Cronaca

Inchiesta Interporto, in due lasciano gli arresti domiciliari. Per l’ex deputato D’Asero disposto l’obbligo di firma

Niente più arresti domiciliari per l’ex deputato regionale Nino D’Asero, trasformati in obbligo di firma. Torna libera anche la dipendente della Società degli interporti di Sicilia Cristina Sangiorgi, legata sentimentalmente al politico, per la quale è scattata la sospensione dall’esercizio della professione per sei mesi. Resterà invece ristretto nella sua abitazione l’imprenditore della logistica Luigi Cozza, difeso dall’avvocato Carmelo Peluso. Il verdetto della giudice del tribunale del Riesame, Giuliana Sammartino, è arrivato nella tarda mattinata di oggi. Bisognerà attendere ancora, invece, per conoscere il destino giudiziario di Rosario Torrisi Rigano, fino al 2021 presidente della società partecipata per quasi il 90 per cento dalla Regione Siciliana. Per il manager, difeso dall’avvocato Dario Pastore, l’udienza davanti ai giudici è stata fissata per martedì prossimo. A seguire il procedimento per D’Asero sono invece i legali Tommaso Tamburino e Isabella Giuffrida, mentre Sangiorgi è rappresentata da Francesco Giammona.

Nell’inchiesta, a vario titolo, vengono ipotizzati i reati di induzione indebita a dare o promettere utilità, peculato, corruzione per atti contrari ai propri doveri d’ufficio e contraffazione e uso di pubblici sigilli. Sotto la lente d’ingrandimento l’operato di Torrisi e il bando per la concessione del polo logistico. Quest’ultimo vinto, dopo quattro gare deserte, dalla Luigi Cozza trasporti. Secondo l’accusa, Torrisi Rigano avrebbe dato la possibilità all’imprenditore Cozza di potere usufruire gratuitamente dell’area, ancora prima della firma ufficiale dell’accordo. In mezzo, l’assunzione della nuora nell’azienda di trasporti e i presunti favoritismi per dare in sublocazione un capannone a Eurospin.

D’Asero invece avrebbe mediato in favore di Sangiorgi al fine di farle riottenere il posto nella Sis. La donna era stata licenziata dopo aver falsamente attestato il possesso di una laurea all’università Kore di Enna. Nella stessa indagine sono indagati, ma non destinatari di misure cautelari, l’ex assessore alla Infrastrutture e attuale vertice all’Economia Marco Falcone, il suo segretario Pippo Li Volti e l’ex vicepresidente della Regione Gaetano Armao.

Dario De Luca

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