Ancora una volta maggioranza e opposizione si ritrovano a votare una piattaforma comune. Questa volta succede a San Giovanni Galermo, Trappeto e Cibali dove nove consiglieri su dodici hanno firmato un documento che ammonisce Emanuele Giacalone e il suo ufficio. «Spesso ci siamo ritrovati ad apprendere le notizie attraverso comunicati stampa e commenti sui social network, non è possibile», spiegano
IV circoscrizione, consiglieri vs il presidente «Ci informi delle iniziative o lo sfiduciamo»
Maggioranza e opposizione si trovano ancora una volta d’accordo. Stavolta non succede al consiglio comunale – dove la scorsa settimana la maggior parte dei consiglieri presenti che appoggiano Bianco ha sconfessato una proposta della stessa giunta -, ma alla quarta circoscrizione, dove ricadono i quartieri di San Giovanni Galermo, Trappeto e Cibali. Stamattina infatti nove consiglieri su dodici hanno protocollato in Comune un documento che richiama alle sue responsabilità il presidente Emanuele Giacalone, eletto con le liste a sostegno di Enzo Bianco sindaco, Articolo 4, Pd, Patto per Catania, Primavera per Catania, Il Megafono, Democrazia Federale.
«Il documento è indirizzato al presidente, all’ufficio di presidenza e, per conoscenza, al sindaco, al vicesindaco, al presidente del consiglio comunale e al direttore del Decentramento», spiega Erio Buceti, consigliere in quota Tutti per Catania. E la lista dei mittenti è altrettanto lunga quanto quella dei destinatari. Tra i firmatari, ci sono i consiglieri di opposizione, oltre a Buceti, Maria Grazia Adamo (Pdl), Francesco Nauta (Grande Catania), Rosario Sirna (Grande Catania) e Nunzio Viola (Per San Giovanni Galermo). Tra le file della maggioranza hanno firmato Rosario Cavallaro (Patto per Catania), Giovanni Curia (Il Megafono), Mirko Giacone (Pd) e Davide Grillo (Articolo 4). «Mancano solo i membri dell’ufficio di presidenza e un collega che al momento si è astenuto».
Alla base del malcontento, il comportamento ritenuto accentratore del presidente Giacalone. «Non condividiamo il modo di operare suo e del suo ufficio – spiega Buceti – Spesso ci siamo ritrovati ad apprendere delle iniziative sul territorio attraverso comunicati stampa e commenti sui social network, e questo non può essere né condivisibile né avallato». Nessun caso specifico, sottolinea, «perché è sempre così». L’iter sembrerebbe essere sempre lo stesso: «Quando una problematica viene sottoposta al consiglio, poi questo dev’essere informato di tutto quello che ne discende – chiarisce il consigliere – Se ad esempio c’è una risposta da parte dell’amministrazione, è obbligo del presidente e del suo ufficio informarci».
Cosa che, puntualmente, non verrebbe fatta e «così il presidente, da espressione di garanzia imparziale per tutti, diventa garanzia di se stesso». «Al momento la nostra è una critica, che contiene anche un invito al presidente e al suo ufficio, affinché cambino atteggiamento e riconoscano le loro responsabilità». Il tutto in una discussione pubblica in consiglio circoscrizionale, «il più presto possibile, se non già nella seduta fissata per domani». Un cartellino giallo che potrebbe presto trasformarsi in rosso. «Il passo successivo, qualora le cose non cambiassero, è mettere in discussione il presidente – conclude Buceti – Ma non è lo scopo del documento di oggi».