Io verifico i tuoi requisiti e tu mi dai il parere: lo strano ‘caso’ di Patrizia Monterosso e Claudio Alongi

IL PRESIDENTE CROCETTA INSEGUE LE PAGLIUZZE DEGLI ALTRI, MA NON SI ACCORGE DEI TRAVI CHE HA ALL’ARAN E ALLA SEGRETERIA GENERALE…

Immaginate una moglie, che occupa un posto importante nella pubblica amministrazione, che viene chiamata a pronunciarsi sui requisiti per conferire al marito un incarico nella stessa amministrazione. Dovrebbe quanto meno astenersi: e invece si pronuncia. Immaginate il marito che, poco dopo, si pronuncia, con un parere, sull’ufficio nel quale lavora anche la moglie. Dovrebbe astenersi: e invece non si astiene.

Vi sembra una follia? Uno scherzo? Potete anche mettere da parte l’immaginazione e passare alla realtà: perché quello che avete letto, assurdo per quanto vi possa sembrare, è successo in Sicilia: e precisamente negli uffici della Regione siciliana.

In parte, il nostro giornale ha raccontato la prima parte di questa storia: lo abbiamo fatto narrando la storia del parere che l’avvocato Claudio Alongi, commissario straordinario dell’Aran (Agenzia per la rappresentanza regionale nella Regione Sicilia), ha espresso sui dirigenti ‘esterni’ alla Regione siciliana. Il particolare – a parte il parere molto discutibile – è che tra i dirigenti ‘esterni’ alla Regione c’è anche la di lui moglie, Patrizia Monterosso, oggi segretario generale della presidenza della Regione.

Oggi siamo riusciti a rintracciare un documento, che risale al 5 marzo del 2012, che porta la firma di Patrizia Monterosso, all’epoca capo di gabinetto dell’allora presidente della Regione, Raffaele Lombardo.

Il documento riguarda la nomina del commissario straordinario dell’Aran.

“Con riferimento alla determinazione presidenziale apposta in calce all’appunto prot. n. 5649 dell’8 febbraio 2012, di cui al F.V. 218 del 08/02/2012 relativa all’oggetto, si trasmette, copia dei documenti prodotti dall’avv. Claudio Alongi, attuale Componente del Comitato direttivo dell’Aran Sicilia e preposto Commissario straordinario della stessa, in possesso dei prescritti requisiti previsti dalla vigente normativa e verificati da questo ufficio”. Firmato, come già detto, “Il capo di gabinetto D.essa Patrizia Monterosso”.

Qui il tema non è andare a verificare se l’avvocato Alongi ha i titoli: cosa di certo interessante: ma questo lo lasciamo fare ai giuristi: noi, da giornalisti, ci chiediamo: è normale che la moglie si pronunci sui requisiti del marito?

Ce lo chiediamo e lo chiediamo al segretario generale dell’epoca, dottor Giovanni Carapezza. Al quale, anche se ex post, facciamo i nostri ‘vivi complimenti’…

A noi tutto questo sembra assurdo. E diventa anche comico quando vediamo – come stamattina – il presidente Rosario Crocetta che, in compagnia della dottoressa Monterosso, va dai magistrati per denunciare le illegalità altrui.

Certo, Crocetta ha ereditato marito & moglie dal Governo Lombardo: ma si è tenuto entrambi: l’avvocato Alongi come commissario dell’Aran e la dottoressa Monterosso, addirittura!, alla segreteria generale della presidenza della Regione!

Noi non ci pronunciamo – se non giornalisticamente – sul marito che esprime un parere sulla moglie che verifica i requisiti del marito: degli aspetti tecnico-giuridici di questa vicenda si dovrebbero occupare uffici e persone molto più competenti di noi: il Commissario dello Stato, la Corte dei Conti e, forse, la magistratura, visto che anche i magistrati conoscono molto bene il Diritto Amministrativo.

Noi, da giornalisti, nel vedere il presidente Crocetta che si proclama ogni giorno paladino dell’antimafia contro una mafia che ce l’ha con lui, nel sentire il senatore Giuseppe Lumia declamare opere sulla legalità e nell’osservare i big di Confindustria Sicilia che dicono di rischiare la pelle per far rispettare la Legge, beh, davanti a tutte queste belle parole non possiamo fare a meno di pensare a quel celebre passo del Vangelo nel quale il protagonista vede molto bene le pagliuzze negli occhi degli altri, ma non si accorge della trave che c’è nel proprio occhio…

 

 La Delibera

 

 

 

 


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