Le perquisizioni dei finanzieri mirano a verificare se nei rapporti tra le società del gruppo Finaria si possano trovare le cause del dissesto della Meridi che, per ammissione del management, ha debiti per oltre 90 milioni di euro
Il patron del Calcio Catania è indagato per bancarotta Al setaccio email, case e uffici della galassia Pulvirenti
«Ricostruire i rapporti tra le società del gruppo Finaria che assumono valore distrattivo o causativo del dissesto della Meridi Srl». È questo il motivo per cui i finanzieri stanno perquisendo tutto il regno che orbita attorno ad Antonio Pulvirenti. Il patron del Calcio Catania è anche azionista di maggioranza della società capogruppo Finaria Spa: suo è infatti il 90 per cento delle azioni, mentre il restante 10 per cento è di proprietà di sua moglie Antonella Moschetto.
Adesso lui, insieme ad altre otto persone, è indagato per il reato di bancarotta fraudolenta nella vicenda Meridi, società per la quale era stata presentata istanza di fallimento e che il tribunale ha affidato a commissari giudiziali. È dalla loro prima nota che emerge «l’assoluta necessità di acquisire corposa documentazione». È stato poi lo stesso management della società a confessare di avere debiti scaduti per oltre 90 milioni di euro.
«La peculiarità di tale gruppo di imprese – si legge nel decreto – è sempre stata che la capogruppo Finaria Spa è una società priva di liquidità ma titolare dei principali asset aziendali, mentre l’unica società in grado di garantire un flusso di denaro costante è stata negli anni la società controllata Meridi Srl». Quest’ultima è titolare della catena di supermercati a marchio Fortè in tutta la Sicilia e prima di entrare in crisi, ha rappresentato la principale attività d’impresa in grado di garantire al gruppo flussi costanti di liquidità.
Documenti cartacei e digitali, documentazione contabile ed extra-contabile, sette caselle di posta elettronica con tutte le mail scambiate tra gli indagati e anche con i professionisti incaricati di predisporre le operazioni finanziarie e societarie. Le ricerche dei finanzieri non si concentrano solo nella sede della Meridi ma anche in quelle delle società collegate, negli studi professionali che le hanno assistite e nelle abitazioni degli indagati. La sezione del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catania ha autorizzato il sequestro di tutta la documentazione informatica, di server, hard disk, computer e supporti informatici di ogni genere.
Elenco degli indagati per autoriciclaggio e bancarotta fraudolenta:
– Antonio Pulvirenti
– Davide Franco
– Giuseppe Caruso
– Santi Maria Pulvirenti
– Carmelo Sapienza
– Santo Barbagallo
– Angelo Agatino Vitaliti
– Valentina Ventimiglia
– Massimo Salvatore Alessandro Cartalemi
Luoghi delle perquisizioni:
– Sede Meridi Srl a Belpasso
– Residenza di Carmelo Sapienza (legale rappresentante di Meridi) a Belpasso
– Residenza di Santi Maria Pulvirenti (figlio di Antonio e legale rappresentante dell’azienda agricola Biorossa) a Belpasso
– Sede dell’azienda agricola Biorossa a Catania (appartenente alla compagine familiare di Pulvirenti)
– Sede Polisportiva Torre del Grifo village a Mascalucia
– Residenza di Antonino Pulvirenti ad Aci Castello
– Residenza di Francesco Cipolla (istitore di Meridi) a Favara (in provincia di Agrigento)
– Residenza di Franco Davide (presidente del consiglio di amministrazione di Finaria e Calcio Catania) a Roma
– Residenza di Giuseppe Davide Caruso (consigliere del consiglio di amministrazione di Finaria e Calcio Catania) a Tremestieri Etneo
– Sede dell’istituto di vigilanza privata Ancr Srl a Belpasso (custode del denaro ritirato presso i punti vendita Fortè)
– Sede della Sicurtransport Spa a Belpasso (precedente gestore del servizio di raccolta del denaro contante dei supermercati Fortè)
– Hotel La Fenice a Belpasso (di proprietà di Meridi e affidato in gestione a una società commerciale della galassia Pulvirenti)
– Studio legale internazionale Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & partners a Roma
– Studio del commercialista Fabio Cassi a Messina