Il presidente dell’Ars allontana il voto anticipato «Elezioni a ottobre impossibili, manca il bilancio»

L’ipotesi di andare alle urne a ottobre non è realistica. Giovanni Ardizzone, presidente dell’Assemblea regionale siciliana, intervenuto oggi in conferenza stampa a Messina, in merito alla fusione tra ospedale Piemonte e Irccs neurolesi Bonino Pulejo, esclude categoricamente l’eventualità di elezioni regionali anticipate a ottobre: «In assenza di un bilancio approvato è impossibile».

Lo scenario potrebbe cambiare qualora in Senato venisse approvato il conferimento di mezzo miliardo di euro in favore della Sicilia, sbloccando l’approvazione del documento contabile. Ma, fino ad allora, questo è lo stato dell’arte. Ardizzone non è in grado di prevedere se l’aula sia capace di esprimere, in ogni caso, una mozione di sfiducia nei confronti di Rosario Crocetta. Ritiene, tuttavia, certo che il governatore debba essere valutato solo sotto il profilo politico e non sulla scorta di un’intercettazione – quella ormai celebre con Matteo Tutino, suo medico personale – che «è evidente essere inesistente».

Proprio dietro questa polemica, il presidente dell’Ars rinviene alcune forzature. Come fosse stata ordita da terzi: «Si parla sempre della Sicilia sprecona, a causa di un disavanzo di tre miliardi e mezzo di euro, ma non si dice nulla del Piemonte di Sergio Chiamparino, il presidente della conferenza Regioni, per il quale il governo ha provveduto a ripianare un disavanzo di 11 miliardi. Non si tiene nemmeno conto che le difficoltà di bilancio sono dovute alla riduzione dei conferimenti». Ardizzone risponde ai giornalisti anche in merito alle voci che lo vorrebbero candidato sindaco alle amministrative di Messina, in programma – salvo complicazioni – fra tre anni: «Per qualunque politico, fare il sindaco della propria città è la cosa più bella. Non rispondo né sì, né no. Non posso negare nulla. Dico solo che le elezioni sono lontane e abbiamo il dovere di supportare questa amministrazione».

Proprio a proposito di Renato Accorinti e di chiunque gli succederà, il presidente rileva come la riforma delle Province, che dovrà essere approvata a palazzo dei Normanni entro il prossimo 31 luglio, debba prevedere che «il sindaco del Comune capoluogo deve coincidere con quello della Città metropolitana». In merito alla riforma, auspica il recepimento della legge Delrio e il trasferimento in via decentrata ai liberi consorzi di funzioni oggi appartenenti alla Regione, come nel caso degli istituti autonomi case popolari: «È impensabile se ne occupi la Regione come è stato per le Asi».


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