La Caritas Diocesana inaugura magazzino per i poveri Vescovo: «Ogni persona potrà dare proprio contributo»

Si scrive Ma.Ca.Di., si legge Magazzino Caritas Diocesano ma all’interno c’è di più di un semplice deposito di alimenti. C’è il cuore della solidarietà, di chi ha deciso e di chi deciderà di compiere un gesto d’amore. Grazie ai fondi dell’otto per mille la Diocesi di Acireale ha allestito, ad Aci Sant’Antonio, il magazzino dei poveri. Uno spazio rivolto ai meno fortunati, a chi ogni giorno ha difficoltà a mettere qualcosa da mangiare sulla tavola. E così, proprio in un locale adiacente la chiesa della Mercede san Camillo, nel 50esimo anno di Caritas Italiana, è stato dato inizio a questo progetto. L’iniziativa non vuole sostituirsi al Banco Alimentare della Sicilia, che distribuisce generi alimentari ad oltre 400 strutture caritative in sette province della regione, ma vuole affiancare le parrocchie nella loro missione di essere Chiesa nelle comunità locali cioè incontro e servizio reciproco sotto il messaggio cristiano: «Amatevi come io vi ho amato». 

Un modo per aiutare immediatamente le persone in difficoltà e combattere lo spreco alimentare. L’occasione serve, infatti, anche a smuovere le coscienze. Accanto a chi getta tra i rifiuti cibo che potrebbe essere recuperato, vive gente che non riesce a nutrirsi per difficoltà economiche legate a vari motivi. «Non può fare tutto lo Stato – ha dichiarato monsignor Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e vicepresidente nazionale della Cei – laddove possono arrivare forze intermedie come le comunità locali, le comunità parrocchiali è più che opportuno che ci si arrivi dal basso, con iniziative proprie. Raccogliamo quello che può donare un supermercato. Sono beni del cuore, della buona volontà delle persone. Tutto ciò va a supplire quanto previsto nelle leggi, nella società». 

«Questo progetto nasce grazie alla sottoscrizione dell’otto per mille alla Chiesa cattolica – ha detto don Orazio Tornabene direttore della Caritas diocesana di Acireale – dà la responsabilità e la possibilità ad ogni singola persona di potere fare del bene. Occorre imparare a vivere quotidianamente la carità». Lo spazio inaugurato, dunque, da oggi vivrà grazie alla solidarietà e alla vicinanza che ognuno di noi riuscirà a dimostrare. L’appello, implicito, non va solo ai gestori dei depositi, dei negozi alimentari e delle imprese operanti nella ristorazione ma a ogni cittadino che davanti al bisogno preferirà non voltarsi dall’altra parte.

Umberto Triolo

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