l’assegnazione della commessa fossero ancora prematuri, serpeggiava tra i sindacati un certo ottimismo sull’arrivo della Concordia in città. Sicuramente, se ne riparlerà nel prossimo incontro, fissato per il 21 ottobre.

Mentre in Sicilia e, più in generale, si chiacchiera e poco altro, a far pendere la bilancia a favore di Smirne, spiega infine Rizzo, sarebbero, al di là di questioni di rivalità campanilistica o dei limiti infrastrutturali, due fattori.

Primo: comprensibile a livello internazionale e mondiale: i piccioli: “La manodopera – scrive il giornalista del Corriere – per esempio, costa molto meno”.

Secondo: “Le misure di sicurezza, poi, hanno una incidenza economica nettamente inferiore. Ma anche le normative ambientali risultano decisamente meno stringenti delle nostre: e si sa che uno dei problemi più grossi sarà lo smaltimento delle 180 mila tonnellate di acque inquinate dagli oli e dai carburanti che sono ancora nello scafo. Per non parlare della maggiore facilità di commercio dei materiali recuperati dal relitto. Non è un caso se la Turchia è uno dei Paesi al mondo nei quali transitano le maggiori quantità di rottami. Mentre noi discutiamo, potrà farsi scappare un ferroso cadavere grosso come quello della Costa Concordia? “.

 


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