Sono tre i giovani indagati per l’aggressione a un ragazzo avvenuta il 4 gennaio in una delle zone della movida nel centro storico di Catania. A conclusione delle indagini, la procura ha disposto l’applicazione di misura cautelare personale, emessa dal giudice per le indagini preliminari nei confronti di tre ragazzi: M.J.A. (classe 2002) è stato […]
Catania: in cinque aggrediscono un giovane per un diverbio su una ragazza
Sono tre i giovani indagati per l’aggressione a un ragazzo avvenuta il 4 gennaio in una delle zone della movida nel centro storico di Catania. A conclusione delle indagini, la procura ha disposto l’applicazione di misura cautelare personale, emessa dal giudice per le indagini preliminari nei confronti di tre ragazzi: M.J.A. (classe 2002) è stato sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e di dimora, con la prescrizione di non allontanarsi dall’abitazione dalle 15.30 alle 2.30 di tutti i giorni; S.D.C.A.F. (classe 2003), è stato sottoposto all’obbligo di dimora, con la prescrizione di non allontanarsi dall’abitazione dalle 15:30 alle 2:30 di tutti i giorni; G.A. (classe 2002), è stato sottoposto all’obbligo di dimora, con la prescrizione di non allontanarsi dall’abitazione dalle 15.30 alle 2.30 di tutti i giorni.
Tutti e tre gli indagati sono accusati, in concorso tra loro e con gli altri ancora non identificati, di lesioni aggravate dai futili motivi e dall’avere commesso il fatto in più persone riunite e in numero superiore a cinque. Dopo l’aggressione, è stata la vittima – a cui è stata diagnosticata una frattura pluriframmentaria scomposta del naso con prognosi di 30 giorni – a riferire la dinamica dell’accaduto. Quando è stato sentito a sommarie informazioni mentre si trovava ancora ricoverato all’ospedale Garibaldi Centro di Catania, la vittima ha raccontato di essere stata aggredita da un gruppo di giovani che conosceva, in due distinti momenti e luoghi. Stando a quanto ricostruito, l’aggressione sarebbe scaturita per futili motivi riguardanti un banale diverbio avvenuto diverso tempo fa riconducibile a una ragazza, sorella di uno degli aggressori.
Oltre alle dichiarazioni della vittima, nel corso delle indagini sono state raccolte testimonianze oculari, riconoscimenti fotografici e sono stati acquisiti video che erano stati pubblicati sui social e immagini registrate da diverse telecamere di videosorveglianza della zona. In questo modo, gli inquirenti hanno potuto ricostruire l’aggressione e individuare il ruolo ricoperto da ciascuno degli indagati: stando a quanto emerso, il gruppo avrebbe agito secondo la logica del branco, alternandosi, con vari ruoli, nel porre in essere l’azione violenta.