A circa 170 anni dalla sua apertura, il Giardino Inglese ha una sua intitolazione: Parco Piersanti Mattarella. La cerimonia di scopertura della targa si è svolta stamattina in via Libertà, in occasione delle commemorazioni per il 40esimo anniversario dell’omicidio dell’ex presidente della Regione (fratello del presidente della Repubblica), avvenuto il giorno dell’Epifania del 1980 a poche centinaia di metri in linea d’aria dallo spazio verde.
Alla presenza dei familiari di Mattarella, delle autorità civili, militari e religiose, oltre che a circa un migliaio di cittadini, il sindaco Leoluca Orlando ha spiegato la decisione sostenendo che «questo non è un gesto di freddo ricordo, ma serve per fare memoria. È un omaggio che l’amministrazione comunale fa con gratitudine, dedicandogli il giardino che sorge in via Libertà, dove abitava, di fronte al cippo che ricorda Falcone, e cinto dalla via dedicata al generale Dalla Chiesa». Un politico, un rappresentante delle istituzioni che, ricorda il sindaco, «è stato un resistente della Costituzione, un eversivo in un sistema criminale e non trasparente. Mattarella impartiva il rispetto per il primato della politica con una tensione etica, e ci insegna che è possibile essere liberi dalla paura parlando con chi è diverso da noi».
Il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, osserva come l’omicidio Mattarella «fu una dichiarazione di guerra della mafia allo Stato, fino alle stragi del ’92-’93. Quella mafia la guerra non l’ha vinta, le istituzioni hanno reagito, hanno eretto la legislazione antimafia che il mondo ci invidia e che ha consentito di minare profondamente il braccio militare della mafia. Ma non ha nemmeno perso, perché la sua capacità di penetrazione e condizionamento inquina l’economia nazionale. Gli amministratori locali subiscono atti intimidatori e si sentono troppo soli. Se la mafia non ha vinto e non ha perso, è perché quel lavoro che Mattarella aveva iniziato, di rinnovamento profondo delle istituzioni, va ancora completato a tutti i livelli per formare una nuova classe dirigente che rompa una tradizione di connivenze e complicità coi poteri criminali».
Così, ora che la parte più estesa del giardino all’inglese ha un suo nome (la porzione più piccola, a monte di via Libertà, il cosiddetto parterre, invece è intitolata da più di un decennio ai magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo), si auspica che tale importante riconoscimento possa aiutare le sorti di una villa che – anche a causa della sua estensione – presenta delle note dolenti di lungo corso.
La lista comprende la serra liberty, struttura che si trova vicino alla casa del custode e che versa in stato di abbandono, con vetri mancanti o rotti, cestini divelti, scritte spray. Ambiente che ha perso la sua ragion d’essere, vista la totale assenza di vegetazione al suo interno. Situazione pressoché analoga per il padiglione nei pressi della grande fontana centrale (che è ancora ingabbiata per il restauro), tra scritte e vetri bersagliati. E ancora la pavimentazione dissestata in più punti, la malandata targa intitolata all’ambientalista brasiliano Francisco “Chico” Mendes, senza dimenticare l’impianto di illuminazione guasto da anni che impedisce la fruizione dell’area verde non appena tramonta il sole, e l’annosa diatriba sui vialetti interni asfaltati che alcuni ritengono poco adatti per un giardino pubblico.
Ricordiamo che nel Piano triennale delle opere pubbliche si trascinano da almeno un quinquennio (e figurano anche nell’ultimo) la previsione di opere di restauro e recupero di giardino e parterre (costo preventivato un milione di euro) e il rifacimento dell’impianto di illuminazione pubblica dal valore di poco meno di due milioni, sebbene sull’utilità di quest’ultimi lavori l’amministrazione comunale è stata quantomeno perplessa.
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