In tremila a Palermo per #sui17cimettolafirma Per la libertà degli attivisti dei centri sociali

La manifestazione ha avuto inizio davanti il Teatro Massimo e si è aperta con una performance artistica curata dal Teatro Mediterraneo Occupato. Le due ballerine Marianna Messina e Emilia Diaria hanno giocato dentro e fuori da una piccola gabbia metallica in una composizione eterogenea e trasversale.

Continua dunque la lotta per la difesa della libertà di espressione, di critica, di opposizione e di manifestazione del diritto politico e, nella fattispecie, per la revoca immediata delle misure cautelari gravanti sui 17 attivisti dei centri sociali Ex Karcere e Anomalia, inquisiti per il reato di associazione a delinquere. «C’è un teorema affermato dalla procura – spiega una portavoce – che mira a trasformare la storia e colpire i centri sociali. C’è l’intenzione di far credere che i cortei e le assemblee partecipate da migliaia di persone fossero associazioni a delinquere per turbativa dell’ordine pubblico».  

Da quando è stato emesso l’obbligo di firma quotidiano per i diciassette arrivisti una rete di personaggi della cultura e dello spettacolo, politici e associazioni attive si sono stretti in un cerchio di solidarietà. Tra i volti noti che hanno sottoscritto l’appello Sabina Guzzanti, Eugenio Finardi ed Erri De Luca, ma oggi in piazza, dietro lo striscione «#sui17cimettolafirma – Le lotte non si arrestano» c’erano studenti, precari, disoccupati, senza-casa, precari dello spettacolo, cittadinanza attiva, partiti, sindacati, consiglieri e associazioni attive nel sociale che hanno sfilato coesi e determinati in una dimostrazione concreta della solidarietà rivolta ai giovani attivisti inquisiti.

Giorgio Martinico, uno dei diciassette attivisti racconta che «Con questa presenza massiccia la nostra città ha dato oggi un’importante e concreta manifestazione di solidarietà. Non siamo solo diciassette, siamo i migliaia di studenti che scendono in piazza per il diritto allo studio, i migliaia di cittadini palermitani senza casa che non ricevono risposta alcuna dalle istituzioni, i tanti giovani dei quartieri popolari che partecipano alle attività dei preziosissimi centri sociali, siamo precari dello spettacolo che con molta fatica cercano di dare un’alternativa culturale di qualità e dal basso a questa città. Siamo la città intera». 

Accusati di avere manifestato ripetutamente come studenti, precari, lavoratori, disoccupati per la rivendicazione di diritti sociali di Palermo, ritengono che la reazione della procura rappresenti un gravissimo precedente nella storia delle lotte sociali. 

«La formula repressiva adottata non ci farà comunque desistere dal creare continui momenti collettivi di discussione e di lotta perché crediamo fermamente nella necessità e nella “bontà” di questi, della loro utilità nella realizzazione di un’alternativa allo stato reale votato all’impoverimento della maggioranza della popolazione. Ciò che in tutti questi anni si è fatto è discutere e cercare in maniera collettiva soluzioni e alternative alle politiche delle varie amministrazioni e dei governi che hanno generato impoverimento delle classi subalterne, annichilimento della coscienza e impoverimento del sapere accademico – continua Giorgio Martinico – Non è un caso che buona parte dei fatti contestati si riferisce a stagioni di grandi mobilitazioni sociali come quelle studentesche contro la riforma Gelmini».

Intanto, la pagina Facebook #sui17cimettolafirma ha ottenuto 2mila likes in pochi giorni e migliaia di persone scrivono e postano immagini quotidianamente per manifestare la loro adesione alla campagna, inoltre la lista dei firmatari dell’appello cresce di minuto in minuto ma, nonostante le ripetute richieste pubbliche da parte dei portavoce dell’assemblea e dai diciassette stessi, dall’amministrazione comunale non arrivano note né comunicati espressivi dell’opinione del sindaco Leoluca Orlando. 


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