I carabinieri della stazione di Ispica hanno dato esecuzione a cinque misure cautelari, traendo in
arresto due soggetti e sottoponendone tre all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, per
favoreggiamento dell’immigrazione clandestina a scopo di lucro, nell’ambito di una più vasta
indagine denominata Affittopoli.
L’indagine interamente condotta dalla stazione di Ispica ha preso le mosse da una segnalazione
ricevuta dall’arma in merito a un numero rilevante di richieste di iscrizione all’anagrafe della
popolazione residente nel Comune di Ispica, presentate da cittadini extracomunitari
principalmente provenienti da paesi del nord Africa e impegnati, in buona parte, nelle attività di
raccolta di ortaggi e frutta nel territorio ibleo.
Tali iscrizioni, che erano possibili con la
presentazione di regolare contratto di locazione di un immobile, rappresentavano condizione
necessaria per la regolarizzazione sul territorio dello Stato, con la concessione del rinnovo del
permesso di soggiorno da parte dell’ufficio immigrazione della questura di Ragusa. Gli stranieri,
infatti, avevano presentato numerose e contestuali richieste di iscrizione all’anagrafe indicando
come luogo di residenza alcuni alloggi presenti in una frazione marinara della cittadina, e il
primo indice di sospetto sorgeva dal fatto che contemporaneamente negli appartamenti
avrebbero dovuto risiedere un numero ingente di stranieri.
L’indagine è, quindi, scattata nel
2017, sotto la direzione e il coordinamento della procura della Repubblica di Ragusa, e ha
visto un’ingente mole di documentazione acquisita e analizzata. Innanzitutto si è valutata la
quantità di contratti di affitto sottoscritti con la presenza in abitazioni di diversi stranieri nello
stesso periodo, il successivo passaggio della ricostruzione del reato è stato effettuato
analizzando i documenti presentati all’anagrafe comunale di Ispica, ove gli extracomunitari
presentavano il contratto di affitto fittizio per ottenere la residenza.
Al termine della filiera, vi era
la richiesta in questura di rinnovare il permesso di soggiorno. Tutta l’attività investigativa ha
avuto lo sfogo nell’escussione a sommarie informazioni degli stranieri che si sono fatti inserire
nel sistema da soggetti italiani locali e pregiudicati, che, approfittando dello stato di necessità e
della conoscenza sommaria della norma, hanno indotto gli stranieri a presentare contratti fittizi
per regolarizzarsi sul territorio dello stato. Tutti gli stranieri hanno confermato ai carabinieri il
fatto che direttamente con gli indagati hanno preso contatti e sono stati stipulati contratti fittizi di
affitto di appartamenti nella zona marinara della Marza e in un caso in un’abitazione del centro
cittadino.
I contratti sono stati stipulati dietro compenso, che oscillava dai 300 ai 500 euro, a
seconda di quanto si riteneva che gli stranieri potessero pagare. I successivi sopralluoghi
compiuti con idonea documentazione video-fotografica dai militari dell’arma hanno dimostrato che gli appartamenti erano a volte privi di infissi, e in tutti i casi erano privi degli allacci alle
utenze di luce e acqua, tanto che non vi si sarebbe potuto risiedere.
Le menti del sistema, organizzato da quattro italiani di Ispica e da un cittadino tunisino, che in alcuni
casi ha svolto l’attività di intermediario, erano Paolo Iozzia e Giorgio Caccamo entrambi con
numerosi e diversi precedenti penali.
L’attività investigativa che ha raccolto gravi, plurimi e precisi indizi di colpevolezza a carico degli
indagati è stata rassegnata alla procura della Repubblica di Ragusa, che ritenendo sussistente
un quadro indiziario rilevante ha richiesto al gip emissione di idonee misure cautelari.
I militari
hanno tratto in arresto: Paolo Iozzia, 43 anni, pregiudicato e Giorgio Caccamo, 50 anni; e
hanno sottoposto all’obbligo di presentazione alla P.G., A.F., 57 anni, italiano; P.S. , 51 anni,
italiano e K.B., 53 anni, tunisino. L’intera indagine si è concentrata su un arco temporale che va
dal dicembre 2014 all’agosto 2017, ed ha riscontrato circa 30 stranieri regolarizzati con le
modalità spiegate dall’indagine.
(Fonte: compagnia carabinieri di Modica)
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