Il covo di vicolo San Vito dove si nascondeva il boss Matteo Messina Denaro, nel centro di Campobello di Mazara (nel Trapanese) è di proprietà di Andrea Bonafede, lo stesso titolare della carta d’identità falsa utilizzata dal superlatitante arrestato ieri nella clinica privata La Maddalena, nel quartiere San Lorenzo di Palermo. A darne notizia è stato il colonnello Fabio Bottino, comandante provinciale dei carabinieri di Trapani, che ha anche confermato che «Messina Denaro abitava qui da almeno sei mesi. Un appartamento ben ristrutturato che testimonia che le condizioni economiche del latitante – trovato con al polso un prezioso orologio dal valore di 35mila euro e un giubbotto di montone – erano buone. Arredamento ricercato, di un certo tenore, non di lusso ma di apprezzabile livello economico». Il colonello non ha confermato che Bonafede sia indagato. Mentre nell’indagine è finito Alfonso Tumbarello, il medico di base che ha avuto in cura Messina Denaro.
Perquisizioni e accertamenti sono ancora in corso. «Stiamo rilevando la presenza di tracce biologiche, di eventuali nascondigli o intercapedini dove può essere stata nascosta della documentazione. Un lavoro per il quale occorreranno giorni», precisa il comandante Bottino. Intanto già poche ore dopo l’arresto, la procura di Palermo ha chiesto l’applicazione del regime di carcere duro (il 41bis) per il capomafia di Castelvetrano che è stato portato nel carcere di massima sicurezza di L’Aquila, in Abruzzo. L’istanza è stata inviata al ministero della Giustizia. Il provvedimento dei pubblici ministeri porta la firma del procuratore Maurizio de Lucia e dell’aggiunto Paolo Guido. Messina Denaro ha nominato come sua legale la nipote Lorenza Guttadauro, nipote anche del capomafia palermitano Giuseppe Guttadauro.
Intanto emergono particolari sul ritrovamento di quella che è stata l’ultima abitazione di Messina Denaro. Gli inquirenti sarebbero arrivati al covo tramite la chiave di un’Alfa Romeo 164 che è stata ritrovata nel borsello dell’ormai ex superlatitante. Attraverso il codice della chiave, è stato possibile risalire al veicolo e grazie a un sistema di intelligenza artificiale hanno ricostruito, con tanto di immagini, gli spostamenti dell’Alfa. Tra le riprese c’era anche quella del boss che entrava e usciva dall’abitazione di Campobello con le borse della spesa.
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