Il governatore Crocetta e il casinò a Lampedusa

IL PRESIDENTE CROCETTA VUOLE UNA CASA FA GIOCO NELLE ISOLE PELAGIE? TROPPA GRAZIA! LA SUA PRESA DI POSIZIONE, PERO’, HA UNA VALENZA “POLITICA” E “COSTITUZIONALE” DA NON SOTTOVALUTARE.

Il Presidente della Regione, Rosario CROCETTA, stando alle notizie diffuse dai Mass-Media, recentemente, a Messina, avrebbe dichiarato di essere favorevole alla istituzione di alcuni CASINO’ (più di uno per l’esattezza) in Sicilia. Ed avrebbe, altresì, precisato che ne vorrebbe uno pure a LAMPEDUSA o magari a LINOSA. TROPPA GRAZIA! Dopo oltre sessant’anni di BABBIU REGIONALE !

Non nascondiamo la meraviglia, ma prendiamo atto dell’ANNUNCIO. Alcune domande, tuttavia, sono d’obbligo, tantoppiù che la presa di posizione proviene dal massimo rappresentante delle Istituzioni in Sicilia ed, ovviamente, anche dalle forze politiche che costituiscono, all’ARS, la MAGGIORANZA che lo sostiene.

Si tratta, peraltro, di una presa di posizione “ECLATANTE”, data anche la particolare situazione, a dir poco DRAMMATICA, nella quale si trovano oggi le ISOLE PELAGIE e gran parte delle coste siciliane, a causa del crescente fenomeno degli sbarchi di MIGRANTES.

Non lo nascondiamo: noi Indipendentisti FNS, da sempre sostenitori del Diritto del Popolo Siciliano alla istituzione di CASINO’ in SICILIA, siamo perplessi. Anzi, preoccupati. Non saremmo sinceri se non manifestassimo il dubbio ed il sospetto di trovarci nel bel mezzo di una nuova “PUNTATA” della “TELENOVELA” degli ANNUNCI da parte delle stesse forze politiche che, sopravvivendo “ai” e “nei” cambi generazionali, NON HANNO RISOLTO il problema – certamente più semplice – della RIAPERTURA del solo CASINO’ a TAORMINA in un lasso di tempo superiore ai sessant’anni. Ed ammesso che il problema in questione lo avessero risolto – o lo vogliano tuttora – risolvere ….. Consapevoli o non, i “politici-politicanti” eletti in Sicilia hanno fatto prevalere la cultura e la prassi dell’ANTISICILIA e, conseguentemente, dell’ASCARISMO.

Questa volta occorre passare, pertanto, la parola ai FATTI concreti ed ai TEMPI certi. Allo “SCADENZARIO”, quindi, dei lavori preparatori ed a quello delle specifiche proposte legislative. E alle iniziative da adottare, comunque, per prevenire e fronteggiare i prevedibili “SCARICA-BARILE” politico-istituzionali e gli “SCALTRI” INSABBIAMENTI che hanno creato e che mantengono in vita la situazione scandalosa che è sotto gli occhi di tutti.

I quattro CASINO’ “ITALIANI” (VENEZIA, SANREMO, SAINT VINCENT e CAMPIONE D’ITALIA), caso strano, sotto, infatti, TUTTI nell’ITALIA SETTENTRIONALE. Mentre i politici SICILIANI e quelli dei territori dell’EX STATO DELLE DUE SICILIE, (cioè prevalentemente MERIDIONALI), sono rimasti ….. a guardare! Nonostante questi ultimi fossero, al Parlamento italiano, più numerosi dei colleghi padano-settentrionali. VERGOGNA!

Ci permettiamo di sottolineare, altresì, che, ove l’annuncio del Presidente CROCETTA (quello, cioè, di istituire alcuni CASINO’ in SICILIA) non fosse supportato immediatamente da azioni politico-istituzionali SERIE, COERENTI e PRODUCENTI, ci troveremmo di fronte ad un nuovo caso di “BANALIZZAZIONE” dell’intera “QUESTIONE CASINO’”, se non di fronte ad un ulteriore tradimento.

Non vogliamo, tuttavia, essere catastrofici. Qualche “CONSEGUENZA”, giuridica e politica, POSITIVA (volontaria o involontaria che sia), nella presa di posizione del Presidente CROCETTA, la possiamo trovare. Anzi: la troviamo!

L‘FNS “Sicilia Indipendente” ritiene, infatti, che nelle parole del Presidente, – parole che probabilmente sono state un po’ troppo improvvisate, – vi sia, di fatto, la riaffermazione – fortissima e non confutabile – di un DIRITTO FONDAMENTALE del Popolo Siciliano. Un DIRITTO che ha una grande valenza costituzionale. E cioè il DIRITTO alla PARITA’ DI TRATTAMENTO. Non sono tollerabili – a giudizio degli Indipendentisti siciliani – la disparità di trattamento e le DISCRIMINAZIONI che, in materia, sono state compiute, nei confronti della Sicilia e dell’intero Popolo Siciliano. A prescindere dal fatto che le “deputazioni” siciliane a Palermo e a Roma, nel tempo e nelle varie legislature, non abbiano fatto ciò che sarebbe stato opportuno, DOVEROSO e possibile fare.

Il Principio costituzionale della PARITA’ DI TRATTAMENTO ed il conseguente divieto di DISCRIMINAZIONI, infatti, rimangono VALIDI. Non sono ALIENABILI, NE’ COMMERCIABILI, NE’ PRESCRIVIBILI. Ed è questa, un’occasione da cogliere e da valorizzare ai fini di cambiare sistema e modo di agire.

Confessiamo, infine, a noi stessi una scottante verità. L’unica ATTENUANTE (giammai, però, una vera “assoluzione”) per il Parlamento Centrale, per il Governo di Roma e per le Istituzioni tutte della Repubblica Italiana, è costituita dal fatto abnorme che la Regione Siciliana non ha mai avuto la sensibilità ed il coraggio di varare, in materia, un’apposita LEGGE-VOTO, ai sensi e per le finalità dell’Art. 18 dello STATUTO REGIONALE. Per dimostrare la propria volontà e per sottoporre all’approvazione del Parlamento Centrale lo schema di legge. Non abbiamo, a nostra volta, il coraggio di immaginare i motivi, non certo nobili, che hanno determinato, di anno in anno, il comportamento OMISSIVO.

E’ verosimile, comunque, che gli spiriti dell’ANTISICILIA e dell’ASCARISMO abbiano a lungo volteggiato sugli scranni di Sala d’Ercole. E che forse continuano a volteggiare.

Non aggiungiamo altro: INTELLIGENTI PAUCA !

 


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