Il re dei trasporti Luigi Cozza, l’ex deputato regionale del centrodestra Nino D’Asero, l’avvocato esperto in appalti ed ex amministratore della Società interporti Sicilia Rosario Torrisi Rigano e la dipendente Cristina Sangiorgi. Sono i profili delle quattro persone finite nei guai, e sottoposte agli arresti domiciliari, nell’ambito dell’inchiesta della procura etnea sulla Società interporti Sicilia. A cui si aggiungono, tra gli indagati non destinatari di misure cautelari, l’attuale assessore regionale all’Economia ed ex titolare delle Infrastrutture Marco Falcone e l’ex vicepresidente della Regione Gaetano Armao. Alla Sis – partecipata per quasi il 90 per cento dalla Regione Siciliana -negli anni è stata affidata la progettazione della piattaforma logistica per le merci siciliane: costituita, almeno sulla carta, dagli interporti di Catania-Bicocca e Termini Imerese; oltre ad autoporti, centri di logistica nelle città più grandi, collegamenti viari e ferroviari da e per gli interporti e anche con lo Stretto per le merci che devono uscire dall’Isola. Nell’inchiesta vengono ipotizzati i reati di induzione indebita a dare o promettere utilità, peculato, corruzione per un atto contrario ai propri doveri d’ufficio e contraffazione e uso di pubblici sigilli. L’inchiesta ha abbracciato un arco temporale da settembre 2019 a marzo 2021 ed è stata avviata in seguito ad un esposto, redatto da diversi dipendenti con funzioni apicali dell’azienda a totale partecipazione pubblica, che riguardava le false attestazioni e dichiarazioni prodotte da Sangiorgi, in merito al possesso di un titolo di laurea.
Stando alle indagini D’Asero, tramite Falcone e Armao, avrebbe esercitato pressioni sull’ex amministratore della Sis Rigano affinché revocasse il licenziamento della dipendente Sangiorgi. Dal canto suo l’ex amministratore avrebbe stretto un presunto accordo corruttivo con Cozza, che nel 2019 ha ottenuto la gestione dell’interporto per nove anni. L’area in questione, però, stando all’inchiesta dei magistrati etnei, sarebbe stata concessa gratuitamente a Cozza diversi mesi prima. C’è poi un capitolo relativo ai presunti favori: soffiate su controlli dell’ispettorato del lavoro e dei vigili del fuoco e ritardi nelle diffide. In cambio l’amministratore della Società interporti Sicilia avrebbe ottenuto l’assunzione della nuora nell’azienda di trasporti di Cozza.
Nino D’Asero, il profilo del politico
Originario di Biancavilla – cittadina di cui è stato sindaco dal 1988 al 1989 e consigliere comunale -, laureato in Economia e commercio è stato per due mandati deputato all’Assemblea regionale siciliana. Politicamente vicino all’ex senatore Pino Firrarello, D’Asero è stato eletto per la prima volta a palazzo dei Normanni con Forza Italia, mentre nella 15esima legislatura con la lista del Popolo delle libertà. Poi la parentesi con Alternativa popolare con l’ex ministro della Giustizia Angelino Alfano. In quest’ultima formazione politica l’ex deputato è stato anche capogruppo all’Ars. Durante la sua esperienza in politica anche il mandato da assessore al Comune di Catania quando ad amministrare il capoluogo etneo era l’allora sindaco Umberto Scapagnini. Nel 2016 D’Asero è stato indicato come presidente della sezione siciliana dell’Associazione italiana per il consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa.
L’asse tra Sis e Cozza
Ai domiciliari è finito anche Rosario Torrisi Rigano, avvocato ed esperto d’appalti, candidato a sindaco di Sant’Agata li Battiati alle ultime elezioni amministrative, senza però centrare l’elezione. Nella Società interporti di Sicilia ha rivestito l’incarico di amministratore unico, prima di essere sostituito, il 4 novembre 2021. Indagato e sottoposto ai domiciliari anche il re degli autotrasporti Luigi Cozza. Titolare dell’omonima ditta con tre sedi operative sparse tra Catania, Palermo e la provincia di Pavia. Cozza è stato coinvolto nell’inchiesta della procura di Messina sul crac della società Italsea group.
Aggiornamento del 17/01/2023, riceviamo e pubblichiamo dalla Luigi Cozza Trasporti Spa:
«Lct ha appreso della notizia relativa all’indagine connessa alla gestione della Società degli interporti di Sicilia, e alle misure cautelari che sono state adottate nei confronti degli indagati. In relazione a tali fatti si comunica che l’indagine non riguarda né Lct né gli organi societari della medesima, che non è stata interessata da alcun provvedimento giudiziario e che continua a intrattenere regolari rapporti con la Società degli Interporti Siciliani».
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