Il fiume Oreto è il luogo del cuore dei palermitani «Abbiamo dato un segnale che non si può ignorare»

Il fiume Oreto è senza dubbio il luogo che custodisce una parte del cuore pulsante della città. Lo hanno ampiamente dimostrato l’affetto e l’attenzione con cui i palermitani hanno seguito la campagna per salvarlo, condotta in questi ultimi mesi per scalare la classifica del concorso Fai. E non è un caso che sia arrivato secondo, con 83.138 voti, dopo aver essere stato al primo posto per tanto tempo. Un posizionamento che, grazie a un premio di svariate migliaia di euro, consentirà a chi vuole riqualificarlo, portando via inquinamento e degrado, di compiere i primi passi in questa direzione.

 «Si tratta di 45mila euro sicuri, ma in realtà dovrebbero essere di più – spiega Eleonora Lo Iacono di Terradamare e del Comitato Salviamo l’Oreto -. Stiamo cercando di capire, perché quest’anno era prevista un’ulteriore possibilità di vincita, per quanto riguarda la categoria luoghi d’acqua». Si tratta di una classifica dedicata, legata alla campagna del Fai Salva l’acqua, per la quale l’ente ha messo a disposizione altri 20mila euro per il vincitore. «L’Oreto è arrivato primo. Però al momento non si capisce se verrà attribuita tutta la somma al vincitore o se verrà divisa tra i primi tre classificati. Così dovrebbero arrivare almeno altri diecimila euro».

Adesso è il momento di rendere concreto ciò di cui si è discusso, riordinare le idee e passare all’azione. «Si farà tutto in maniera pubblica – continua Lo Iacono -. Si dovrà presentare un progetto, ancora da definire, per finanziare degli interventi, come abbiamo detto durante la campagna di questi ultimi mesi, un progetto che dovrà anche essere valutato dal Fai». Entro un mese, riferisce ancora, si terrà un incontro per esporre i risultati di quanto portato avanti finora e per decidere i contenuti di quanto si vorrà fare, aperto a chi vorrà partecipare. «Ci saranno dei tavoli, per proporre idee per riuscire a fare un bel lavoro. È chiaro che i soldi del premio non sono sufficienti, ma si possono fare delle azioni mirate su piccoli tratti, che avranno comunque un grande valore. Speriamo in un contributo da parte delle istituzioni. Non possono fare tutto i cittadini, giusto? Abbiamo dato un segnale che non si può ignorare, 83mila voti e il secondo posto in un concorso così importante è un inizio bellissimo, ma non ci si deve fermare a questa vittoria. Dobbiamo andare avanti per migliorare la situazione». 

Il Comitato spera che si replichi quanto già successo nel 2014 con la Certosa di Calci, nel Pisano: la struttura ha ricevuto tre milioni di finanziamento grazie a un progetto a parte – ripercorre Lo Iacono –  che sono stati offerti dopo che era arrivata seconda proprio al concorso Fai I luoghi del cuore, quindi grazie al riscontro pubblico. Quella della Certosa è una bella storia e non è detto che ricapiti, ma anche il fiume Oreto potrebbe avere un destino simile, grazie a chi crede fermamente in questo progetto. «Servono molti soldi e diverse azioni su vari fronti – conclude – ma la campagna per salvare il fiume ha dimostrato che è un luogo che ha al suo fianco tantissimi cittadini che lo vogliono riqualificare, ed è un tema di cui in città si parla molto: è stata una campagna bellissima». 

Stefania Brusca

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