In sciopero della fame da tre giorni contro la strafottenza dei politici

Forse una cosa non è ben chiara ai cari (economicamente parlando) signorotti della politica siciliana.  E cioè che,  mentre loro passano il tempo a fare riunioni per decidere a chi andrà questo o quell’assessorato, a litigare per i nomi che saranno piazzati nelle liste regionali o in quelle nazionali, o a stabilire le quote di partecipazione per questa o quest’altra operazione affaristica, ci sono persone, per le quali loro dovrebbero lavorare,  che rischiano di morire e non solo di fame.

E ‘ il caso ad esempio, di Rosario Martino, un siciliano come noi. Solo che ha avuto la sfortuna di ammalarsi al cuore. A 51 anni, si ritrova invalido al 100%. In un Paese civile, il caso di Rosario non finirebbe sui giornali. Sarebbe un cittadino normale a cui lo Stato avrebbe assicurato un lavoro ed una assistenza adeguata. Qui no.

Qui, Rosario è abbandonato a sé stesso, e tanti altri come lui. Non ha i soldi per comprarsi le medicine che gli servono. E non li ha neanche per comprarsi il resto. Pure la Caritas gli ha chiuso le porte in faccia, dicendo che non ha più nulla da dare.  E’ in sciopero della fame da tre giorni.  Ci spiega perché:

“Mentre i candidati Presidenti e non PARLANO….PROMETTONO, rabboniscono, mi scontro  con la solita quotidianità, e mi accorgo che il problema dei portatori di Handicap, non interessa a  nessuno di loro” dice a LinkSicilia Martino.

La Caritas, non ha soldi, e nessun politico si preoccupa di accertarsi sulla situazione reale: i Comuni non hanno soldi perché le Regioni non ne mandano, ma quello che è ancora più grave, e che nessuno ha saputo darmi spiegazioni, e come mai i soldi della STRAORDINARIA Regionale che spetta alle persone indigenti presentata da me a Gennaio presso l’assessorato di Via Ausonia a Palermo , nonostante i soldi fossero già stanziati da circa 5 mesi, ad oggi non li ho ricevuti”.

E’ normale tutto questo? Noi ci auguriamo che Rosario non molli. Lo stress che sta vivendo non gli è salutare. E ci auguriamo anche che riceva risposte immediate. Perché non c’è mistero in questa storia. La vittima è un cittadino siciliano, il carnefice la politica siciliana.

 


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Forse una cosa non è ben chiara ai cari (economicamente parlando) signorotti della politica siciliana. E cioè che,  mentre loro passano il tempo a fare riunioni per decidere a chi andrà questo o quell'assessorato, a litigare per i nomi che saranno piazzati nelle liste regionali o in quelle nazionali, o a stabilire le quote di partecipazione per questa o quest'altra operazione affaristica, ci sono persone, per le quali loro dovrebbero lavorare,  che rischiano di morire e non solo di fame.

Forse una cosa non è ben chiara ai cari (economicamente parlando) signorotti della politica siciliana. E cioè che,  mentre loro passano il tempo a fare riunioni per decidere a chi andrà questo o quell'assessorato, a litigare per i nomi che saranno piazzati nelle liste regionali o in quelle nazionali, o a stabilire le quote di partecipazione per questa o quest'altra operazione affaristica, ci sono persone, per le quali loro dovrebbero lavorare,  che rischiano di morire e non solo di fame.

Forse una cosa non è ben chiara ai cari (economicamente parlando) signorotti della politica siciliana. E cioè che,  mentre loro passano il tempo a fare riunioni per decidere a chi andrà questo o quell'assessorato, a litigare per i nomi che saranno piazzati nelle liste regionali o in quelle nazionali, o a stabilire le quote di partecipazione per questa o quest'altra operazione affaristica, ci sono persone, per le quali loro dovrebbero lavorare,  che rischiano di morire e non solo di fame.

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