I DUBBI SULLA VENDITA DELL’ENTE FORMATIVO. IL RITIRO DELLA CIRCOLARE 31/2011. SULLO SFONDO LORIENTAMENTO DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI MESSINA. IL RUOLO DEL CIAPI SEMPRE PIU ESPOSTO NELLA GESTIONE DEL DENARO PUBBLICO
Al danno si aggiunge la beffa per i lavoratori del Cefop in Amministrazione straordinaria. Con la mancata cessione al Cerf gli effetti potrebbero essere dirompenti. Allemergenza sociale che si amplifica i dipendenti del Cefop potrebbero subire ulteriori danni economici.
Il ragionamento è semplice. Il passaggio al Cerf avrebbe garantito il riconoscimento di due mensilità a carico dellente acquirente e la certezza di recuperare le spettanze di quattro mesi maturati in sede di rendicontazione con il venti per cento del finanziamento relativo allannualità formativa a valere sullAvviso 20/2011.
Con il mancato perfezionamento della cessione potrebbe verificarsi che il finanziamento già erogato debba essere restituito dal Cefop, destinato oramai al fallimento.
La restituzione appare certa per il fatto che non si raggiungono gli obiettivi previsti dai progetti formativi finanziati. Difatti gli allievi attendono di completare i percorsi didattici e sostenere gli esami. Saltando queste fasi, e così pare, il finanziamento va perduto. Quindi, non solo restituzione di quanto speso,ma perdita anche delle mensilità ancora da ricevere. Per i dipendenti del Cefop si appresta ad arrivare lennesima mazzata.
Ora dalla ricostruzione dei fatti emerge che la Regione siciliana ha fatto sapere ai sindacati che è stato negato il via libera alla cessione per una delibera di Giunta, approvata nel 2013 dal Governo del presidente della Regione, Rosario Crocetta, che stabilisce limpossibilità a cedere rami di azienda e alla quale ha rinviato ogni decisione e ha fatto riferimento lAvvocatura dello Stato nel suo parere che era atteso ai fini delloperazione.
Un cambio di rotta rispetto al precedente Governo regionale dellallora presidente Raffaele Lombardo che invece le cessioni le aveva regolamentate per evitare lespansione di una prassi incontrollata che, sostanzialmente, conduceva ad una dissimulata cessione di crediti astratti ed immateriali (ore di corso di formazione), come recita la circolare n.31 del 5 dicembre 2011.
Riportiamo un passaggio del provvedimento amministrativo firmato dallallora dirigente generale del dipartimento Formazione professionale, Ludovico Albert:
A tal fine, infatti, si ritiene necessario, nellottica di un corretto bilanciamento degli interessi coinvolti, da un lato tutelare lAmministrazione regionale dal proliferare di pratiche di scambio scorrette, quali quelle vietate con la nota sopra citata, da altro lato permettere lesercizio di un diritto costituzionalmente garantito quale quello sancito dallart. 41 della Costituzione della Repubblica italiana, secondo cui l’iniziativa economica privata è libera. Loperazione di cessione di ramo dazienda, in linea generale, trova compiuta disciplina sia negli articoli 2112 e 2555 e successivi del Codice Civile, sia nellart. 116 del decreto legislativo n. 163 del 12 aprile 2006 e successive modifiche ed integrazioni in materia di esecuzione di contratti pubblici, nonché, per quanto non legislativa ma pur sempre una fonte disciplinante lagere del Dipartimento nel settore della formazione professionale finanziata con fondi comunitari, nel paragrafo 4.8 del Vademecum dellattuazione del Piano operativo Sicilia Fondo sociale europeo 2007-2013 giunto, alla data di predisposizione della presente circolare, alla versione 4 del 23 giugno 2011. La presente circolare disciplina il procedimento amministrativo che dovrà essere avviato ed istruito dal servizio competente, individuato al successivo paragrafo 4, per la presa datto delle operazioni di cessione di ramo dazienda.
Come mai lesecutivo Crocetta ha fatto dietro-front? Quanto tutto sembrava filare liscio, dopo un lungo procedimento giudiziario e amministrativo si era ad un passo dalla cessione, gestita dal ministero dello Sviluppo economico, ed invece arriva lo stop. Perché?
Non è che al cambio di marcia del governatore abbia magari inciso il passaggio sul ruolo degli enti formativi e sulla pratica della cessione contenuta dellOrdinanza del Gip di Messina di custodia cautelare per il parlamentare del PD, Francantonio Genovese, finito poi agli arresti domiciliari?
Riportiamo un passaggio della citata ordinanza che potrebbe fornirci il senso del possibile cambio di orientamento da parte del Governo regionale sulla pratica della cessione nel settore della formazione professionale.
Gli enti convenzionati, pertanto, gestiscono, per conto della Regione, denaro pubblico destinato alla realizzazione di attività rientranti tra gli scopi istituzionali della Regione. Per tale motivo lerogazione delle somme è condizionata alla preventiva approvazione di un progetto formativo e gli enti sono tenuti ai rispetto di una serie di norme ai fini dellimpiego del denaro, nonché alla puntuale rendicontazione. Per la medesima ragione, inoltre, gli enti, ai fini dellottenimento degli anticipi, sono tenuti a prestare idonea fidejussione e, solo in esito allapprovazione del rendiconto, possono ottenere lerogazione dellultima frazione del finanziamento. Per contro la mancata approvazione del rendiconto importa lobbligo della restituzione del finanziamento nella misura delle somme per le quali non è stato riconosciuto il valido impiego. Allo stesso modo lEnte è obbligato a restituire le somme ottenute ed eventualmente non impiegate. Consegue che i gestori dellente, e comunque coloro che per conto dellente hanno lamministrazione del denaro erogato dalla Regione, nellesercizio di tale funzione assumono la qualifica di incaricati di pubblico servizio; il denaro di cui dispongono e che gestiscono è, a tutti gli effetti, denaro pubblico.
Ma torniamo ai possibili effetti dirompenti legati alla vicenda della mancata cessione.
Stordisce la leggerezza con la quale dalle filosofiche stanze dello staff dellassessore alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, si lancino messaggi di rassicurazione per i martoriati dipendenti Cefop. Da indiscrezioni raccolte, pare circoli il convincimento che i 408 lavoratori, a seguito della mancata cessione al Cerf, come dicevamo, possano essere chiamati per sette mesi al Ciapi attraverso il progetto Prometeo da subito.
Chiariamo, senza assurgere a plenipotenziari della verità che non ci appartiene, che il Ciapi si appresta a contrattualizzare solamente mille e 415 operatori. Va precisato che gli idonei sono, invece, duemila e venti. Ne resterebbero fuori seicentocinque.
Ma non cè problema, sempre secondo gli ambienti assessoriali. Pare che tutti, ma proprio tutti, dovrebbero essere chiamati alla corte del Ciapi. Come? Secondo le indiscrezioni citate, ci sarebbero sette milioni e mezzo di euro della Formazione continua pronti per essere assegnati, tanto per cambiare, allente strumentale siracusano di proprietà della Regione siciliana.
Anche in questo caso, però, ci sarebbero delle perplessità. La prima è di natura tecnica: non basterebbero sette milioni e mezzo, ma ce ne vorrebbero almeno 13 di milioni di euro.
Intanto Cgil e Cisl hanno più volte chiesto la testa della dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale del settore. La Uil su questa partita non si è schierata con i partner storici: opportuna riflessione oppure possibile scelta filogovernativa?
Altro dubbio di natura politica è legato allimpegno assunto dal Governo regionale, attraverso lassessore Scilabra, di ristorare gli enti formativi assegnando il mini piano della formazione continua per controbilanciare in parte il taglio del dieci per cento praticato in sede di finanziamento della seconda annualità del richiamato Avviso 20, finanziato con le risorse del Piano giovani. Ma si sa che con il Governo del presidente Rosario Crocetta limpegno della sera è già dimenticato lindomani.
La questione sociale adesso è esplosiva.
Ci domandiamo: quale spazio e quale ruolo per i privati? Quale il progetto di fuoriuscita dal settore dei tre mila lavoratori, distribuiti in tutta lIsola a differenza di quanto accade, per esempio, nel caso della vertenza di Termini Imerese che con lindotto conta gli stessi lavoratori, ma concentrati tutti nello stesso comprensorio e dove il Governo Crocetta pare sia pronto a fare i salti mortali?
Anche se conoscendone le gesta potrebbe volatilizzarsi anche questo possibile impegno politico. Appare chiaro che gli operai ex Fiat e quelli dellindotto hanno la nostra solidarietà ed auspichiamo un pronto rientro nello stabilimento torinese. La vicenda è altra. Il presidente Crocetta lo dica chiaramente che per lesecutivo regionale i lavoratori non sono tutti gli stessi, ci sono quelli di Serie A e quelli della Serie cadetta.
Con gli attuali ex sportellisti, fermi al palo, il numero dei senza-lavoro cresce a circa cinque mila. E facendo uno sforzo intellettivo diamo per scontato che i mille e 415 lavoratori, chiamati dal Ciapi per sottoscrivere il contratto, nei prossimi giorni inizino a lavorare (ma sarà così?).
Quella del governatore siciliano è stata sin dallinizio una volontà politica precisa di demolire la presenza dei privati nel settore, passando sopra a norme, decreti, contratti, per trasferire tutto al Ciapi che con lattuale management che dovrebbe gestire qualcosa come circa trecento milioni di euro in attività. Ce la farà?
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